Oro: a New York seconda settimana di perdite per i futures

La caduta è stata fragorosa, ma molti analisti si attendevano una performance del genere, visto che si tratta della seconda settimana consecutiva in ribasso: il riferimento va all’oro, il quale ha subito questo declino a causa, principalmente, delle ultime iniziative poste in essere dalla Cina per far fronte alla crescente inflazione. L’erosione della domanda di metalli preziosi e materie prime è stata inevitabile, visto che la nazione asiatica ha provveduto ad accumulare ampie riserve per la seconda volta negli ultimi quindici giorni. Il balzo all’indietro, volendo essere più precisi, si è tradotto in una perdita di ben 5,1 punti percentuali a New York, con un crollo conseguente dal record di 1.424,30 dollari l’oncia per quel che riguarda le quotazioni.

Futures su oro e argento, il debito europeo alle origini del declino

È una caduta fragorosa quella subita dai contratti futures su oro e argento: gli strumenti finanziari in questione, i quali osservano da vicino le performance dei due principali metalli preziosi, sono scesi al loro livello più basso delle ultime tre settimane, a causa, in particolare, del rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro, fattore che ha eroso progressivamente l’appeal delle commodities come assets alternativi. Lo scivolone dell’argento è stato ancora più consistente, visto che si tratta del peggior declino da febbraio 2009. Questa situazione si può comunque spiegare in maniera abbastanza agevole; l’euro sta ancora mostrando forti segni di difficoltà, alla luce degli ostacoli che stanno incontrando i governi europei nel far fronte ai loro debiti.

Irlanda, occhi puntati sui futures sui Bund a dieci anni

John Kenneth Galbraith, economista di fama internazionale nonché personaggio molto influente nella politica statunitense degli anni Sessanta, era solito dire che gli irlandesi non possono essere annoverati tra gli economisti di successo: la situazione finanziaria che vive la nazione nordeuropea potrebbe dar forse ragione a Galbraith, ma qualcosa sembra smuoversi nelle verdi colline del paese. Mentre la Banca Centrale Europea sta intensificando le politiche di exit strategy dalla crisi, fattore che ha influenzato gran parte dei mercati dell’eurozona, i contratti future sulle obbligazioni a lunga scadenza di molti paesi non collimano affatto con i dati reali del sistema economico.

New York: in crescita i contratti futures sul gas naturale

Il gas naturale comincia a dominare la scena degli investimenti finanziari ancor prima dell’inizio vero e proprio della stagione più fredda: in effetti, stupisce soprattutto il rialzo fatto registrare dai relativi contratti futures, i quali hanno inanellato la loro quinta settimana consecutiva di guadagni, a causa soprattutto delle previsioni meteorologiche più rigide del normale che caratterizzeranno il mese di novembre e della conseguente domanda di carburante per il riscaldamento. Le temperature al di sotto della media stagionale dovrebbero riguardare, in particolare, la costa orientale degli Stati Uniti e parte del Golfo del Messico, secondo quanto rivelato dal Commodity Weather Group di Bethesda (Maryland).

I futures sul cotone volano ai massimi grazie alla domanda cinese

È un vero e proprio boom quello messo a segno dal cotone nella settimana che si è appena conclusa: i contratti futures che osservano da vicino le performance di questa commodity hanno infatti subito un rialzo importante presso l’Intercontinental Exchange di New York, realizzando così un record agevolato in larga misura dalla domanda globale proveniente dalla Cina. Tra l’altro, molto influente in questo senso è stata anche la devastante grandinata che ha danneggiato le colture del Texas. Le esportazioni del cotone dovrebbero crescere del 4,2% a dicembre, addirittura il livello più alto da quando questa fibra ha cominciato a essere scambiata 140 anni fa; entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che il contratto in questione è stato in grado di ottenere un profitto di 65 centesimi di dollaro quest’anno, contraddistinguendosi come miglior commodity dell’indice Thomson Reuters/Jefferies Crb (il riferimento finanziario che fornisce un’accurata rappresentazione degli investimenti nei beni e nelle materie prime).

Oro: la prima scadenza del contratto future cede il 2,6%

Il New York Mercantile Exchange è stato protagonista ieri di una interessante seduta che ha visto l’oro cedere punti percentuali come ormai non accadeva da questa estate: in effetti, il biondo metallo, o sarebbe meglio riferirsi al suo contratto future, ha perso il 2,6% in una sola sessione, chiudendo così a quota 1.335,10 dollari l’oncia. Lo stesso discorso deve essere fatto per l’argento, che ormai ci siamo abituati ad osservare a braccetto dello stesso oro in diverse occasioni, con una discesa fino a 23,764 dollari per ogni oncia. Ci sono comunque dei motivi che si nascondono dietro queste performance negative dei futures più “preziosi”: anzitutto, i tassi di interesse della Cina sono aumentati in maniera inaspettata, mentre il dollaro è stato capace di beneficiare degli ottimi risultati fatti registrare dalle hard commodities.

Caucciù: a Tokyo aumentano i prezzi e i contratti futures

Kochi, India meridionale, è la città in cui si sta svolgendo in questi giorni la conferenza mondiale sul caucciù: ebbene, proprio dalla nazione asiatica stanno giungendo delle notizie di rilievo per quel che riguarda la situazione economica in cui versa questo noto idrocarburo e i relativi investimenti finanziari che possono essere collegati al mercato dei contratti futures. In particolare, l’International Rubber Study Group ha messo in risalto il forte incremento dei consumi e i rincari che si preannunciano per i prossimi mesi, soprattutto nel campo della produzione e dell’esportazione: la domanda, infatti, dovrebbe subire un aumento molto vicino ai tredici punti percentuali nel 2010, ripartita in maniera pressoché simile tra la gomma naturale e quella sintetica, grazie alla ripresa economica globale e allo sviluppo dell’industria automobilistica della Cina.

L’Eurex lancerà a breve un contratto future sui Btp triennali

L’Eurex (sigla che sta a identificare lo Europe’s Global Financial Marketplace) rappresenta una delle maggiori piazze telematiche al mondo per quel che concerne la quotazione e lo scambio di strumenti derivati: ebbene, una delle novità più interessanti del mondo degli investimenti finanziari si riferisce proprio a questa piattaforma detenuta in ugual misura dalla Borsa tedesca e da quella svizzera. In effetti, c’è grande attesa per la data del prossimo 18 ottobre, giorno in cui appunto l’Eurex provvederà a lanciare un nuovo contratto future, il quale andrà a prendere come riferimento di base i Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) del nostro paese, nello specifico quelli con scadenza a tre anni. Quali caratteristiche avrà il prodotto in questione?

Argento in deciso recupero: le prospettive per gli investitori

Il rally che potrebbe vedere come attore protagonista l’argento viene attualmente testimoniato dalla crescita di ben quindici punti percentuali conseguiti dal metallo prezioso: le ultime settimane, infatti, sono state caratterizzate da continui rialzi che hanno portato la quotazione fino a un livello di 24 dollari l’oncia. In tal modo, si riuscirebbe a raggiungere il livello più alto degli ultimi trent’anni, secondo quanto rilevato da un’analisi tecnica di Gold Arrow Capital Management. I contratti futures sull’argento, in particolare, sono saliti fino a 21,025 dollari al Comex di New York, dopo aver abbondantemente superato, nel corso della contrattazione precedente, i venti dollari. Si tratta dunque di un chiaro segnale “bullish”: quando si verificano movimenti di questo genere, la commodity o il metallo comincia a progredire molto rapidamente, pertanto non è difficile fornire nuova linfa al relativo prezzo. Il mercato in questione, tra l’altro, non viene considerato una piazza da approfondire.

Lyxor sempre più innovativa: ora l’Etf guarda ai dividendi attesi

La giornata di oggi era molto attesa a livello di investimenti finanziari per il debutto nel nostro paese del nuovo Exchange Traded Fund targato Lyxor: il prodotto lanciato e quotato dalla società di gestione del risparmio francese si chiama Lyxor Etf EuroStoxx 50 Dividends, e consente ai soggetti interessati di ottenere una esposizione interessante in relazione ai dividendi che le compagnie appartenenti all’indice europeo Eurostoxx 50 si attendono. Le innovazioni non sono di poco conto, anche perchè, come hanno sottolineato gli stessi vertici di Lyxor, si tratta di un Etf unico nel suo genere. Il prodotto è stato appositamente ideato per guardare ai dividendi come una vera e propria classe di assets distinta rispetto alle altre: l’obiettivo dell’investitore in questo caso è quello di focalizzare le strategie del proprio portafoglio su una sola negoziazione borsistica.

Avanzano i futures sul grano dopo le stime negative dell’Usda

I contratti futures sul grano potrebbero conseguire dei guadagni importanti per il terzo giorno consecutivo: si tratta del principale effetto della speculazione verificatasi sulla commodity, anche perché i rendimenti calanti relativi agli Stati Uniti potrebbero limitare notevolmente la capacità del paese, numero uno al mondo per quel che concerne le esportazioni, di venire incontro alla domanda globale. Il grano che fa riferimento al pagamento di dicembre è giunto fino a quota 4,78 dollari per ogni bushel (questa unità di misura americana equivale a circa 27.000 chilogrammi), così come è stato anche confermato dal Chicago Board of Trade. Il contratto in questione ha posto in essere un interessante rally superiore agli 1,9 punti percentuali, un picco che si è verificato contemporaneamente alle stime pubblicate dal Dipartimento Statunitense di Agricoltura (meglio noto con l’acronimo Usda).

Metalli non ferrosi: preoccupano i dati sullo stagno

Le quotazioni dello stagno, uno dei principali metalli non ferrosi che vengono scambiati presso il London Metal Exchange, stanno mettendo in luce dei rialzi e delle performance davvero interessanti: nel corso di questi ultimi giorni, poi, il prezzo cash è riuscito a raggiungere quota 29 dollari, un valore che deve essere confrontato con le stime relative ai tre mesi. Una delle caratteristiche principali del mercato dello stagno è, senza dubbio, la sua scarsa liquidità, dunque non devono mai sorprendere più di tanto le eccessive oscillazioni economiche. L’incremento del 2010 è pari a venti punti percentuali, ed è quindi logico ipotizzare un ulteriore rafforzamento e lo sfruttamento del rally da parte del relativo contratto future. Comunque, bisogna anche tener conto di altri elementi determinati. Anzitutto, le scorte del metallo hanno subito un pesante crollo, un calo che non veniva registrato da tre mesi almeno; inoltre, l’Indonesia, con le sue difficili condizioni climatiche, ha provveduto a rendere più negativa l’attuale situazione, visto che si tratta della principale nazione a livello globale per quel che concerne le esportazioni.

Gli hedge fund potenziano le loro quote nei futures petroliferi

La settimana che si è appena conclusa ha portato con sé un’importante eredità per quel che riguarda gli hedge fund: i fondi speculativi, infatti, hanno incrementato le loro holding relative ai futures e alle opzioni sul petrolio greggio, tanto che si è arrivati fino al livello più alto degli ultimi tre mesi. In particolare, c’è da sottolineare come l’oro nero sia aumentato di ben 6,5 punti percentuali, dato che i fondi, insieme all’attività degli altri grandi speculatori, hanno potenziato le proprie posizioni all’interno del New York Mercantile Exchange (+24%): una conferma in tal senso è giunta dalla Commodity Futures Trading Commission. Che cosa è successo dunque di preciso? Gli hedge fund hanno sostanzialmente incrementato le posizioni nette, vale a dire le scommesse sugli aumenti del petrolio, per la quarta settimana consecutiva, dando così vita a uno dei più lunghi periodi di questo tipo.

Ice, le difficoltà del cotone si riflettono sui contratti futures

I mercati agricoli sono i grandi protagonisti dei rally e delle grandi quotazioni di questi ultimi giorni: le ultime tensioni sono state avvertite a livello dei prezzi del cotone, un’altra conseguenza diretta delle forti speculazioni che stanno coinvolgendo le piazze finanziarie. Cerchiamo di comprendere anche questa situazione. La commodity in questione ha subito all’Ice (Intercontinental Commodity Exchange) un brusco crollo: di questa performance hanno risentito in larga misura i contratti futures collegati, con quello con scadenza a ottobre quotato con un premio superiore ai quattro centesimi, mentre la scadenza di dicembre si trova ai livelli massimi da oltre tre mesi. C’è comunque da aggiungere che il contratto a pronti ha fatto registrare degli scambi molto bassi, soltanto mille lotti, a differenza degli oltre 100.000 del future di fine anno.