Stellantis, John Elkann: auto in Italia grazie a noi

Senza Stellantis l’industria delle auto non sarebbe più in Italia. E questo uno dei passaggi che hanno più attirato l’attenzione del discorso di John Elkann nel corso della recente audizione alla Camera.

Stellantis riferisce alla Camera sui suoi piani

Il presidente dell’ex Fiat sottolinea come la storia dell’Italia e dell’automobile siano strettamente legate. E di come nonostante il passare del tempo e le difficoltà acquisite dal mercato quella dell’automotive è una realtà ancora presente nella Penisola.

Non manca di mostrare orgoglio per Stellantis e per la storia decennale dell’automobile italiana. Il manager interviene nel corso dell’audizione come attuale responsabile della gestione operativa dell’azienda, in attesa di nominare il nuovo ceo dopo l’abbandono di Carlos Tavares. John Elkann sottolinea come la successione si stia muovendosi secondo i tempi stabiliti e di come il nuovo amministratore delegato di Stellantis sarà annunciato entro i primi sei mesi del 2025.

Il rapporto di Stellantis con il Governo e in generale gli italiani negli ultimi anni si è un po’ raffreddato rispetto al passato. E ce lo ricorda anche lo stesso Elkann nel momento in cui sottolinea come la Fiat negli anni 2000 abbia incontrato diversi problemi.

È evidente che il mercato un tempo fosse differente e di come, secondo Elkann, un po’ di colpa sia da attribuire anche alla transizione energettica. La realtà dei fatti vuole che siano cadute le immatricolazioni e con esse anche l’occupazione. E se una volta acquistare un auto era più semplice, adesso con il calo delle retribuzioni e la crisi una simile compravendita per i consumatori diventa più difficile.

È un cane che si morde la coda, qualcosa che non sempre risulta essere chiaro al comparto industriale.

Deve essere fatto di più in base a ciò che si è ricevuto

Bisogna infatti tenere da conto di come l’azienda in passato abbia potuto usufruire di aiuti di una certa tipologia, ai quali  econdo la politica dovrebbe corrispondere da parte dell’azienda non solo l’impegno attuale ma anche un tentativo maggiore di risoluzione delle criticità.

È infatti impossibile non tenere conto degli stabilimenti in cassa integrazione qui in Italia mentre l’azienda, come sottolineano diversi esponenti politici della maggioranza e dell’opposizione, ha investito e assunto all’estero.

Come riportato dalla maggior parte dei politici di entrambe le parti, tutti attendono i segni dell’applicazione dei piani di investimento relativi all’Italia. Dato che attualmente sembrano esservi più segnali di disinvestimento piuttosto che d’impegno.

Da una parte quindi vi è un’azienda che sottolinea come gli impegni presi siano in fase di realizzazione secondo i tempi prestabiliti. E dall’altra una politica che sottolinea come al momento a essere stati realizzati non siano i fatti. A prescindere da qualsiasi coinvolgimento dell’Europa nel settore.

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