Verizon autorizza il buy-back di cento milioni di azioni

Verizon Communications, uno dei più importanti fornitori di banda larga all’interno degli Stati Uniti, ha annunciato l’autorizzazione al buy-back (riacquisto di azioni proprie) di più di cento milioni di titoli: questa operazione finanziaria dovrebbe consentire alla compagnia newyorkese di restituire denaro cash agli investitori, soprattutto alla luce della forte domanda di smartphone che ha fatto lievitare i guadagni. Un simile riacquisto dell’ammontare totale vuole sottintendere una quota del 3,6% per quel che concerne le azioni che non sono state ancora pagate e verrà a costare circa 3,62 miliardi di dollari, con il prezzo di chiusura di ieri come principale riferimento.


L’autorizzazione in questione, tra l’altro, durerà almeno fino al 28 febbraio del 2014, oppure anche prima di questa data, ma la stessa Verizon dovrà aver raggiunto i cento milioni di strumenti. Giusto una settimana fa, le previsioni di crescita per il 2011 relative all’azienda statunitense hanno superato quelle degli analisti, alla luce dell’ottimismo per le forti vendite di smartphone e altre tecnologie wireless. Inoltre, l’acquisizione posta in essere da Verizon potrebbe anche significare che il riacquisto viene considerato poco sostanzioso, un punto di vista condiviso soprattutto dalle analisi che giungono dall’Asia. Secondo Citadel Securities, infatti, non si può pensare che un buy-back possa essere modellato o lasciato intendere a breve; tra l’altro, negli ultimi anni un’autorizzazione come questa non ha necessariamente portato a un vero e proprio riacquisto.

Intanto, il titolo quotato presso il New York Stock Exchange ha guadagnato ventidue centesimi di dollaro, attestandosi a quota 36,38: le azioni della compagnia sono aumentate del 33% nel corso degli ultimi dodici mesi. Bisogna comunque sottolineare che gli annunci di buy-back non sono più così frequenti come nel 2007, quando fu raggiunto il picco record di 862,9 miliardi di dollari: da quel momento e dal rally dell’indice Standard & Poor’s 500 nulla è stato come prima e si è posto un deciso freno alle operazioni.

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