Gli ultimi sette giorni di contrattazioni dei futures sono stati caratterizzati da performance a dir poco altalenanti: i due esempi più eclatanti in questo senso sono rappresentati dal grano, il quale è riuscito a incrementare i propri ricavi come non accadeva da almeno nove mesi, grazie soprattutto alle esportazioni americane, mentre i semi di soia sono inesorabilmente calati nonostante la crescente produzione fatta registrare dal Sud America. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da sottolineare come le scorte di grano siano scese di quindici punti percentuali, così come annunciato anche dallo Us Department of Agricolture: l’export è più che raddoppiato e in questo modo i contratti futures hanno potuto beneficiare del secondo giorno consecutivo di rialzi presso il Chicago Board of Trade.
Contratti Futures
Cacao: la situazione politica ivoriana fa calare i futures
I contratti futures che osservano da vicino le performance del cacao sono scesi ai livelli più bassi delle ultime dieci settimane: non si tratta di una prestazione estemporanea, ma della conseguenza principale della grave situazione politica che ancora attanaglia la Costa d’Avorio, maggior produttore al mondo della commodity alimentare. Le brusche cadute dei futures, tra l’altro, hanno riguardato anche il cotone e il succo d’arancia. Le truppe fedeli ad Alassane Ouattara, il vincitore delle elezioni dello scorso novembre che è stato riconosciuto a livello internazionale, hanno guadagnato il controllo della capitale, ragione per la quale si attende una risoluzione a breve. Secondo gli analisti, questa svolta ha fatto perdere il premio del rischio relativo al cacao.
Cotone, buon rialzo dei futures presso l’Ice di New York
Il balzo in avanti dei contratti futures sul cotone ha caratterizzato gran parte delle contrattazioni dell’Ice Future Us (Intercontinental Exchange) di New York: il clima maggiormente umido del continente americano sta influenzando notevolmente queste quotazioni e anzi potrebbe addirittura limitare le scorte della materia prima provenienti dall’Australia, quarto maggior esportatore a livello internazionale. I guadagni della piazza finanziaria hanno però riguardato anche il succo d’arancia. Secondo quanto rilevato dal Bureau of Meteorology australiano, da aprile a giugno vi potrebbe essere un rischio crescente relativo alla pioggia, visto che quest’ultima sarebbe anche in grado di erodere letteralmente la qualità dei raccolti di cotone; tra l’altro, Tracey Allen, analista presso Rabobank Australia, ha voluto sottolineare come i prezzi in questione siano più che raddoppiati nel corso degli ultimi dodici mesi, anche perché la domanda globale è in aumento e non viene soddisfatta dall’offerta attualmente disponibile.
Oro, gli investitori cercano una valida alternativa alle valute
L’oro è stato protagonista di un rialzo importante, il terzo consecutivo per quel che concerne le proprie contrattazioni: queste performance non devono però stupire più di tanto, visto che rappresentano la principale conseguenza di una scelta ben precisa degli investitori, sempre più propensi a cercare un’alternativa alle valute traballanti. Come è ormai noto, Bank of Japan, l’istituto di credito centrale della nazione nipponica, sta provvedendo a immettere nuovo denaro cash all’interno del sistema finanziario, una mossa che si è posta l’obiettivo di stabilizzare i mercati monetari, ancora preoccupati per gli effetti del terremoto di una settimana fa. Lo yen è calato come non avveniva da almeno due anni nei confronti del dollaro, anche perché il G7 finanziario si è accordato per una svalutazione di questo tipo; anche la moneta verde, però, ha subito un brusco declino nei confronti di altre sei monete.
Gomma: contratti futures ai minimi da più di quattro mesi
I contratti futures che osservano da vicino le performance della gomma come commodity hanno subito uno degli effetti più negativi del terremoto che ha sconvolto il Giappone: questi strumenti, infatti, sono giunti al loro livello più basso degli ultimi quattro mesi, dopo che il sisma nipponico ha causato un vero e proprio shock dal lato dell’offerta, costringendo gli impianti automobilistici a interrompere la produzione e accrescendo, al contempo, la domanda. Volendo essere più precisi, c’è da precisare che le spedizioni relative al mese di agosto, il contratto solitamente più attivo del mercato, ha perso più di tredici punti percentuali, il calo maggiore da aprile 2010, attestandosi a quota 335 yen per ogni chilogrammo nel corso delle contrattazioni dell’after-hours presso il Tokyo Commodity Exchange. Tra l’altro, questa stessa piazza finanziaria ha provveduto a espandere il limite di scambio proprio per la gomma per la seconda volta consecutiva.
Gas naturale, brusco declino per i futures a New York
L’ultimo declino dei contratti futures sul gas naturale a New York non è altro che la principale conseguenza dell’ultimo rapporto del Dipartimento energetico americano, il quale ha messo in luce un calo piuttosto imprevisto delle scorte statunitensi. Entrando maggiormente nel dettaglio, il gas è sceso ai livelli dello scorso 1° marzo, con le scorte in questione che si sono attestate a quota 1,674 trilioni di piedi cubici. Secondo Cameron Horwitz, analista presso la Canaccord Genuity di Houston, si tratta indubbiamente di numeri improntati al ribasso, con il mercato di riferimento che ha alcuna ragione, a questo punto, di alzare le proprie tariffe oltre i quattro dollari. Le spedizioni relative al mese di aprile sono calate di dieci centesimi di dollaro (-2,5%) al New York Mercantile Exchange, con lo stesso gas che è stato scambiato a 3,867 dollari. Nel complesso, poi, i contratti futures hanno ceduto il 13% nel corso di questi primi mesi del 2011.
Bovini: quotazioni record per i futures a Chicago
I futures sui bovini rappresentano uno di quegli strumenti finanziari di cui si parla troppo poco, eppure anche le loro performance devono essere tenute in alta considerazione: ne è una conferma la quotazione record raggiunta proprio da tali prodotti al Chicago Mercantile Exchange, un andamento al rialzo che altro non è che la diretta conseguenza della maggiore domanda statunitense di carne e manzo, ma i livelli non sono bassi nemmeno nelle altre parti del mondo. Le mandrie bovine americane sono al livello più basso degli ultimi 53 anni, anche perché le esportazioni di carne hanno subito un incremento pari a diciannove punti percentuali nel corso del 2010 (1,04 milioni di tonnellate), secondo quanto rilevato dallo Us Department of Agricolture. Come è noto, poi, i costi internazionali del cibo sono giunti a livelli record a febbraio, come è stato messo in evidenza dalle Nazioni Unite.
Cotone, le scorte limitate fanno volare i futures
I contratti futures che osservano da vicino l’andamento del cotone come commodity hanno subito un rialzo record nel corso di quest’ultima settimana: il rialzo è stato favorito senz’altro dal fatto che la domanda globale proveniente dagli stabilimenti tessili dovrebbe continuare ad essere superiore all’offerta disponibile. In particolare, l’output della Cina, il maggior consumatore di cotone al mondo, è calato di 6,3 punti percentuali nel 2010. Al contrario, le vendite statunitensi sono aumentate del 56% nella settimana che si è conclusa lo scorso 24 febbraio rispetto ai sette giorni precedenti, così come ha anche confermato lo Us Department of Agricolture, il dipartimento americano relativo al settore primario. In pratica, i prezzi sono più che raddoppiati. John Flanagan, presidente della Flanagan Trading Corporation, ha parlato espressamente di una sfida a livello internazionale, anche perché le ultime resistenze commerciali che sono state realizzate erano più che altro acquisizioni.
Un 2011 incerto per il palladio dopo il calo dei cargo russi
La Russia rappresenta il principale paese al mondo per quel che concerne la produzione di palladio, dunque non deve stupire più di tanto se le sue sorti commerciali influenzano così nettamente le performance del metallo: la vasta nazione europea ha esportato la quantità più bassa degli ultimi quindici anni in Svizzera, segno che le scorte sono in fase calante e che potrebbero portare i prezzi a un aumento del 15% rispetto a due mesi fa. I cargo diretti verso lo stato elvetico, nel quale il trading del palladio raggiunge dimensioni considerevoli, sono diminuiti del 12%, con una quantità che a fine 2010 già ammontava a 500.000 once; il prezioso metallo viene sfruttato soprattutto nei convertitori catalitici. Tra l’altro, gran parte degli analisti hanno previsto che i prezzi in questione aumenteranno fino a quota 940 dollari l’oncia nel corso di questo 2011.
I futures sul rame avanzano grazie ai dati economici Usa
Il rame è riuscito ad ottenere la sua terza sessione consecutiva improntata al rialzo: il merito sta tutto nel miglioramento dei dati economici relativi agli Stati Uniti, oltre che ai guadagni nei mercati azionari, favoriti dalle aspettative della domanda. In particolare, c’è da sottolineare come i titoli americani siano avanzati in maniera importante, con le imprese che hanno accelerato il ritmo di crescita proprio a febbraio, raggiungendo i livelli più alti degli ultimi vent’anni. Tra l’altro, bisogna ricordare come gli stessi Stati Uniti rappresentino la seconda nazione al mondo per quel che concerne lo sfruttamento di rame. Il mercato, dunque, viene ancora una volta guidato e trascinato dall’ottimismo economico, così come ha anche osservato Matthew Zeman, trader dei metalli: gli investitori sono più calmi e si stanno proiettando nel futuro.
Il 2011 potrebbe essere l’anno del boom per lo zucchero
La produzione globale di zucchero potrebbe eccedere in maniera importante la domanda dello stesso “oro bianco” per la prima volta negli ultimi quattro anni: la previsione è stata stilata dal broker e ricercatore Jonathan Kingsmann, il quale ha fatto riferimento, in particolare, alle condizioni meteorologiche che dovrebbero rimanere sostanzialmente normali. Il surplus di mercato è stato stimato in circa 5,61 milioni di tonnellate per quel che concerne l’anno commerciale che inizierà il prossimo 1° aprile, una bella inversione di tendenza rispetto al deficit di 102.000 tonnellate registrato nel corso dell’ultima stagione. Sono i coltivatori della Cina, del Brasile, della Russia e della Thailandia a guidare queste performance e quindi ci si aspetta altri buoni risultati proprio da loro.
Caffè: i futures tornano agli alti livelli del 1997
Le meraviglie del caffè non sono ancora finite: la commodity alimentare prosegue infatti imperterrita il proprio rally, tanto che i livelli raggiunti sono praticamente identici ai picchi del 1997. Questo rialzo così sorprendente è stato favorito soprattutto dalla domanda globale, di gran lunga superiore alla produzione, visto che gli investitori hanno sottoscritto azioni su azioni relative alle principali aziende del settore, vale a dire Starbucks Corporation e Green Mountain Coffee Roasters. È proprio quest’ultima società che si è caratterizzata ampiamente in positivo, con un trading piuttosto sostanzioso, addirittura al di sopra di qualsiasi altra azienda che fa parte dell’indice Standard & Poor’s 500.
Futures: record per il cotone, invariato il succo d’arancia
Per i contratti futures che osservano da vicino le performance del cotone si può parlare a ragione di un vero e proprio record: le ultime quotazioni, infatti, hanno rappresentato il terzo aumento consecutivo per quel che riguarda la commodity, sospinta dall’aumento di esportazioni degli Stati Uniti e da una robusta domanda globale. Contemporaneamente, il succo d’arancia è rimasto sostanzialmente invariato, mentre il caffè ha subito una brusca frenata. Volendo essere più precisi, le spedizioni di cotone sono aumentate di ventisei punti percentuali rispetto a una settimana prima, così come è stato confermato dallo Us Department of Agricolture. Inoltre, i prezzi sono più che raddoppiati se confrontati con quelli del 2010, grazie soprattutto agli acquisti effettuati dalla Cina, il principale utilizzatore a livello internazionale.
Futures: cala la speculazione, buoni ricavi per lo zucchero
I guadagni conseguiti dallo zucchero a New York sono il risultato principale della minore speculazione che sta regnando nella piazza americana; la robusta domanda che ha accompagnato la commodity ha influito notevolmente in questo senso, mentre cacao e caffè non sono riusciti a ripetere la stessa performance. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che il dolce alimento ha perso ben 9,3 punti percentuali nel corso della giornata di ieri, dopo che le vendite automatiche programmate dal computer avevano accentuato ancora di più il declino. I prezzi, comunque, sono più che raddoppiati dalla fine del mese di maggio e ciò lo si deve soprattutto ai cattivi raccolti e alle avverse condizioni climatiche.