Il piano anti-spread messo a punto dalla Bce ha senza dubbio stabilizzato la situazione sui mercati finanziari, in particolare il mercato dei bond sovrani dei paesi periferici che avevano subito pesanti perdite negli ultimi mesi con gli spread di Italia e Spagna su livelli insostenibili, rispettivamente oltre 500 e 600 punti base. Anche i bond bancari hanno recuperato parecchio e il premio per il rischio è sensibilmente diminuito, tanto da favorire un vero e proprio boom di emissioni di corporate bond su varie scadenze.
Btp
Quali bond inserire in portafoglio a settembre 2012
Il rally dei mercati di agosto ha portato maggiore entusiasmo tra gli investitori, depressi e disorientati dopo mesi trascorsi tra elevata volatilità e grande incertezza sul futuro dell’euro. Da quando sul finire di luglio Mario Draghi ha rassicurato i mercati, dichiarando di essere pronto a tutto per salvare l’euro, è avvenuto un poderoso rally di borse, bond e materie prime. Il clima di risk on ha migliorato sensibilmente la situazione sul mercato dei bond, ma restano ancora evidenti distorsioni nel rapporto rischio/rendimento di molti titoli.
I bond di Campari sono più redditizi dei Btp
Campari è appena riuscita ad aggiudicarsi i business giamaicani del rum, di conseguenza molti riflettori finanziari sono stati concentrati proprio sul celebre gruppo quotato a Piazza Affari: l’acquisizione di Lascelles de Mercado ha spiazzato un po’ tutti gli operatori, ma la società è stata in grado di realizzare il terzo maggior rilevamento di questo tipo negli ultimi cinque anni. La mossa è senza dubbio strategica, in quanto il brand lombardo è fortemente intenzionato a spopolare nei paesi del Nord America, non solo nei Caraibi, ma anche gli Stati Uniti, il Canada e il Messico.
Come gestire il portafoglio di bond italiani a settembre 2012
Ad agosto, un po’ a sorpresa, gli speculatori hanno posato l’ascia di guerra concedendo una tregua ai tormentati mercati finanziari, afflitti dai soliti problemi legati alla stabilità dell’euro, ai debiti sovrani e alla crisi economica. Il rimbalzo è stato importante e ha coinvolto le più svariate categorie di asset finanziari, in particolare quelli con un grado di rischio maggiore come le azioni e le commodity. Tuttavia, hanno rialzato la testa anche i bond, sia quelli societari sia i governativi della periferia europea.
Investire in bond italiani in tempo di crisi
La crisi dei debiti sovrani continua a imperversare pericolosamente nella periferia europea (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia) e ben presto potrebbe interessare nuovamente anche alcuni paesi finora risparmiati dalla speculazione, ma potenzialmente a rischio per l’elevato debito (Belgio e Irlanda). Il focus ora è spostato tutto su Spagna e Italia. Madrid rischia il default e alla fine il paese iberico dovrebbe essere salvato dall’Europa. Tuttavia, il contagio sta colpendo pesantemente l’Italia, che negli ultimi giorni ha visto crollare la borsa e le quotazioni dei titoli di stato.
Spread elevato costa all’Italia quasi 150mila posti di lavoro
Il Centro studi Confindustria stima che l’Italia sta sperimentando uno spread eccessivamente elevato rispetto ai fondamentali economici. In particolare, con lo spread Btp-Bund che oggi viaggia tra 470 e 480 punti base, il differenziale aggiuntivo ammonta a oltre 300 punti. Se si considera la crescita economica e i livelli del debito pubblico, lo spread “reale” tra il Btp a dieci anni e il pari scadenza Bund tedesco dovrebbe attestarsi intorno a 164 punti base.
Allianz compra bond italiani
Nonostante l’altissimo debito pubblico e la recessione in corso da molti mesi, il colosso assicurativo tedesco Allianz crede nell’Italia e dichiara di continuare ad essere un grande investitore di titoli di stato tricolori. In un’intervista rilasciata a CorrierEconomia, Dieter Wemmer – membro del Board of Management del gruppo Allianz e vicepresidente di Allianz Italia – ritiene che la valutazione attuale espressa dai mercati sui titoli di stato italiani è esagerata. L’Italia viene inserita nel novero del club dei paesi virtuosi e al momento non viene valutata correttamente in base alla solidità di lungo periodo.
Investire sui bond a lungo termine
Investire nei titoli obbligazionari di lungo periodo, siano essi corporate bond o titoli fixed income (cioè del reddito fisso), può essere una soluzione molto interessante per chi avesse intenzione di puntare su una strategia di reinvestimento delle cedole in un’ottica di investimento da “cassettista”. Impegnarsi per periodi molto lunghi, ovvero con titoli con scadenza trentennale o addirittura “perpetual” (cioè senza durata), può potenzialmente spaventare gli investitori in quanto in un arco di tempo così lungo il debitore emittente potrebbe andare incontro a problemi di natura finanziaria.
Come scegliere le scadenze migliori tra Bot, Ctz e Btp
Su quali scadenze dei titoli di stato bisogna investire per restare al riparo dalle turbolenze finanziarie legate alla crisi dell’euro e dei debiti sovrani? E’ la domanda che forse molti investitori si staranno chiedendo da tempo, dopo essere stati continuamente sotto pressione negli ultimi mesi a causa dell’altalena dello spread. L’Italia sta attuando un importante processo di risanamento dei conti pubblici, anche se il rischio sovrano resta ancora elevato visto che il paese soffre una grave mancanza di crescita. Allora quali sono le migliori scadenze, a rischio nullo o molto basso, per investire in bond sovrani italiani?
Migliori investimenti ultimi 10 anni
Quali sono gli investimenti che hanno reso di più negli ultimi 10 anni? Dopo il boom degli anni ’90, il Duemila si è aperto con lo scoppio della bolla internet e solo a partire dal 2003 è avvenuta una forte ripresa dei mercati finanziari. Il decennio 2002-2012 è stato caratterizzato da una prima parte molto brillante, culminata con la crisi finanziaria del 2008 e il crack di Lehman Brothers che ha poi aperto le porte per un forte deprezzamento delle principali asset class. Da allora la volatilità è aumentata a dismisura, condizionando soprattutto l’andamento dei mercati azionari.
Svantaggi investimento BTP€i indicizzati all’inflazione
Il pericolo numero uno per l’investitore in obbligazioni è senza dubbio l’inflazione, ovvero la crescita dei prezzi nel corso del tempo. Oggi per un risparmiatore italiano difendersi dall’aumento del tasso di inflazione, che viaggia intorno al 3% su base annua, non è un compito semplice, sebbene alcuni analisti finanziari (come ad esempio quelli di Unicredit Research) stimano un forte rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo nei prossimi 12 mesi a causa dell’aggravarsi della recessione. Oggi il vero problema risiede nella mancanza di strumenti adatti per proteggersi dallo spauracchio dell’inflazione.
Torna la tensione sui differenziali, Spagna sopra Irlanda
Cambio di rotta per il mercato dei titoli di Stato; dopo un’apertura positiva dell’azionario a cui è seguita una riduzione dei differenziali in Eurozona gli investitori cambiano opinione sul post-elezioni in Grecia e torna la sfiducia.
Il differenziale sale ancora e la situazione peggiore si registra in Spagna sui Bonos, seguiti dai titoli di Stato Irlandesi. Dopo l’euforia per aver sventato l’uscita dall’area Euro gli investitori tirano un respiro di sollievo, visto che le conseguenze di una spaccatura interna alla Moneta Unica erano imprevedibili. Tuttavia ora si guarda al futuro che se questa mattina sembrava sostenibile ora spaventa i mercati.
Asta BTP a 3 anni del 14 Giugno 2012
I risultati dell’asta di BTP a tre anni di questa mattina sono perfettamente in linea con l’andamento precedente e non invertono la tendenza iniziata qualche mese fa’; per una domanda complessiva di 4.775 milioni di euro sono stati collocati 3 miliardi di euro di Buoni del Tesoro Poliennali a tre anni ad un tasso in netta crescita che si attesta a quota 5,30% (rispetto al 3,91% precedente). L’emissione ha visto un bid-to cover in leggerissimo calo e come per il mese precedente ad una domanda sostenuta corrispondono rendimenti in salita (che vanno a sfiorare i massimi da Dicembre 2011).
Sempre durante la mattinata sono stati collocati 1,5 miliardi di euro di BTP non più in corso di emissione a fronte di una domanda pari a 2,7 miliardi di euro. Due sono le scadenze interessate; la prima con i BTP 2019, che hanno registrato un rendimento prossimo al 6,10%, e la seconda con i BTP 2020 ed un rendimento pari al 6,13%.
Emissione BTP del 14 Giugno 2012
Nuova emissione in programma per il Ministero dell’Economia e delle Finanze; arrivano i titoli di Stato di lungo termine il 14 giugno in asta, con regolamento al 18 giugno e nello specifico verranno offerti tre BTP di cui due non più in corso di emissione.
Il primo prestito in emissione ha decorrenza 1° marzo 2012 e scadenza 1° marzo 2015 ed offre un tasso di interesse annuo lordo al 2,50%. L’ISIN che lo contraddistingue è IT0004805070 e l’ammontare dell’emissione varierà da 2 miliardi di euro a 3 miliardi di euro.