Ericsson crolla in Borsa: bilancio colpevole? La risposta, come è possibile immaginare, è positiva. I risultati relativi allo stesso hanno infatti portato ad un generale senso di sfiducia nei confronti del titolo il quale sta pagando i frutti di una stagione non rosea per l’azienda.
Azioni
Secondo il suo fondatore Tesla è sopravvalutata
La Tesla sarebbe sopravvalutata dai mercati azionari, secondo lo stesso fondatore dell’azienda, Elion Musk, per cui il prezzo di 327 dollari per azione che la società ha raggiunto la scorsa settimana, sarebbe immeritato dall’azienda. Una dichiarazione che farà discutere, ma le azioni della casa “eletttrica” dell’automobile, si sono rivalutate del 50% in sette mesi, e non sembrano voler scendere.
Secondo il fondatore – “A volte le attese vanno fuori controllo” – e oggi la Tesla ha un valore sul mercato di 50 miliardi di dollari, forse troppo, anche per alcuni analisti.
Ma la dichiarazione farà discutere anche perché è veramente raro che un proprietario di un’azienda facci dichiarazioni di questo tipo sulla sua creazione, facendo freddare le aspettative dei suoi stessi azionisti, e dei possibili investitori. Secondo Musk però, le aspettative sulla rivoluzione elettrica dell’automobile sono attualmente troppo alte e il comparto elettrico potrebbe rivelarsi una bolla.
Un monito dunque, a tutti quelli che vorrebbero investire nell’elettrico, pensando a guadagni facili che possano far speculare qualcuno.
Certo, la produzione del modello economico di tesla è iniziata, e promette bene, ma forse il 50% di rivalutazione dall’inizio dell’anno, è troppo anche per il prodotto del futuro, anche perché l’energia fossile sarà dura a morire.
Creval cede npl e vola in Borsa
Buonissime prestazioni per Creval che grazie al cedimento di non performing loans vola in Borsa: quei picchi che ad inizio settimana erano arrivati al 9% ci sono stabilizzati questa mattina alle 11 intorno al 6,02%.
Carige, bond e azioni volano dopo via libera aumento
Banca Carige continua a macinare terreno alla Borsa di Milano dall’apertura con azioni che segnano fino al +6%. Motivazione di questo andamento in forte rialzo?L’approvazione da parte del Cda del piano di ricapitalizzazione che prevede un aumento di capitale da 500 milioni di euro e cessione di assets per 200.
Unicredit sale, con la benedizione di JP Morgan
Unicredit sale in Borsa a Milano staccandosi dagli altri bancari, facendo registrare un +1% a 17,15 euro con la benedizione di JP Morgan che riprende il rating sull’azione dopo averlo sospeso in passato. Scopriamo insieme cosa significa tutto ciò.
Alitalia, oggi incontro per cassa integrazione straordinaria
Ancora non è chiaro come questo influirà sulle azioni della compagnia, ma oggi i commissari di Alitalia sosterranno un incontro relativo alla cassa integrazione straordinaria. Ecco quindi le prime conseguenze reali del no ad un referendum che avrebbe potuto accontentare molte più persone.
Alitalia affonda anche Air Berlin
Questione di partecipazioni incrociate, e le azioni Air Berlin scendono a causa del crack di Alitalia. Infatti, la partecipazione al 49% di Ethiad Airways in Alitalia, influenza la compagnia tedesca che è al 30% degli arabi. Così la low cost si trova a dover fare i conti con un’eventuale esborso da affrontare per la compagnia italiana, sommata agli attentati in Africa settentrionale da parte di gruppi terroristici, che stanno costringendo la compagnia tedesca a spostare le sue rotte verso il Medio Oriente e gli Stati Uniti. A parlarne Thomas Winkelmann, il nuovo Amministratore Delegato, con un nuovo piano industriale per sopperire alla crisi nordafricana.
Ma anche Alitalia incide, e così le azioni dell’Air Berlin perdono ancora terreno in Germania, a Francoforte, dove in un anno hanno ceduto il 28%. Male anche i bond in euro, con rendimento al 15%, e scadenza nel 2019, simili a quelli emessi in franchi svizzeri, con rendimento al 20%. Domani usciranno i dati sull’esercizio del 2016, e ci potrebbero essere altre notizie indicative per il futuro degli investitori. Nella mente di Air Berlin, secondo i giornali in Germania e in Arabia, si vorrebbe fare concorrenza alle big delle Low Cost, Easyjet e Ryan, con l’aiuto della Lufthansa, che sarebbe pronta a intervenire in Alitalia. Ma questo intervento era legato al piano di ristrutturazione della compagnia italiana, oggi saltato, dopo il no dei lavoratori ai referendum.
Oi Brasil vicina alla bancarotta
Brutta avventura per gli investitori di Oi Brasil, la quarta compagnia telefonica del paese sudamericano, sotto di 21 miliardi di dollari dallo scorso anno. In Olanda, due succursali con sede nella capitale dei tulipani, sono state ufficialmente iscritte nei procedimenti del tribunale fallimentare, mentre la casa madre continua a tentare di placare i creditori offrendo un accordo soddisfacente. Le azioni dell’azienda oggi valgono il 30% del prezzo di acquisto, e trascinano giù anche quelle della Portugal Telecom, oggi ceduta, ma le cui obbligazioni sono rimaste in pancia alla compagnia brasiliana. I bonds “olandesi”, per un valore di quasi 6 miliardi di dollari, sono quelli nel mirio della procedura fallimentare, mentre i creditori, tra cui Aurelius Capital Management LP, Attestor Capital LLC, Citadel LLP and York Capital Management, cercano di evitare il fallimento della compagnia per non rimanere con un pugno di mosche. Tra le soluzioni quella del finanziere egiziano Naguib Sawiris, che acquistò Wind, che si prenderebbe in carico la compagnia telefonica per risanarla e forse fonderla con Tim Participacoes, di Telecom Italia. Per il momento Sawiris investirebbe 250 milioni di dollari in Brasile, con altri associati disposti ad investire un altro miliardo di dollari.
Intanto Oi Brasil offre agli azionisti uno scambio debt/equity e nuove obbligazioni, per far scendere il debito, per un valore di 10,4 miliardi di dollari. Ma bisognerà convincere gli azionisti, sul risanamento della compagnia.
Saipem sale in borsa e pensa a nuove emissioni, possibili investimenti
La società e multinazionale di estrazioni petrolifere Saipem continua la sua ascesa in borsa, e le sue azioni stanno diventando appetibili per gli investitori del lungo periodo. È di oggi la notizia, diffusa dalla Reuters, secondo la quale, l’azienda potrebbe collogare altre obbligazioni sul mercato. Per il momento si tratta solo di indiscrezioni, ma abbastanza precise. Dovrebbe trattarsi di obbligazioni a 5 anni, e secondo le fonti economiche, l’ammontare dovrebbe aggirarsi sui 500 milioni di euro, per un rendimento del 3%. Dalla Saipem naturalmente, né conferme, né smentite, ma gli analisti sembrano essere abbastanza sicuri, visto anche l’andamento delle azioni della compagnia, che alla borsa di Milano, ieri hanno fatto segnare un +1,16%, confermando così il recupero dell’azienda sul mercato azionario. Ieri le azioni avevano segnato un buon rialzo, confermato questa mattina, sia in apertura che a metà seduta, quando le azioni hanno toccato il prezzo di 0,4023 euro, con un rialzo del 1,18%, il migliore della mattinata alla Ftse Mib. Oggi la borsa di Milano registra una stagnazione, con l’indice fermo a +0,05%. Male Tenaris, con un -1%, che invece ieri si era segnalata per la sua progressione.
La FED alza i tassi: lasciare le azioni e puntare sui bonds?
La FED, banca centrale statunitense, ha alzato, come previsto, i tassi sul costo del biglietto verde, e gli analisti ora si stanno domandando quale sarà il futuro del mercato azionario. La risposta è molto semplice, un rialzo non fa primavera, e nemmeno l’inverno. Certamente non ci sarà un abbandono del mercato azionario in favore dei titoli di stato, ma solo una maggiore attenzione ai bonds. Nessun “panico” o “bolla”, ma forse il mercato semplicemente rallenterà un po’, dopo i vari rally di Wall Street, alternati a pause, grazie ai tassi bassissimi sul dollaro che ha stimolato i prestiti speculativi. Inoltre, la Federal Reserve, ha spesso, negli ultimi anni, dato delle sovrastime delle sue azioni sui tassi, e sono in pochi a tenere conseguenze negative sui mercati. Poi il mercato avrà il tempo di assorbire l’aumento dei tassi, previsto in tre tranche da 0,25%, ed assestarsi sulle nuove posizioni. Gli analisti spiegano che le perdite per i fondi obbligazionari, a causa di un aumento dei tassi progressivo e minimo, sono normalmente molto piccole, se non nulle. Su dei rendimenti medi, per esempio, del 4,5% dei fondi obbligazionari, lo 0,25% è minimo, anche se moltiplicato per tre tranche, e servirebbero due anni prima che i fondi ne risentano. Ma questa è la matematica pura, infatti l’aumento dei tassi attira gli investitori sulle obbligazioni, alimentando così i fondi e il mercato. Ad oggi, non vi consigliamo dunque di abbandonare le azioni, ma solo di tenere sott’occhio i bonds.
Investire in Generali
L’attenzione intorno a Generali Assicurazioni, da parte delle banche, sembra essersi placata, con l’annuncio della definitiva ritirata dal tentativo di scalata di Banca Intesa, ma il titolo continua ad offrire buone garanzie di investimento, forte degli ottimi bilanci registrati nel 2016. Dopo una serie di rally, e di ribassi, il titolo potrebbe essere di nuovo spinto su sull’onda dei risultati, e c’è quindi poco tempo per acquistare le azioni, prima che diventino troppo care, e si rivelino solo una cassaforte anti inflazione. Il 2016 è stata l’anno migliore per l’utile netto e per lo share equity degli ultimi 10 anni, tanto che la compagnia assicurativa ha annullato l’aumento di capitale che aveva previsto, passando addirittura ad un’accelerazione del piano industriale e cercando nuove strategia di acquisizione, dopo le minacce di scalata. Il 2016 ha visto l’utile netto salire del 2,5%, pari a 2,1 miliardi, e quello operativo dello 0,9%, pari a 4,83 milioni. E così il dividendo per azione è salito dell’11,1%, pari a 0,80 centesimi per azione. Confermate tutte le previsioni future, che vedono un net operating cash cumulativo di più 7 miliardi, per il 2018, con l’obbiettivo del risparmio sui costi operativi che viene anticipato di 1 anno. Il Regulatory Solvency ratio dello stato patrimoniale, dale da 171% a 177%, il titolo del 2,74%.
Comprare azioni: come scegliere in base al prezzo
Quando ci si avvicina ai mercati azionari, i dubbi sono sempre molti, soprattutto sui tempi. Una cosa è comunque certa, il guadagno può esserci sia con i mercati in rialzo, che con quelli a ribasso. Infatti, se si riescono a comprendere i meccanismi del mercato, entrambe le situazioni possono essere favorevoli. Un punto di riferimento possono essere i prezzi delle azioni, quando non sono viziati da un eccesso di manipolazione, e quando l’azienda oggetto del titolo, sta facendo utili ma ha anche un programma di investimenti per la sua crescita. Qui entra in gioco l’abilità del trader di azioni, che deve comprendere se c’è una sopravalutazione dell’azienda, studiandone i programmi, o una sottovalutazione. Una sopravalutazione, potrebbe suggerire la vendita delle proprie azioni, in modo da realizzare il profitto prima che queste cadano, una sottovalutazione potrebbe suggerire l’acquisto, in attesa che l’azienda riesca a sfruttare appieno il suo valore.
Certamente qui la scelta rientra nella prospettiva del breve o del lungo periodo. Quando c’è una crescita prolungata del prezzo delle azioni, ci troviamo generalmente di fronte ad un’azienda sana, che potrà garantire dei profitti anche a lungo termine, mentre per quelle aziende cui valori oscillano, il discorso è più complesso, e bisogna sempre essere pronti a vendere prima della contrazione, magari per riacquistare poi le stesse azioni a prezzi più bassi e attendere che salgano di nuovo.
Il rally di Poste Italiane
Poste Italiane vola in borsa e segna già un +4% in apertura dei mercati, nonostante Milano sia in leggera flessione di un -0,56%. Il titolo di Poste Italiane è molto ricercato oggi, forse grazie alle voci che vogliono la distribuzione di un maxi dividendo straordinario per gli azionisti. Visto l’ottimo andamento del titolo, la dirigenza delle poste ha pensato a rilasciare un dividendo straordinario, ma la decisione non è stata ancora presa in quanto adesso, il Tesoro, ancora proprietario di maggioranza, potrebbe cambiare idea sul collocamento del 30% di azioni sul mercato, preventivato per far cassa. A immettere liquidità potrebbe essere proprio il buon andamento dell’azienda, con il governo che potrebbe sfruttare i dividendi e dirottare l’idea originale su una vendita delle quote a Cassa Depositi e Prestiti, che detiene già il 30% delle stesse Poste Italiane. Prima di questa acquisizione della Cassa Depositi, il governo avrebbe pensato ad una distribuzione ai soci, di 1 miliardo di euro di dividendi, mentre la Cassa Depositi potrebbe sfruttare i dividendi proprio per l’acquisizione del 30% di Poste Italiane.
Ma queste non sono le sole opzioni sul tavolo. Il governo potrebbe anche rinviare il collocamento di questo 30% fino ad autunno, con una seconda IPO a gennaio quindi da smentire.
Crollano i bancari, attenzione ai vostri investimenti
Febbraio si preannuncia un mese difficile per i bancari italiani, nonostante a gennaio era sembrato, a tutti gli analisti, che le banche potessero, almeno in borsa, tenere un buon ritmo. Invece il mese ha mostrato i primi scricchiolii, e oggi la seduta è stata addirittura drammatica per le azioni delle banche, che occupano le ultime posizioni verso l’ora di pranzo, dell’indice. Le perdite sono ormai all’ordine del giorno, con BPER Banca a condurre il record negativo con un -4,08%, seguita da Unicredit, che continua a scendere dal giorno delle indiscrezioni su Generali e l’aumento di capitale. Alle 13 e 30 il negativo era di 3,58%. Unicredit sembra una delle banche maggiormente sotto pressione per le sue azioni, ed è presto per dire quando questa pressione finirà, per tutto il comparto. Un po’ meglio BPM, con un -3,05% e Unibanca con il -2,5%. Comunque le quattro banche hanno segnato gli ultimi quattro posti del Ftse Mib. Un periodo difficile, con vendite sostenute delle azioni, che sta portando in basso anche l’indice borsistico, che all’ora di pranzo registrava un -0,98%. Le banche italiane sono sotto l’occhio vigile dell’Europa, che non le crede sane, anche se a quanto sembra, gli analisti dovrebbero preoccuparsi più di quelle tedesche, ma al momento non sappiamo quando finirà questa pressione e quando si tornerà ad investire nel comparto.