Le differenze tra i CFD e le normali Azioni

quotazioni-valutaI CFD sono senza dubbio il sistema più facile e veloce per iniziare ad investire nel mondo delle azioni. CFD è l’acronimo di “Contracts for Difference“, ovvero in italiano: “Contratti per Differenza” e sono praticamente la base dei moderni broker forex come eToro, Plus500, Markets, Roboforex, ma anche per quei broker per opzioni binarie come TopOption, BDSwiss, OptionTime, e chi più ne ha, più ne metta.

Il sistema dei contratti per differenza ha permesso a questi broker di proliferare nel mercato retail, proponendo soluzioni veloci ed economiche grazie proprio a dei contratti puramente “speculativi”. Facendo trading su un contratto per differenza, sarà possibile investire in borsa online agendo sulla differenza di prezzo tra l’apertura e la chiusura della posizione.

Questo tipo di operazione è molto più veloce rispetto a quella che viene effettuata in maniera tradizionale, dove però è possibile godere di alcuni benefici, come ad esempio i dividendi.

Leva finanziaria con i CFD

  •  Rispetto alle azioni tradizionali, con i CFD è possibile applicare una considerevole leva, che ci permetterà di massimizzare i nostri guadagni, con un minor investimento richiesto.
  •  E’ possibile vendere più azioni con i CFD, rispetto alle azioni tradizionali.
  •  Questo è uno degli altri vantaggi, che ci permette di applicare la nostra strategia profittevole su più mercati azionari, sia nel caso il mercato vada verso il basso, che verso l’alto.

Slippage con i CFD

Questo è uno dei pochi lati negativi dei CFD per azioni. Lo slippage è la differenza di esecuzione tra il momento in cui premiamo il bottone “Compra” (o vendi) e il momento effettivo in cui l’ordine viene “fillato” (processato) a mercato. Questo avviene solitamente nei penny stock, ovvero quei titoli azionari del valore inferiore ai 5$ che sono molto illiquidi a volte. Per evitare ciò, scegliete titoli azionari più blasonati (e che ovviamente conoscete bene).

Lo spread nei CFD

Lo spread è dove i broker guadagnano, è la differenza tra il prezzo BID e ASK. Solitamente sui titoli azionari si aggira intorno allo 0.05%, tuttavia questo valore è sempre molto basso, ma variabile a seconda delle condizioni di mercato (dipende ovviamente se siete su un broker con spread fisso, o variabile).

I vantaggi dei CFD rispetto al Mercato Azionario Tradizionale

Riassumendo, i vantaggi dei CFD sono:

  • Margini richiesti inferiori
  • Accesso facile e veloce ai mercati globali
  • Short selling consentito
  • Assenza di regole
  • Commissioni assenti oppure inesistenti

I possibili svantaggi dei CFD rispetto alle azioni tradizionali

In sostanza, gli svantaggi dei CFD rispetto alle normali Azioni, sono la possibilità che una leva alta possa portare ad ingenti perdite (usate una leva bassa, quindi).

A chi consigliamo i CFD

Consigliamo i CFD a tutti i tipi di traders, con esperienza o senza esperienza. E in particolare agli investitori a lungo e medio termine, i CFD sono sicuramente la miglior soluzione per qualsiasi tipo di trading plan, grazie anche ai costi contenuti che offrono.

Cosa sono le azioni e quando convengono?

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Le azioni sono tra le prime forme di investimento nate, ed ancora oggi costituiscono una quota importante del mercato borsistico. Ma cos’è una azione? Anche se tutti ne hanno sentito parlare ben pochi saprebbero realmente definirle.

L’azione nasceva dall’esigenza delle aziende di reperire nuovi capitali. Per questo fu inventato il sistema di dividere l’azienda in un certo numero di quote e metterle in vendita. Coloro che acquistavano una o più quote divenivano proprietari di una parte corrispondente del capitale aziendale, ed anche il diritto di partecipare come soci alle assemblee per decidere della gestione della società.

Come si guadagna con le azioni?

Le azioni offrono due possibilità di guadagno, entrambe in ultima analisi legate all’andamento dell’azienda. La prima è il cosiddetto dividendo, ossia quella parte dei profitti che una società con un buon andamento distribuisce ai titolari delle quote di capitale, cioè gli azionisti.

La seconda è la possibilità rivendere le azioni acquistate, guadagnando sulla differenza di prezzo.
Come detto entrambe le prospettive sono legate all’andamento dell’azienda: se un’azienda è florida farà più utili e potrà distribuire dividendi. Allo stesso tempo le sue azioni diverranno più appetibili e acquistate, perciò il prezzo si alzerà.

Oggi, con la frenesia che contraddistingue i mercati, è più che altro la compravendita a determinare il prezzo delle azioni, e ogni giorno vengono scambiati grossi volumi di titoli spesso basandosi su voci o notizie non confermate che solitamente hanno poco a che fare con la reale situazione di salute dell’azienda.

Chi può investire in azioni?

Chiunque. Basta infatti recarsi presso una banca o un consulente finanziario autorizzato per iniziare ad investire in azioni.

Allo stesso tempo però si deve tener conto che l’investimento in azioni, a differenza dei conti deposito (Approfondisci) o dei buoni fruttiferi postali, è sempre considerato ad alto rischio, e si deve valutare bene se ciò si addice al proprio profilo. Esistono però anche altre forme di investimento in azioni, come i fondi comuni, che vanno ad acquistare azioni di varie aziende dello stesso o di differenti settori, in modo da diluire il rischio per l’investitore.

Quando conviene investire in azioni?
Non si può rispondere in breve a questa domanda perché troppi sono i fattori. Comunque, studiando a fondo il mercato col proprio consulente, si potrà scegliere una strategia che di solito può essere ricondotta ad uno di questi due principi: comprare quando il mercato è basso sperando che risalga, oppure comprare quando il mercato è in crescita sperando che continui a crescere.
Si capisce però che questa è una spiegazione molto semplicistica ed è sempre bene affidarsi ai consigli di un professionista competente e fidato.

Metalli, su quali titoli puntare

Per via di una domanda mondiale sempre più debole, i prezzi dei metalli di base sono al ribasso. Ciò è dovuto anche al rafforzamento del dollaro e al crollo della quotazione del petrolio.

I Fondi comuni sono molto apprezzati dagli investitori italiani

Le famiglie italiane sono più restie ad acquistare bot, btp, bond bancari e azioni e al contrario più fondi comuni, comparti di sicav, polizze vita e prodotti previdenziali. È questa l’immagine che viene fuori dal supplemento al Bollettino Statistico della Banca d’Italia che descrive dettagliatamente i flussi degli investimenti degli italiani.

Tra gennaio e marzo, le famiglie italiane hanno disinvestito dai BTP 7,8 miliardi di euro: ne possiedono ancora tanti, 193 miliardi ai quali vanno uniti circa 18,8 miliardi di CCT, ma ora prediligono starne alla larga. Così come schivano anche i bond bancari (che pure mantengono in portafoglio per 299 miliardi): nel primo trimestre i deflussi da questa asset class, cioè la differenza tra i capitali in ingresso e quelli in uscita per richieste di riscatto, sono stati pari a 16,8 miliardi. In rosso pure il bilancio dei flussi di investimento verso le azioni italiane (-7 miliardi).

Fondi comuni: EstCapital investe su Venezia

Gli italiani preferiscono maggiormente i fondi comuni e i settori di sicav estere che hanno attirato sottoscrizioni nette trimestrali per 16,5 miliardi: a fine marzo, l’ammontare di questa componente in portafoglio ai risparmiatori italiani era pari  a 327 miliardi. Al secondo posto come preferenza, si collocano le polizze vita e i prodotti previdenziali che, unitamente, hanno incassato flussi di investimento per 12 miliardi. Il risultato finale che viene posto in evidenza è abbastanza indicativo di come la cosiddetta repressione finanziaria, cioè i tassi di interesse forzatamente mantenuti a zero o al minimo storico grazie alla volontà delle banche centrali più importanti, stia cambiando in maniera totale i metodi di investimento degli italiani.

A Piazza Affari, in crescita gli utili per le Azioni Italiane

Stando a quanto riportato da CorrierEconomia, Piazza Affari, insieme ai mercati azionari periferici, sta offrendo il maggior potenziale di rialzo degli utili, in particolar modo in rapporto a società piccole e leader globali di nicchia come Eurotech, o Gefran, che operano nel settore della componentistica auto di ultima generazione, i cui ricavi per oltre la metà del loro fatturato è realizzata all’estero e per le quali c’è un potenziale di crescita degli utili e delle quotazioni stimato in crescita e con rendimenti superiori al 20% con riferimento ai prossimi 6-12 mesi.

Lo stesso discorso vale anche per gruppi industriali di grandi dimensioni, come StMicroelectronics, e per gruppi bancari e per gruppi dei media più tradizionali, come Mediaset e Unicredit, e per i maggiori gruppi internazionali che fanno parte del settore delle costruzioni, tra cui Lafarge e HeidelgergCement, che vengono giudicati overweight dagli analisti di JPMorgan Cazenove.

La composizione del portafoglio con i tassi bassi della Bce

La domanda più frequente che in questo momento ci si pone è se si sia favorevole o meno tornare a puntare sulle valute estere: sempre stando a quanto riportato da CorrierEconomia, al di là dei rischi che si possono correre, si può investire sulle valute straniere, stando però ben attenti a diversificare, immettendo in portafoglio, azioni, obbligazioni o titoli di Stato che si voglia, ma dalla rivalutazione della moneta di riferimento. Di solito si fa riferimento a dollaro o alla sterlina inglese, ma anche l’Europa offre in questo campo molte opportunità, come ad esempio le corone nordiche. Meglio in ogni caso  preferire in questi casi strumenti quali le obbligazioni.

 

 

Apple e pronta ad un accordo con le più prestigiose marche automobilistiche

La tecnologia Apple è pronta a rivoluzionare anche il mondo dei motori. Il gruppo della Mela Morsicata ha annunciato che le principali case automobilistiche – tra cui Ferrari, Volvo e Mercedes implementeranno CarPlay, un dispositivo che offre agli utenti iPhone un modo intuitivo per effettuare chiamate, utilizzare mappe, ascoltare musica e accedere ai messaggi con solo una parola o un tocco. Intanto si sono sollevate le voci di una possibile cooperazione con la casa automobilistica americana Tesla Motors per un progetto comune sulle auto elettriche.

I bond Apple sono adatti per la quotazione di Etf?

Mondo dei motori a parte, Apple continua a lavorare ai dispositivi indossabili, con il suo iWatch che dovrebbe essere lanciato nei prossimi mesi. I diversi progetti in casa Cupertino dimostrano come per assicurarsi una continua crescita il gruppo punti alla diversificazione per fronteggiare l’agguerrita concorrenza di Samsung spiega Rbs Bank. Apple si conferma comunque tra i principali produttori di smartphone e tablet al mondo. Nel primo trimestre dell’esercizio 2014, conclusosi lo scorso 28 dicembre, il gruppo fondato da Steve Jobs ha riportato vendite record a 57,6 miliardi di dollari (+5,7% rispetto all’anno prima).

I bond Apple cominciano a suscitare qualche perplessità

L’azienda californiana ha venduto 51 milioni di iPhone, un record trimestrale di sempre. Boom di vendite anche per l’iPad, pari a 26 milioni di pezzi, anche in questo caso record trimestrale di sempre. La domanda ha spinto gli utili trimestrali a 13,1 miliardi di dollari, ossia 14,50 dollari ad azione, oltre le aspettative. I vertici di Apple si attendono per il trimestre in corso ricavi compresi tra 42-44 miliardi di dollari. In questi primi mesi del 2014 il titolo Apple ha rallentato il passo dopo aver chiuso brillantemente il 2013. Da gennaio l’azione ha lasciato sul parterre il 3,6%. Guardando la performance a un anno, emerge un rialzo di 15 punti percentuali.