Barclays emette due miliardi di dollari in covered bond

Barclays è stata protagonista della sua maggiore offerta di covered bond per quel che concerne gli Stati Uniti: il celebre istituto di credito britannico ha infatti contribuito alla rapida crescita del mercato in questione (denominato in dollari quindi) attraverso la vendita di due miliardi di titoli, la cui cedola è stata fissata in 2,25 punti percentuali, circa 153 punti base al di sopra della medesima scadenza messa a disposizione dal Tesoro americano (cinque anni per la precisione). Come è noto, i covered bond non sono altro che debito secured, il quale consente agli investitori finanziari di ricorrere all’emittente come se fosse un pool attivo di strumenti ipotecari nel malaugurato caso di bancarotta. La scadenza prevista in questo caso è a quattro anni, con il 2016 che rappresenta l’anno di riferimento.

BARCLAYS EMETTERA’ DOMANI DUE NUOVI COVERED WARRANT
Tale emissione assume una rilevanza fondamentale nell’ambito dell’intero settore di questi bond. In effetti, come hanno sottolineato gli strateghi e gli analisti di JP Morgan, il mercato in dollari di covered bond, rappresenta attualmente soltanto il 6% del settore globale (142 miliardi sui 2,5 trilioni complessivi se si vuole avere un confronto), nonostante le quotazioni annuali siano aumentate in maniera decisa nel giro degli ultimi nove anni, ovvero da sei a quarantanove miliardi di dollari. La crescita in questione sta continuando anche in questi primi mesi del 2012, con trentadue miliardi di dollari messi finora a disposizione, una cifra di tutto rispetto.

BANK OF NOVA SCOTIA SI AFFIDA ANCORA AI COVERED BOND

Tra l’altro, le emittenti estere si stanno rivolgendo agli Stati Uniti in misura sempre maggiore, in quanto la prima economia internazionale viene vista come una destinazione chiave per collocare il debito “covered, soprattutto se si tiene conto che in Europa si sta lottando strenuamente contro la crisi dei debiti sovrani. Un buon volume è quello delle banche scandinave (circa il 19% del totale), ma non bisogna dimenticare paesi come la Francia, la Germania e appunto il Regno Unito.

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