Polonia, si tornano a vendere bond collegati all’inflazione

C’è sempre una prima volta: è uno dei luoghi comuni più abusati, ma non c’è nulla di più azzeccato per descrivere l’ultima decisione finanziaria della Polonia, la quale sta pianificando proprio la sua prima vendita di bond inflation-linked (conosciute familiarmente anche come “linkers”, sono delle obbligazioni collegate principalmente all’andamento dell’inflazione) da oltre due anni a questa parte. La svolta è giunta quando ci si è accorti che gli investitori polacchi erano sempre più propensi a ricercare maggiore protezione contro i crescenti prezzi al consumo, in modo da poter “scommettere” sui futuri tassi di interesse.


Entrando maggiormente nei dettagli della vendita, c’è da dire che il governo di Varsavia potrebbe ricavare oltre due miliardi di zloty (circa cinquecento milioni di euro) dall’operazione, puntando soprattutto su quei titoli che giungeranno a maturazione ad agosto 2023. L’ultima vendita di tale tipo risale esattamente al 13 agosto 2008. Gli attuali rendimenti delle obbligazioni inflation-linked sono pari a 281 punti base (il che equivale al 2,81%), di gran lunga inferiori rispetto al debito regolare; tra l’altro, questo dato può essere confrontato anche con i 272 punti base fatti registrare giusto una settimana fa, un gap (meglio noto come “breakeven rate”) che riflette inevitabilmente le aspettative di inflazione dei risparmiatori.

Arkadiusz Urbanski, analista presso Bank Pekao, una delle principali unità polacche di UniCredit, la situazione che si vive al giorno d’oggi riguarda, in particolare, il vertice più alto dell’indebolimento del ciclo monetario; l’inflazione del paese dell’Europa orientale potrebbe eccedere i tre punti percentuali entro la fine di quest’anno, mentre il picco annuale è pari al 2,8% (la stima è relativa a ottobre). Intanto, gli investitori sono pronti a scommettere sul fatto che i policy makers incrementeranno i tassi di interesse nel corso del primo trimestre del 2011, con la banca centrale che ha comunque mantenuto il livello principale al 3,5% negli ultimi diciassette mesi in modo da proteggere lo zloty.

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