Shrinkflation è un termine molto interessante. Esso racconta come vengano messi in vendita dei prodotti in quantità minore ma allo stesso prezzo, causando un danno ai consumatori. È inutile girarci intorno: loro pagando lo stesso costo si trovano a poter sfruttare una quantità minore del bene.
Commodities
Investimenti diamanti: il risparmio tradito dalle banche
L’Antitrust ha fermato la truffa degli investimenti in diamanti da parte delle banche, multando Mps, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Bpm per le loro pratiche commerciali scorrette. La Consob aveva esentato le banche dal prospetto informativo quattro anni fa, e questo diede il via alle vendite ma con metodi truffaldini.
Alessandro Pedone dell’Aduc riporta come le banche vendessero diamanti prospettando dei guadagni ma fornendo informazioni false, con i prezzi mostrati al rialzo che invece non lo erano. Si usavanno delle pubblicità a pagamento fotocopiate da importanti quotidiani, a cui però veniva cancellata la parola pubblicità, ingannando così il cliente. Risultato, prezzi al ribasso nella realtà, e al rialzo dalle informazioni fornite ai clienti.
L’indice dei prezzi sui diamanti non è mai univoco, e questo è un investimento per esperti. Il solo indice attendibile è quello Rapaport di Anversa, la città dei diamanti, oggi anche artificiali. La Federpreziosi aveva chiesto un intervento, ben quattro anni fa, e la rivendita, così facile come era prospettato dalle banche, era invece proibitiva per questi preziosi. Le banche volevano anche le commissioni, e così, dopo numerose denunce, il tutto è venuto alla luce.
Sono ben 120 mila i clienti raggirati, che ora vogliono che le banche ricomprino al prezzo di acquisto i loro diamanti, mentre gli istituti tacciono colpevoli.
Per la Consob i diamanti non sono sicuri
La Consob mette in guardia gli azionisti per quel che riguarda l’acquisto di diamanti, che non sono, secondo l’istituto di vigilanza della borsa milanese, un bene rifugio paragonabile all’oro. I rischi non sarebbero percepibili nell’immediato, perché, secondo i gioiellieri, l’acquisto attraverso i canali dell’investimento non garantirebbe la purezza delle pietre, e quindi la validità del prezzo che potrebbe essere sopravvalutato rispetto a quello reale. Certamente una banca si affida alle certificazioni delle gemme, ma è indubbio che la materia richeda una conoscenza non solo finanziaria, ma anche geologica. E questo sarebbe il principale “difetto” dell’investimento in diamanti.
L’acquisto migliore rimane quello fatto in gioielleria, perché anche secondo la Consob, il rischio di pagare di più sulle piattaforme online, ma anche nelle banche, è elevato. Ricordiamo che il diamante, differentemente all’oro, deve essere posseduto fisicamente, e non viene trattato giornalmente in borsa, attraverso dei certificati (senza possederlo realmente) come l’oro, il cui valore dipende dall’andamento dei mercati. Il valore del diamante è legato esclusivamente alla sua purezza e bellezza, e quindi necessita una conoscenza diretta della pietra, e non il semplice possesso di un certificato. Naturalmente i gioiellieri hanno espresso la loro soddisfazione per il comunicato della Consob, mentre gli operatori finanziari si sono detti delusi da questo avviso, che tende a mettere in cattiva luce le operazioni di investimento sui diamanti.
FCA, salgono vendite Europa
Salgono le vendite in Europa per FCA: il 2016 fa registrare un buon 6,5% in più rispetto all’anno precedente. Con un dicembre da record: lo scorso mese è stato infatti raggiunto un incremento del 13,7% L’unione Fiat-Chrysler continua a dare i suoi buoni frutti.
Petrolio destinato a salire nel 2017?
Il petrolio è destinato a salire nel 2017. Ma per quanto tempo? E’ impossibile non tenere da conto che il 2016 è stato caratterizzato da tutta una serie di eventi che hanno influito sul prezzo del greggio. Cosa ci si può davvero aspettare?
Petrolio, nuovo crollo dei prezzi in arrivo?
Dopo il ‘nulla di fatto’ al termine del vertice tra i Paesi OPEC, il prezzo del petrolio si aggira intorno a quota 50 dollari al barile, con il Brent a 50,69 dollari. Nel contempo il Wti americano si attesta a 49,74 dollari.
Petrolio, quotazioni in calo sotto i 50 dollari
Il prezzo del Wti americano con consegna a settembre è calato poche ore fa sotto la soglia dei cinquanta dollari al barile, dopo avere lasciato sul terreno 19 centesimi attestandosi a 49,96 dollari.
Il Greggio si indebolisce dopo aver sfiorato i 60 al barile
I Futures di Giugno per quanto riguarda il greggio hanno avuto un bel rally che ha portato questo specifico mercato ai livelli massimi del 2015, prima che i venditori prendessero il controllo, ribaltando gli equilibri del trend intraday.
La situazione del petrolio ad inizio Maggio 2015
Gli ottimi risultati di questo mese sono stati scaturiti da una possibile scarsità nei prossimi mesi, scarsità che è stata prevista a livello globale sul breve-medio termine. Il rally inoltre sul dollaro statunitense potrebbe avere permesso agli investitori di trovare una scusa per prendere profitto proprio nel momento in cui il greggio si stava avvicinando al livello di 59 dollari e 58 centesimi, molto vicino quindi alla barriera psicologica dei 60 dollari.
Anche se il mercato probabilmente continuerà ad essere scambiato a livelli molto simili, il rally sembra perdere il suo slancio rialzista. Chi sta utilizzando le piattaforme di trading online, infatti, sta cercando di incassare i profitti nonostante il dollaro dia segnali di ripresa forte. Le preoccupazioni che la produzione del petrolio degli Stati Uniti non possa scendere in modo significativo nel prossimo futuro ha pesato sul movimento dei prezzi. La scorsa settimana, è stato segnalato che le scorte sono diminuite nel paese chiave della produzione del petrolio, a Cushing, in Oklahoma, per la prima volta dal novembre 2014. Alcuni commercianti hanno percepito questa notizia che gli inventari sono finalmente in fase di stabilizzazione.
Investire sul petrolio
Un dollaro più forte ha aiutato a portare i futures di Giugno del Comex Gold al loro livello più basso dal 19 marzo. Questo è accaduto il giorno dopo la riunione della Fed, la quale ha letteralmente lanciato un rally da 1142,40 dollari a 1.220,40$. La price action corrente è stata trainata verso livelli più alti grazie al forte dollaro. L’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti ha reso l’oro un investimento meno appetibile per gli investitori di tutto il mondo.
Prese di profitto e le basse volatilità hanno contribuito alla debolezza che aleggia sulla coppia EUR / USD. I commercianti hanno preso i profitti nel mercato dopo che gli indicatori tecnici si sono spostati sui valori di ipercomprato. La bassa volatilità sui mercati è stata attribuita alla festa del Primo Maggio in Europa.
Parlando d’altro, l’incertezza circa le elezioni del 6 maggio ha contribuito a guidare la coppia GBP / USD verso il basso, ma il più grande fattore è stata la pubblicazione di un rapporto del Regno Unito circa la produzione, che purtroppo si è dimostrata più debole del previsto. Il rapporto ha mostrato una lettura di 51,9 contro una stima di 54,6. Le approvazioni di ipoteca in UK sono diminuite da 63K a 61K.
Quali previsioni di prezzo per le Commodity nel 2014?
In base agli ultimi studi effettuati da ETF Securities, sul segmento delle materie prime il 2014 potrebbe essere a grandi linee quello dove si assisterà ad una svolta molto importante per questa classe di investimento. A sostenere questa tesi è Nicholas Brooks, Head of Research and Investment Strategy di ETF Securities, che illustra come il processo di aggiustamento della Cina da tassi di crescita del PIL del 10-12% a tassi più sostenibili del 7-8% sia giù stato in larga parte assorbito dal mercato.
Le previsioni sui prezzi dei metalli preziosi per il 2014 e il 2015
Investire sui metalli preziosi si è rivelato produttivo negli ultimi periodi, ma la situazione del mercato è in cambiamento e il discorso è da concentrare sullo specifico settore. Vediamo quali sono le proiezioni rispetto al movimento dei prezzi dei metalli preziosi per il 2014 e il 2015 da parte degli esperti di SoGen.
Oro. Il probabile rafforzamento del dollaro, che dovrebbe scaturire dalle scelte della Fed e della Bank of Japan, potrebbero avere una influenza sull’oro causandone il ribasso del prezzo. La crescita della produzione per il 2013 è data in leggero aumento e per il 2014 la quotazione dell’oro dovrebbe essere di 1.125 dollari l’oncia. In ribasso, quindi, rispetto ai 1.400 dollari del 2013. Per il 2015 è previsto un ulteriore ribasso a 1.100.
Argento. Anche per l’argento le indicazioni sono di un ribasso sostanzioso, considerando anche la correlazione con l’oro. Si registra uno scarso interesse degli investitori, per il 2013 è previsto un aumento della produzione e il prezzo per il 2014 dovrebbe essere di 19 dollari l’oncia. Nel 2013 il prezzo dell’argento era di 24 dollari l’oncia.
Platino. Non si aspettano grandi variazioni per il platino. I maggiori controlli sull’inquinamento in Cina dovrebbe portare a una maggiore domanda di convertitori catalitici con conseguente minore offerta per il platino. Per il 2014 la quotazione dovrebbe essere di 1.525 dollari l’oncia. Nel 2013 è di 1.6000 l’oncia e per il 2015 è prevista una crescita a 1.590 dollari l’oncia.
Palladio. Previsioni di crescita per il prezzo del palladio con conseguente interesse degli investitori. Da gennaio il palladio è l’unico tra i metalli preziosi ad avere un andamento in crescita con il +4,8%, mentre nel confronto dei 12 mesi e a +14,8%. Per il 2014 il prezzo dovrebbe essere di 835 dollari l’oncia. Nel 2013 era di 740 l’oncia e nel 2015 è previsto a 850 dollari.
Petrolio vola ai top da oltre due anni su tensioni in Siria
E’ un vero e proprio boom per il petrolio, che sui mercati internazionali continua a registrare forti rialzi a seguito dell’aumento delle tensioni in Siria. Ormai è imminente un intervento armato degli Stati Uniti, appoggiati dal loro alleato storico, ovvero la Gran Bretagna. Una fonte dell’amministrazione americana ha dichiarato alla Nbc che già a partire da giovedì 29 agosto potrebbero iniziare una serie di attacchi mirati contro la Siria, per rispondere all’utilizzo di armi chimiche che il regime di Bashar al-Assad avrebbe adoperato contro la popolazione siriana.
Nuovi disinvestimenti nelle commodities
Gli investitori continuano a cavalcare la parziale fuga dalle materie prime. Stando alle rilevazioni effettuate da Barclays Research, l’istituto che effettua un monitoraggio mensile sul settore delle commodities, nel corso del mese di aprile vi sarebbero stati ingenti quantitativi di disinvestimenti, conducendo gli asset patrimoniali di riferimento ai livelli minimi da 11 mesi a questa parte (385 miliardi di dollari rispetto ai 412 miliardi di marzo).
Ancora un rialzo per i futures sullo zucchero a New York
Lo zucchero ha fatto registrare il suo quarto giorno consecutivo di rialzi a New York, il rally più lungo in assoluto dallo scorso 7 marzo (vedi anche Soft commodities: zucchero e caffè in calo a New York). In particolare, i futures in questione sono stati sostenuti dai guadagni di un’altra commodity, il granturco. Allo stesso tempo, i contratti relativi al cacao hanno messo a segno un ribasso. Con gli strumenti collegati al granturco in rialzo di ben 6,5 punti percentuali, si possono ben immaginare le conseguenze per lo zucchero.
Credit Suisse view ribassista sulle commodity nel 2013
La banca di investimenti elvetica Credit Suisse mantiene una view molto negativa sul settore delle commodity e sottolinea come il decoupling commodity-equity sia destinato a durare anche nei prossimi mesi. Infatti, se in passato l’andamento delle materie prime era strettamente collegato a quello dei mercati azionari, da qualche settimana è in atto uno “sganciamento” da questa correlazione. La banca d’affari svizzera ritiene che ci sono almeno dieci buoni motivi per essere ribassisti sulle commodity e di puntare invece sulle azioni nel corso del 2013.