Technogym e Tenaris sono i titoli di oggi

tenarisLa mattinata a Milano si apre con le azioni di Technogym e Tenaris in evidenza. Per il titolo di Technogym si tratta del suo massimo storico, dopo l’upgrade di quattro broker che hanno portato il loro giudizio su buy. Così, il titolo stamattina ha guadagnato il 4%, con le azioni che oggi valgono 11,15 euro. Il mese di ottobre si apre dunque all’insegna della continuità, dopo che la quotata ha realizzato il 30% di rialzo sul mercato, per tutto il mese di settembre.

Questo grazie alle stime sul bilancio, che prevedono un aumento dei ricavi del 6%, per la fine di quest’anno. Saranno 635 milioni i ricavi, mentre l’Ebitda è stimata in aumento del 15% a 134 milioni.

Tenaris

Anche Tenaris si segnala questa mattina come stella della borsa milanese. Oggi il titolo sale del 5% spingendo in alto l’indice milanese, che ora segna il +1,5%. Tenaris si avvantaggia del nuovo accordo di scambio gli Stati Uniti e il Canada, in cui è incluso anche il Messico. L’accordo Usmca va a sostituire il Nafta, che non piaceva a Trump. Poi l’analisi di Baker Hughes, e l’aumento del petrolio, sono gli altri fattori che spingono il titolo in alto. Ora il giudizio dei broker su Tenaris vede dieci “buy”, nove “hold” e un “sell”.

Mercati emergenti in crisi: il dollaro forte persa

I mercati emergenti vanno giù, e perdono quasi il 10% dall’inizio dell’anno sul mercato azionario e quasi il 3% su quello obbligazionario. Tutto il contrario dei mercati statunitensi, avvantaggiati da un’economia stabile e un dollaro forte.

Per i mercati azionari la perdita è del 9.7%, per quelli obbligazionari del 2.9%. A pesare la situazione argentina e turca soprattutto.

Quali mercati sono ancora in salute

Chiaramente non è un discorso generalizzato, e molti mercati emergenti non hanno subito perdite. C’è una dispersione degli spread in dollari, con convulsioni politiche come in Turchia, dove Erdogan ha iniziato a influire pesantemente sulla banca centrale. A soffrire anche i paesi che importano molto petrolio, con il greggio che è molto aumentato, mettendo pressione alle bilance commerciali. Infine i dazi di Trump, che pesano sulla certezza degli investitori.

Ieri la Fed ha aumentato di nuovo i tassi sul dollaro, portando ancora più pressione sui paesi emergenti in sofferenza. Per l’America si tratta di una normalizzazione del mercato monetario, dopo la politica molto accomodante che ha segnato la crisi finanziaria. Il dollaro arriverà al 2.25-2.50% per la fine del 2018, e al 3.00-3.25% per il prossimo anno. Probabile che la divisa americana continuerà lentamente a rafforzarsi, con il ciclo economico positivo più lungo della storia statunitense. Solo l’inflazione e la leva finanziaria, potrebbero portare uno shock e mettere a rischio i mercati consolidati.

Mercati emergenti. Le obbligazioni sono ancora appetibili?

mercati emergentiI mercati emergenti stanno tenendo banco, tra gli analisti, in considerazione di quanto sta accadendo soprattutto in Turchia e in Argentina. La guerra commerciale degli Stati Uniti di certo non aiuta i mercati, me è la Turchia a tenere banco. La sua crisi ha coinvolto anche gli altri mercati, forse in modo anche troppo influente.

La situazione

Il dollaro si sta rafforzando, danneggiando molte valute dei paesi emergenti. Per il mercato forex si tratta della situazione peggiore da almeno 6 anni, per le valute dei paesi emergenti.

La domanda che molti investitori si fanno oggi è se sfruttare i ribassi oppure passare ad investimenti meno rischiosi.

Comunque si conferma la regola che un dollaro forte sia deleterio per le valute emergenti. Intanto la crescita economica della Cina rallenta, danneggiando ancora di più quei paesi in cui le economia stavano crescendo. I loro mercati azionari hanno subito vistosi crolli, mentre altri riescono a tenere botta. Nel mirino, i mercati dell’Argentina, del Venezuela e della Turchia, i paesi dove si soffre maggiormente l’attuale situazione. L’inflazione avanza, il debito estero aumento e il deficit delle partite correnti si amplia.

Anche se questi paesi incidono poco sul Pil mondiale, il loro crollo potrebbe avere conseguenze importanti.

Per questo gli analisti sono molto cauti, negli investimenti verso questi paesi. Meglio guadagnare di meno, che rischiare i capitali.

Saipem: giornata di passione. Regge il mercato delle cripto

saipemLa Saipem apre subito in ribasso le contrattazioni e cade subito del 1,2%, per poi recuperare a -0,63%. Ci sarà da valutare la condanna comminata dal Tribunale di Milano, arrivata ieri. L’azienda è stata infatti condannata per corruzione in relazione alle vicende algerine nel triennio 2008-11. A pesare sulle contrattazioni, la consisca per 197 milioni di euro, più che la multa da 400mila euro.

Siamo solo al primo grado, e quindi l’azienda potrà limare qualcosa in Corte d’Assise ma intanto arrivano anche le condanne per il vecchio amministratore delegato Pietro Tali e il direttore finanziario Alessandro Bernini. Non colpevoli invece Paolo Scaroni e Antonio Vella, del gruppo ENI, ex amministratore delegato ed ex responsabile dell’area nordafricana.

Le criptovalute

Intanto regge il mercato delle criptovaluyte, dolo il balzo in avanti del week-end. A crescere tutte le principali cripto, con un ottimo rally di Ripple, che è balzato del 30%. Dopo questo rally nel week-end e all’inizio della settimana, la seconda parte della settimana vede le cripto restare stabili, senza grandi oscillazioni.

Gli investitori sembrano aver accolto con entusiasmo le notizie provenienti dalle grandi banche d’affari americane e dalla borsa di New York, che hanno deciso di aumentare i loro strumenti in Bitcoin.

Investire in criptovalute. Goldman Sachs conferma il suo impegno

criptovaluteGoldma Sachs ha emesso un comunicato per confermare i suoi strumenti in criptovalute, dopo che erano circolate indiscrezioni su un suo disimpegno. Fake news, è l’etichetta data dalla nota banca d’affari ai rumors circolati negli tultimi giorni. Ma non solo. La Goldman Sachs fa sapere anche che aumenterà i suoi strumenti, insieme alla Morgan Stanley e alla Citigroup, mentre la Borsa di New York sembra che stia per lanciare prodotti basati su Bitcoin.

La situazione

Intanto le criptovalute sembrano trovare una certa stabilità durante il week-end. Il Ripple guadagna anche un 1%, così come Ethereum che si è ripreso, come il resto delle cripto, dal crollo dell’inizio della settimana. Ethereum ha avuto un ottimo recupero, anche come capitalizzazione. Bitcoin Cash sale del 4%, EOS del 2,20% e Stellar del 2,50%. I valori assoluti vedono il Bitcoin a $6.516,96 (+0,39%), l’Ethereum a $222,62 (+3,32%), il Ripple a $0,281525 (+1,05%), il Bitcoin Cash a $456,52 (+4,31%), L’EOS a $5,42 (+2,20%), lo Stellar a $0,206168 (+2,59%), il Litecoin a $57,33 (+3,08%), il Tether a $1,00 (-0,26%), il Monero a $119,94 (+3,78%) e il Cardano a $0,069717 (+2,81).

Se le grandi banche d’affari trascineranno con i loro prodotti le criptovalute, gli invcestitori potrebbero tornare a fare profitti, specie con il Ripple e l’Ethereum.

Bond spazzatura. Dopo la cura Bce potrebbero ornare sul mercato

bond spazzaturaLa Bce si riunisce oggi per confermare la sua politica monetaria, ma forse si saprà qualcosa di più sui bond spazzatura. Questa sarà la stessa riunione della banca centrale, ma con una valenza particolare. Infatti, non si saprà, con molta probabilità, il programma esatto della fine dei QE.

Cosa succederà

Per sapere cosa succederà con il Qe bisognerà aspettare novembre. La Bce vuole continuare la sua politica finché l’economia non si sarà del tutto stabilizzata. Dopo i dati confortanti dell’inizio dell’anno, ci sono stati dei risultati contrastanti.

Però da ottobre inizieranno ad essere diminuiti, di 15 miliardi al mese, gli sforzi della Bce nell’acquisto dei titoli.

Gli analisti quindi si concentrano su tutti quei titoli spazzatura che hanno causato la crisi, e sono ancora sui bilanci, anche della Bce. Il mese scorso, i rendimenti degli “investment grade” erano mediamente dell’1,35%. Quelli spazzatura, denominati “high yield”, sono al 3,80%. Inserendo anche la variabile spread, siamo al di sotto dei rendimenti pre-crisi.

Abbiamo quindi una ridotta distanza tra corporate bonds e bonds governativi, anche se comunque, quelli spazzatura hanno ancora rendimenti sopra a quelli governativi.

Questo grazie al Qe, che ha diminuito le distanze, pur abbassando anche i rendimenti dei titoli governativi. Ma probabilmente, gli investitori, potranno preferire ancora i titoli a minor rischio, come i bond delle grandi corporazioni dell’energia.

Mercato azionario: bancari su, crolla Astaldi

astaldiPer il mercato azionario oggi è giornata di revisione del rating, e le cose non vanno bene per i bancari e per Astaldi.

Hsbc rivede al ribasso il rating su Cerved con il nuovo target price a 10,7 euro. Anche Morgan Stanley si è espressa, ma su Unicredit. La banca americana lascia il giudizio su overweight e porta il target price a 18 euro. Nonostante questo, il titolo di Unicredit non va in crisi, trascinato dall’andamento positivo del settore bancario a a Piazza Affari.

Il downgrade di Astaldi

Va male invece il titolo di Astaldi, dopo il downgrade sia di Fitch che di Standard & Poor’s. Per Fitch il rating sul debito a lungo termine di Astaldi passa da “B” a CCC-”, così come per la Standard & Poor’s. A pesare sui giudizi, il rinvio della vendita degli asset sulla Concessione del Terzo Ponte sul Bosforo. Il ritardo porta ad un rinvio anche sul programmato aumento di capitale.

Rimane quindi alto il rischio liquidità, basato sul Rating Watch Evolving. Il debito a breve termine preoccupa, e oggi il titolo perde quasi il 5%.

Astaldi deve dismettere e poi aumentare il capitale, se non vorrà subire altri downgrade in futuro. In gioco è il rifinanziamento delle sue attività, concesso dalle banche. Senza la vendita della concessione sul ponte, questo sarà a rischio.

Oggi le azioni sono scese a 1,23 euro, il minimo storico.

Grande richiesta per i bond in dollari dell’Eni. Situazione posizioni corte

eniSi apre il mercato americano per l’Eni, con il piazzamento dei bond in dollari. I bond offrono un tasso fisso. Sono delle obbligazioni a 5 e 10 anni e vengono piazzati con un valore totale di 2 miliardi di dollari.

Il mercato si è mostrato molto interessato alle obbligazioni dell’Eni. Il prestito a 5 anni vale 1 miliardo, e altrettanto quello a 10 anni. Per il prestito a 5 anni la cedola annuale offre il 4,000% con un re-offer di 99,463%.

Per le obbligazioni a 10 anni abbiamo una cedola annua del 4,750% e un re-offer di 99,199%. L’Eni così potrà finanziari la sua amministrazione. Le obbligazioni vanno molto bene, con investimenti da parte di fondi pensione, assicurazioni e fund managers.

Posizioni corte

Oggi qualche novità sulle posizioni corte, dalla Consob, con il Pictet Asset Management che ha subito un taglio sulla sua posizione a 0,56%, da 0,6%, per A2A.

Azimut Holding invece viene aumentato da Old Mutual Global Investors (UK) Limited. Si passa a 0,61% da 0,52%. Scende invece la posizione di Banco Bpm, rivista da PDT Partners. Si scende a 0,78% dallo 0,89%. Aumento per la posizione corta di Bper Banca, a 1,25% da 1,12% fatto da AHL Partners.

Fincantieri: il titolo del giorno

FincantieriOggi è il giorno di Fincantieri, che vede il suo titolo salire grazie alle voci che la vogliono protagonista della ricostruzione di Ponte Morandi e grazie soprattutto all’upgrade del rating da parte di Mediobanca.

Il titolo di Fincantieri

Oggi c’è stato questo upgrade, che ha visto gli analisti della banca italiana portare il target price a 1,8 euro. Per Banca Imi invece il target price è a 1,54 euro, e il suggerimento resta sul Buy.

Tutto questo ha portato il titolo Fincantieri a guadagnare il 6% circa a Piazza Affari in apertura. A metà mattinata il rialzo era del 6,2%.

Gli investitori hanno seguito il consiglio Buy degli analisti e stanno acquistando azioni Fincantieri in massa. Ora (12:00) c’è un momento di pausa e il titolo guadagna il 5%.

Ma il futuro di Fincantieri, secondo Mediobanca, è roseo. Per gli analisti infatti, la quotata farà molto meglio delle aziende del suo settore. Il Piano Industriale per 2018-22 è confermato, dallo stesso Amministratore Delegato di Fincantieri Giuseppe Bono.

Le previsioni dell’azienza sono per un +50% del fatturato nel quadriennio. E poi c’è ancora in ballo l’affaire Naval Group, su cui stanno decidendo i governi interessati. E ancora la ricostruzione di ponte Morandi a Genova, si cui l’azienda è molto disponibile.

La giornata di Milano. Borsa in ribasso, ma Atlantis recupera

Borse europee positive dopo intervento FedLa borsa di Milano oggi apre male scendendo dello 0,13%. La notizia positiva è che Atlantia segna un piccolo recupero. Il titolo, crollato con il Ponte Morandi, oggi sale di un piccolo 0,93% e si posiziona su un prezzo di 18,30 euro. Intanto Tenaris ve in flessione e crolla del 3,35%. Va male anche Cnh Industrial che scende dell’1,9%. Anche Bper Banca va giù dell’1%.

La situazione

L’Italia continua ad essere al centro dell’attenzione dei mercati. In particolare è la legge di Bilancio che dovrà essere approvata ad essere sotto la lente di ingrandimento. Questo provoca movimenti sui mercati, assieme a tentativi di acquisizioni.

Ma a tenere banco a Piazza Affari, è Pierrel e il suo rally del 14%. La company sta trascinando il listino di Milano. Tutta merito di un semestre molto positivo, con ricavi di 8,69 milioni di euro, dai 5,97 milioni del semestre precedente. Un aumento del 46% che sta entusiasmando gli investitori.

Tutte le previsioni sono molto ottimistiche e i ricavi lordi consolidati arriveranno a 19,3 milioni di euro, e il margine operativo lordo potrebbe arrivare a 1,8 milioni di euro.

Wall Street. Previsioni record per oggi

wall-streetPer gli investitori oggi Wall Street potrebbe essere una manna che cade dal cielo. I futures infatti danno segnali più che positivi, e a poco dall’apertura sono in molti a scommettere su un altro record della borsa newyorchese. In Europa, mentre Londra è chiusa per festività, vanno male Milano e Zurigo. Forte rally invece di Hong Kong, e chiusura positiva per Tokyo.

I futures di New York

Tutti gli indicatori futures della borsa di Wall Street portano a credere che le contrattazioni oggi porteranno gli indici parecchio su. Il future sul Dow Jones si posiziona infatti a +0,3%, e lo S&P 500 segna un +0,24%. Anche il future sul Nasdaq sta segnando un rialzo. Ora è a +0,37%.

Dopo il record di venerdì scorso dunque, gli investitori sono pronti a fare profitti sui tre listini principali di New York. Sotto osservazione i tecnologici, segnalati tutti in forte rialzo. Google Alphabet segna un progresso del 1,27%, e Facebook dell’1,01%. Molto bene Alibaba con 1,06% e Invdia, con il 2,02%. Anche Tesla sale, mentre soffrono i bancari.

Sotto osservazione le materie prime, con oro e argento in regressione. Altro titolo in forte rialzo è la Ferrari, che sale del 2%, ma soprattutto Netflix, che supera il 5% di rialzo, e Paypal, che supera il 3%.

L’Africa e le possibilità di investimento per il futuro

africaL’Africa potrebbe essere un luogo molto interessante per investire. Infatti, pur ancora non facendo parte del novero dei mercati emergenti, quest’ultimo anno ha dato dei segni di consolidamento di grande rilevanza.

In particolare Ghana ed Egitto si sono segnalate per per la domanda e il continente è salito molto nelle valutazioni degli analisti della J.P. Morgan.

La situazione

È vero che ci sono state molte turbolenze sui mercati emergenti, ma molti mercati sono ancora appetibili, e si segnalano come in netto miglioramento.

Se alcuni paesi, come Argentina e Medio Oriente sono ancora a rischio, altri, dell’Africa si segnalano come in netto vantaggio.

I rendimenti sono in aumento, e in media valgono tra il 7,1% al 5,9%, secondo i dati dell’anno scorso. Il Ghana e l’Egitto hanno aderito ai programmi del Fondo Monetario Internazionale. Certo, stanno procedendo a delle riforme strutturali per ottenere i finanziamenti, e sappiamo che in passato, molti di questi programmi, sono stati fallimentari.

Ma nel contempo, questi programmi stanno favorendo i rendimenti dei debiti sovrani, per gli investitori.

Il paese, da un punto di vista politico, è stabile e il PIL crescerà al 5,5% per il prossimo quinquennio.

L’Egitto sta seguendo la stessa linea, e per il momento sta consolidando i bilanci.

Ancora un crollo di Atlantia, -9%. L’AD attiva finanziamenti straordinari

atlantiaAtlantia continua a soffrire dopo il crollo di ponte Morandi. Dopo il leggero recupero di venerdì, questa mattina il titolo crolla subito del 9%, e va a 19,3 euro. Le rassicurazioni del fine settimana non sono quindi servite, anche perché, se da una parte Salvini ha cercato di smorzare i toni, dall’altra Di Maio non vuole cedere.

La mattinata

La mattinata si è aperta con i titoli dei giornali che hanno riportato la notizia di una legge speciale per Autostrade per l’Italia. Una legge per togliere all’azienda la concessione sulle autostrade italiane. Da vedere poi chi si occuperà della rete di comunicazioni nazionale.

Il crollo di oggi però sembra più legato all’incontro del CdA di Autostrade, avvenuto nel fine settimana. L’Ad Castellucci ha annunciato un finanziamento immediato di mezzo miliardo per far fronte alla crisi. La liquidità verrà attivata già oggi, a disposizione delle famiglie delle vittime del ponte, e agli sfollati. Da questa somma, il consiglio ha escluso i risarcimenti, che verranno erogati a parte.

Altri soldi dunque, per Autostrade per l’Italia, che fanno traballare gli investitori, con vendite di massa. Il crollo di Ponte Morandi si trascinerà a lungo, per l’azienda, per Genova e per l’Italia, colpita al cuore, sia umanamente che finanziariamente.

Dopo Ponte Morandi crolla anche il titolo Atlantia, controllore di Autostrade

ponte morandiIl controllore di Autostrade, Atlantia, paga caro il crollo di Ponte Morandi. In apertura, questa mattina, il titolo cade subito del 21%, e ora (10:30 CEST) perde oltre il 25%, con un prezzo di 17,59 euro per azione, dal prezzo di partenza di 23,54 euro.

Un crollo annunciato, dopo le dichiarazioni politiche a seguito del disastro del ponte della A10 di Genova.

Il futuro del titolo

Il titolo di Atlantia ha un futuro decisamente nero. Chiaramente, dalle dichiarazioni politiche, ai fatti, ci sarà tempo e non sappiamo ancora se il Governo toglierà la concessione ad Autostrade per l’Italia.

Intanto è eccesso di ribasso. Verso le 9 il titolo ha smesso di fare il prezzo. Contrattazioni ferme e ora si ricomincia a scendere.

Il Governo ha chiesto le dimissioni dei vertici aziendali, ha annunciato il ritoro della concessione e una maxi multa di 150 milioni di euro. Ma allo stesso tempo, lo spread è schizzato in alto, a 290 punti.

Questo perché il contratto prevede delle penali. Il ritiro della concessione, secondo alcuni analisti, potrebbe costare anche 10 miliardi. Intanto, da Autostrade, fanno sapere che in caso di ritiro, all’azienda spetterebbe il valore residuo della concessione.

Per il momento Atlantia paga caro il crollo del ponte, con una perdita di capitalizzazione pari a 4,5 miliardi di euro.