Esplode il caso degli swap di Saint-Etienne

La peggior crisi economica degli ultimi settant’anni ha fatto sentire tutti i suoi effetti nella città francese di Saint-Etienne soltanto nel corso di questo mese: cosa è accaduto di preciso? Un conto ben salato da 1,18 milioni di euro deve essere saldato nei confronti di Deutsche Bank, a causa di un contratto che aveva inizialmente fornito un po’ di ossigeno alla città transalpina, la quale si è però categoricamente rifiutata di pagare, evitando in tal mondo uno dei dieci derivati speculativi. L’utilizzo dei contratti swap in Europa ha cominciato a subire una forte impennata intorno al 1999, in quanto sono stati ritenuti il metodo più efficace per ridurre i costi sui prestiti a tasso fisso. Nel corso della gestione di Saint-Etienne da parte del sindaco Michel Thiolliere, il capoluogo del Dipartimento della Loira ha provveduto a firmare sei contratti swap relativi a un prestito ottenuto da Dexia per dei progetti urbanistici tra il 2005 e il 2008.

 

I rischi dell’investimento sono letteralmente “esplosi” all’inizio di aprile e a questo punto il contratto obbliga Saint-Etienne a un difficoltoso pagamento, il quale equivale a un 24% annuale sul debito, con Deutsche Bank pronta a versare 241,886 euro. Tra l’altro, si tratta di uno swap che basa le proprie performance sul rafforzamento della sterlina britannica nei confronti del franco svizzero ed è ben noto che la valuta del Regno Unito non sta certo vivendo uno dei suoi momenti migliori.

Il comune francese, inoltre, detiene contratti derivati con almeno altri sei istituti di credito. Natixis, società di gestione del risparmio, è comunque pronta a negoziare con la stessa Saint-Etienne sotto l’egida della mediazione del governo di Parigi: la speranza, in tal caso, è quella di monitorare il comportamento di altri municipi e governi nella firma di questi contratti di investimento. Il sindaco Thiolliere non c’è più dal 2008 e la nuova amministrazione deve ora far fronte ad altri 26 swap rinegoziati più volte.