Regno Unito: i bond migliorano grazie alle misure fiscali

I titoli obbligazionari britannici stanno generando i loro maggiori ricavi all’interno del mercato dei debiti governativi, guadagni resi possibili dalle misure economiche decise dal premier David Cameron: quest’ultimo starebbe infatti favorendo maggiormente la salute fiscale del paese piuttosto che l’austerity finanziaria. Tra i principali indici, quello del Regno Unito ha ottenuto i migliori risultati delle ultime sei settimane, dopo aver comunque conseguito perdite importanti nel corso del mese di gennaio. Lo stesso Cameron sta provvedendo a contrastare la crescita della disoccupazione attraverso dei forti tagli di spesa, anche perché il deficit di bilancio oltre l’11% del prodotto interno lordo non può più essere tollerato. Lo scorso 14 marzo, comunque, Fitch ha valutato il debito della nazione con un rating pari ad AAA, il quale identifica la massima affidabilità per un investimento.


Le vendite di gilt, i titoli di Stato ceduti in Gran Bretagna appunto, dovrebbero calare fino a un totale di 162 miliardi di sterline nel prossimo anno fiscale (per un confronto basti pensare che nell’anno fiscale 2009-2010 venne raggiunto il record di 227,6 miliardi), anche se si tratta di una stima ancora sommaria. L’intento del governo di Londra è quello di portare il deficit fino all’1,9% del Pil entro aprile del 2015, un quinto rispetto ai valori attuali, ma i piani economici prevedono anche nuovi posti di lavoro nel settore pubblico.

Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che i rendimenti relativi ai gilt che matureranno a settembre del 2020 (si tratta quindi dei titoli a dieci anni) sono pari al 3,75%, in calo rispetto a quanto rilevato la scorsa settimana. Al contrario, i bund tedeschi sono vicini al 2,5% e la loro scadenza è fissata nei primi mesi del 2021. Intanto, l’indice azionario britannico Ftse 100 ha ceduto 1,9 punti percentuali in questi primi tre mesi dell’anno, un declino che deve essere confrontato con il rialzo dello Standard & Poor’s 500 (+3,3%) e dell’Msci World (+2,2%).

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