State Street annuncia dividendo e riacquisto di azioni

È tempo di grandi annunci finanziari per State Street Corporation, la società di Boston che si occupa prevalentemente di amministrazione di fondi e controllo di titoli: in effetti, la compagnia americana, terza maggior banca depositaria del paese, ha provveduto ad aumentare il proprio dividendo trimestrale, spiegando contemporaneamente come vi sarà anche il riacquisto di ben 675 milioni di dollari in azioni comuni nel corso di quest’anno. Si tratta, in pratica, di una delle principali conseguenze del via libera alle nuove misure economiche da parte della Federal Reserve. Il dividendo in questione è stato incrementato da un solo centesimo fino agli attuali diciotto per ogni titolo azionario. Bisogna ricordare, tra l’altro, che questo ammontare fu ridotto drasticamente nel 2009 in modo da preservare il capitale dagli effetti negativi della crisi finanziaria. Secondo Marty Mosby, analista presso la Guggenheim Securities Llc di New York, si tratta del primo passo verso un utilizzo normale del capitale in eccesso, un elemento che potrebbe essere considerato abbastanza positivo per gli azionisti.


Come è stato accennato in precedenza, la Fed ha acconsentito a diciannove istituti di credito americani di accrescere i dividendi, di riacquistare azioni o di ripagare il sostegno governativo alla luce del significativo miglioramento nel sistema economico. L’obiettivo d Joseph Hooley, ceo di State Street, è quello di riportare appunto il dividendo societario ai livelli pre-crisi; il 2011 dovrebbe riservare alla compagnia nuove acquisizioni, dopo che il 2010 è stato impreziosito dall’acquisto di titoli relativi a Intesa Sanpaolo per 1,28 miliardi di euro, oltre a quelli che fanno capo invece alla Mourant International Finance Administration.

Il Tier 1 dell’azienda, la componente primaria del capitale, è stato stimato al 9,4% al termine dello scorso anno, risultato conseguito grazie alle nuove regole fissate da Basilea III, la quale richiede espressamente che le banche presentino una misura pari al 7% entro il 2019, una percentuale a questo punto non più irraggiungibile.

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