Come investire nei fondi

Dopo aver messo a segno una serie di performance negative, il mercato dei fondi ora potrebbe tornare nel mirino degli investitori. I costi di gestione poco competitivi, la grande scelta che confonde e disorienta insieme all’assenza di rendimenti minimi garantiti (che invece hanno altre forme di investimento) hanno allontanato negli anni il grande pubblico da questi prodotti finanziari, che però hanno un grande vantaggio: rispecchiano praticamente tutti i profili di investimento possibili oltre a non richiedere alcun intervento.

Le politiche di gestione di un fondo sono sempre definite nella documentazione, dove è presente anche un prospetto sui rendimento e sopratutto sui rischi. L’unica distinzione da fare immediatamente è quella di distinguere i fondi comuni di investimento dalle SICAV. Mentre nel primo caso è vero quanto riportato sopra, nel secondo la partecipazione è a livello societario e per questo comporta i diritti e doveri del caso (come il diritto al voto ad esempio).

Una partecipazione “passiva” è preferita dalla maggior parte dei casi ed è limitata a due semplici scelte; il tipo di fondo da scegliere (ed il relativo profilo di rischio) e le modalità di investimento. Sostanzialmente la distinzione è tra fondi aperti (che possono essere sottoscritti da chiunque) e fondi chiusi, che invece richiedono il possesso di determinati requisiti per essere sottoscritti. Sulle modalità di investimento invece la scelta deve essere fatta tra la modalità “PIC“, che consiste nel versamento dell’intera quota nel momento della sottoscrizione e la modalità “PAC” che consiste in versamenti dilazionati nel tempo secondo i canoni di un piano di accumulo di capitale.

RENDIMENTI FONDI

La composizione del fondo poi (azioni, derivati, obbligazioni) deve rispecchiare il grado di rischio che si è in grado di sopportare, che ovviamente influenza il rendimento atteso ma anche le eventuali perdite.

COSA SONO GLI ORGANI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO

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