Sberbank è la miglior banca straniera del 2010 per l’offerta di bond

Gli istituti di credito presenti in territorio russo stanno provvedendo a vendere il più alto numero di obbligazioni sui mercati internazionali dai tempi del default governativo del 1998: in questo caso, il vero e proprio propulsore dell’economia viene rappresentato dall’alleggerimento dei costi relativi ai prestiti finanziari. In particolare, se si esaminano con attenzione le cessioni poste in essere la scorsa settimana da due delle principali banche, vale a dire OAO Sberbank e Alfa Bank, ci si accorge che il totale in questione ammonta a circa 12,1 miliardi di dollari (circa il 78% di tutte le emissioni estere provenienti dalla Russia). La leadership di Sberbank in questo settore degli investimenti è un dato di fatto, visto che la banca moscovita ha venduto un miliardo di dollari di debito, il cui rendimento è stato fissato al 5,4%, il tasso più basso per quel che concerne i pagamenti di bond in dollari


I titoli emessi da Alfa Bank, invece, sono stati prezzati al 7,875%, una percentuale notevolmente inferiore al 9% fatto registrare a metà 2008. Tra l’altro, la domanda di prestiti in moneta verde ha cominciato ad accrescersi in Russia da sei mesi a questa parte, proprio in coincidenza all’espansione dell’economia interna (+5%) che ha fatto seguito ai pesanti ribassi precedenti. In aggiunta, occorre anche sottolineare come il rendimento extra che hanno richiesto gli investitori finanziari per detenere il debito governativo russo è calato di 640 punti base.

La situazione è notevolmente migliorata rispetto agli albori della crisi economica globale: allora, infatti, gli istituti di credito erano stati tagliati fuori dai principali finanziamenti di stampo internazionale per parecchio tempo, così come è stato precisato da Nomos Bank. Il ritorno ai livelli pre-crisi si è avuto soltanto all’inizio di quest’anno, grazie soprattutto al ritorno a tassi accettabili da parte degli spread (attualmente, il confronto è divenuto a vantaggio della Russia persino nei confronti di paesi come Colombia e Brasile).

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