Allarme Costa d’Avorio: terzo calo di fila per gli eurobond

La situazione politica della Costa d’Avorio è lungi dall’essere risolta e a risentirne in larga misura sono soprattutto i settori finanziari: gli eurobond della nazione africana sono infatti calati per il terzo giorno consecutivo, facendo in tal modo lievitare i rendimenti, anche perché il London Club (il gruppo informale di creditori privati) ha fatto sapere che non esiste alcuna commissione relativa al pagamento del debito sovrano. Il gruppo in questione detiene le obbligazioni ivoriane, ma di versamenti neanche l’ombra. Le obbligazioni hanno perso 2,7 punti percentuali nel corso delle ultime contrattazioni registrate ad Abidjan, capitale commerciale dello stato; questo declino ha guidato il rendimento totale fino al 2,5% del debito in scadenza nel 2032, attestandosi su una pericolosa percentuale del 16,7%.


Il mancato pagamento si riferisce alla data del 31 dicembre, quando era necessario far fronte a interessi per 29 milioni di dollari, ma l’incertezza politica della nazione dell’Africa occidentale rende il tutto più difficile. Stuart Culverhouse, economista presso Exotix Ltd, è piuttosto realista in questo senso e non si attende nessuna somma di denaro da parte del governo: gli incentivi a pagare dovrebbe derivare da ragioni politiche e in questo momento i pensieri sono ben altri in territorio ivoriano. Tra l’altro, il bond ha subito un rialzo importante del 7,7% pochi giorni fa, subito dopo l’annuncio del ministro delle Finanze, Desire Dallo, il quale si è rivolto proprio agli obbligazionisti con la promessa di onorare lo strumento finanziario entro e non oltre trenta giorni.

L’impegno è quello di evitare in qualsiasi modo la bancarotta, ma le preoccupazioni degli investitori cominciano a crescere. Alassane Ouattara, il politico effettivamente riconosciuto dalle organizzazioni internazionali nonché economista, ha richiesto le registrazioni finanziarie del paese alla banca centrale, ma lo stesso London Club non ha ancora compreso chi effettuerà realmente il pagamento, visto che non è per nulla scontato che l’incombenza spetti all’attuale presidente Gbagbo.

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