L’Anasf vara il manuale per gli investimenti responsabili

Investire in maniera proficua e responsabile è ancora possibile al giorno d’oggi e l’interesse che viene mostrato da alcuni organismi del settore ne è una chiara testimonianza: in particolare, si pensa sempre più a tematiche importanti come l’ambiente, le questioni sociali o anche la governance aziendale, anche se a dire il vero l’Italia non è ancora ai livelli del Vecchio Continente. I promotori finanziari sono una delle categorie maggiormente coinvolte in tal senso, tanto che l’Anasf (sigla che identifica l’Associazione Nazionale dei Promotori Finanziari) e il Forum per la finanza sostenibile hanno deciso di lanciare un manuale appositamente pensato per questi soggetti, grazie alla preziosa collaborazione di Eurizon e Intesa Sanpaolo. Che cos’ha di così rivoluzionario e innovativo questo documento?


Il concetto peculiare su cui si basa il manuale è quello secondo cui gli investitori finanziari devono essere in grado di valutare in maniera corretta quanto viene offerto, oltre alle scelte di investimento più consapevoli, sempre in linea con quelle che sono le convinzioni di ognuno dal punto di vista morale e, ovviamente, gli obiettivi che si intendono perseguire nel lungo termine. La materia è vasta e complessa, ma con questi strumenti si possono risolvere molti problemi e affrontare gli ostacoli principali: volendo essere più precisi, c’è da sottolineare come il manuale in questione abbia tratto la propria ispirazione da una realizzazione del Regno Unito, vale a dire il documento per gli investimenti etici ed ambientali ideato dal Social Finance Forum, sviluppato sulla base di precisi passaggi da rispettare in modo accurato.

Di cosa si tratta esattamente? Anzitutto, occorre valutare l’interesse e la sensibilità dell’investitore verso questi piani; si passa, poi, per le caratteristiche degli strumenti finanziari e le modalità da attuare per il relativo lancio, in modo da soddisfare qualsiasi tipo di esigenza, le prestazioni degli investimenti responsabili e, infine, la valutazione del rischio collegato al rendimento.

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