“L’arabo certamente sempre è il caffè migliore”: così Carlo Goldoni descriveva il gustoso e prezioso bene nel 1753 nella sua commedia “La sposa persiana” e si tratta di una frase che calza perfettamente a pennello per commentare l’attuale situazione finanziaria della commodity. In effetti, è soprattutto la speculazione e le attività dei soggetti in essa coinvolti a farla da padrona per quel che riguarda proprio le quotazioni del caffè, in particolare la nota qualità arabica, la quale è riuscita a porre in essere la sua migliore performance da oltre dodici anni, in termini di livelli massimi. L’Intercontinental Commodity Exchange sta dunque beneficiando di questo andamento più che positivo, visto che il caffè è riuscito a chiudere la settimana appena terminata a quota 19,57 centesimi per libbra, in rialzo di 1,9 punti percentuali.
Contratti Futures
I consumi di cacao spingono verso l’alto il future a Londra
L’ultima contrattazione settimanale del Liffe, il London International Financial Futures Exchange (si tratta del mercato dei contratti futures e degli altri strumenti derivati), ha avuto un accenno di orgoglio quando gli scambi relativi al cacao di questo mese hanno subito una forte impennata; in effetti, tutti gli investitori in possesso del “dolce” contratto sono riusciti nell’intento di rilevare oltre 240.000 tonnellate, un livello che non veniva raggiunto da addirittura quattordici anni. In particolare, c’è da rilevare come la società più impegnata in questo senso sia stata Bnp Paribas Commodity Futures, ma anche Newedge e Abn Amro Clearing hanno svolto un ruolo importante. A questo punto ci si attende uno scenario di mercato abbastanza preciso: i broker hanno depositato il cacao a Londra in modo da ottenere i maggiori benefici possibili dai prezzi, mentre per settembre le scorte non saranno così alte e ci potrebbe essere qualche problema.
Zucchero alle stelle a Bangkok, il future londinese in recupero
Lo zucchero sta diventando il desiderio più impellente di tutta Bangkok e il motivo è piuttosto semplice: in effetti, non bisogna dimenticare che la Thailandia rappresenta il secondo paese al mondo per quel che concerne l’esportazione del dolce prodotto, ma il 2010 rischia di essere il primo anno in cui questa tendenza non verrà confermata, con un più che probabile ricorso alle importazioni dall’estero. Cosa è successo di preciso? Le scorte si sono impoverite a causa, soprattutto, della grave siccità che ha funestato la nazione asiatica, un fenomeno che ha avuto delle ripercussioni fortissime, dato che gran parte degli agricoltori traggono sostentamento proprio dallo zucchero. La situazione non è affatto piacevole, ma rischia anche di peggiorare; il mercato locale si trova in netta difficoltà anche per motivi extra-climatici, tra cui il contrabbando dilagante, che è uno dei motivi principali per la gestione folle dei prezzi del comparto in questione.
Prosegue il rally dell’oro grazie alle performance degli Etf
Gli ottimi risultati a livello finanziario da parte dell’oro possono essere spiegati illustrando nel dettaglio qual è il contesto di riferimento. In effetti, se si va a guardare l’andamento delle principali valute internazionali, ci si accorge che l’euro sta tornando a buoni livelli nei confronti del dollaro rispetto a quanto successo nei mesi scorsi: gli 1,23 dollari toccati proprio questa settimana hanno portato un po’ di entusiasmo tra gli investitori, ma di opportunità concrete per buoni rendimenti in questo senso non se ne vedono, anzi il mercato è caratterizzato da una fase di ipervenduto. I dubbi continuano a essere molti, soprattutto alla luce delle ultime notizie che sono giunte dalla Spagna, alle prese con una più che probabile crisi dei propri istituti di credito, il cui rilancio può partire solamente dai fondi della Banca Centrale Europea.
Certificates: stavolta Rbs punta sui mini-futures
Royal Bank of Scotland, una delle banche internazionali più importanti, ma soprattutto una realtà creditizia da sempre attenta alle possibilità di investimento finanziario più diversificate, ha associato il proprio marchio a una nuova iniziativa: in effetti, per quel concerne il comparto dei titoli azionari, c’è da dire che sono a disposizione ben venticinque nuovi futures in versione “mini”, i quali fanno affidamento alle performance delle più importanti azioni che fanno parte dell’indice Ftse Mib. Qualche nome? Si possono sicuramente elencare gli esempi di aziende e istituti di credito come Fiat, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Enel, Assicurazioni Generali, Telecom Italia. Non si fa nessuna distinzione, ovviamente, tra il fatto che il titolo sia un bear o un bull, l’unico elemento che è rilevante è la scadenza, visto che la data deve essere uguale per tutti, il 15 maggio del 2020.
Stati Uniti: la Camera propone nuove regole per i futures
I legislatori statunitensi della Camera hanno proposto proprio nel corso della giornata di ieri un emendamento volto a introdurre nuove regole finanziarie per consolidare il monopolio detenuto dagli scambi di contratti futures su molti prodotti; in particolare, il provvedimento si riferisce al mercato delle commodities e dovrebbe essere in grado di scongiurare la camera di compensazione in caso di rischio del credito. Le piazze in cui si scambiano i futures sono spesso viste come dei veri e propri monopoli, visto che tale tipo di trading tende sempre al limite più alto dei business, con gli investitori e i gestori pronti ad assicurare il miglior prezzo, anche se i costi di una piattaforma rivale rimangono più bassi. L’emendamento in questione, tra l’altro, è stato appoggiato con convinzione dal Chicago Mercantile Exchange (Cme) e dall’Intercontinental Exchange (Ice) e fa parte del lungo elenco di regole approntate dall’amministrazione Obama per risollevare le sorti dell’economia dopo la crisi del 2008; bisogna comunque spiegare qualche dettaglio.
Mercati energetici: riviste al rialzo le stime sui futures petroliferi
Dunque, gli hedge fund hanno provveduto a ritoccare verso l’alto le previsioni relative ai contratti futures sul petrolio: si tratta del ribasso più consistente da dieci mesi a questa parte, una conferma importante della diminuzione della domanda di carburante soprattutto nei mercati energetici statunitensi. Tra l’altro, occorre ricordare che la prima settimana di giugno si è caratterizzata per un forte calo (30 punti percentuali) da parte dei contratti quotati sul New York Mercantile Exchange, come è stato confermato anche dall’ultima relazione dalla Commodity Futures Trading Commission. Cosa ha spinto investitori e speculatori a comportarsi in questa maniera? Anzitutto, bisogna precisare che il deprezzamento dell’euro a causa degli sforzi dell’Ue di ristrutturare il proprio debito è stato un fattore determinante in questo senso. Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono decresciute dell’1,2% a maggio, il peggior dato dallo scorso mese di settembre: le compagnie hanno aggiunto altri 41.000 dipendenti nei loro bilanci e si tratta anche in questo caso di un declino da monitorare con la massima attenzione secondo il Labor Department.
Futures e materie prime: quanto durerà il rally del caffè?
Il mercato delle materie prime viene destato e tenuto ben sveglio dalle contrattazioni relative al caffè: in effetti, i contratti futures su uno dei beni alimentari più importanti a livello internazionale hanno fatto registrare delle performance più che positive, un’onda lunga che non cessa di trasmettere i propri benefici a qualsiasi comparto, non ultimo quello della qualità arabica dello stesso caffè. Le conseguenze più evidenti sono quelle relative al Liffe (la piazza in cui sono scambiati appunto i futures), dove la commodity è riuscita a ottenere un rialzo di quasi sei punti percentuali, raggiungendo l’interessante quota di 1.560 dollari per tonnellata. Entrando nel dettaglio, c’è da dire che lo strumento finanziario quotato sul caffè ha potuto contare su una scadenza con un valore pari a 36 dollari, anche se gli analisti hanno fatto notare che tale livello vuole sottintendere una carenza di merce nel breve termine. I mercati più in difficoltà nel momento attuale sono quelli del Vietnam, Indonesia e Uganda (nel paese africano sono state addirittura tagliate le stime sull’esportazione del prodotto).
Rbs propone nuovi certificati su Ftse Mib ed Eurostoxx 50
Royal Bank of Scotland, istituto britannico di comprovata solidità e tradizione, ha deciso di focalizzare gran parte delle proprie offerte di investimento sui principali indici di mercato internazionali: in particolare, ci si attende molto dalle quotazioni odierne dei certificati che prenderanno come riferimento il Ftse Mib (si tratta dei cosiddetti Mini Future Long e Short), l’Eurostoxx 50, il Dax di Francoforte, il Nasdaq statunitense, l’Rdx Index (è l’indice russo, la sigla sta per Russian Depositary Index) e l’S&P 500. Dunque, come appare chiaro da questo primo elenco, la gamma è molto variegata, gli strumenti sono diversi e puntano tutte le loro performance sugli indici di paesi importanti. Anzitutto, c’è da dire che il prezzo di emissione iniziale sarà pari a 0,108 euro: l’ammontare di denaro dello strumento dovrà essere necessariamente convertito in valuta e al tasso di cambio finale, se un tasso può essere applicato in questo caso (per tasso di cambio finale si intende quel tasso che viene pubblicato dalla Banca Centrale Europea al momento della quotazione o della scadenza).
Stati Uniti: operatori pensano a nuova piattaforma per i futures
Gli operatori statunitensi di Borsa stanno analizzando e ponderando con la massima attenzione un nuovo modello che sia in grado di contenere le oscillazioni di prezzo che troppo spesso si verificano nei mercati futures: la proposta dovrebbe giungere direttamente da BATS Global Markets, la quale si è impegnata ad andare oltre l’attuale regime americano, puntando a un sistema in cui gli investitori possano mantenere intatto il loro trading e, al contempo, limitare i movimenti dei prezzi dei contratti. Secondo alcuni dirigenti della stessa società, anche altri operatori sono d’accordo nel rendere concreta tale idea, che, una volta realizzata, rappresenterebbe una fondamentale svolta nel mondo degli investimenti. Quali misure bisogna attendersi allora? L’obiettivo principale è quello di implementare un modello che riesca a mitigare situazioni non molto piacevoli come quella che si è verificata lo scorso 6 maggio, quando il Dow Jones Industrial Average ha perso addirittura centinaia di punti base in una manciata di minuti.
CME lancerà a giugno i nuovi futures sul prezzo del formaggio
Il colore giallo associato al mondo della finanza non sarà breve un’esclusiva dei soli lingotti d’oro: il gruppo CME (Chicago Mercantile Exchange) ha infatti intenzione di lanciare tra un mese nuovi futures ed opzioni che prendono come riferimento il formaggio. L’obiettivo principe, in questo caso, è quello di puntare sulle grandi multinazionali del cibo che hanno a che fare con l’andamento dei prezzi dell’alimento in questione e che non hanno vissuto momenti facili dal punto di vista economico negli ultimi mesi. Il problema principale, in questo caso, risiede nei contratti relativi al latte, i quali non tengono attualmente conto dei prodotti del processo di lavorazione del formaggio. I contratti future di questo tipo andranno a rappresentare circa 20.000 libbre (novemila tonnellate) del formaggio semi-stagionato interno; gli strumenti finanziari verranno stabiliti dal punto di vista finanziario, il che significa che non vi sarà la possibilità di detenere l’opzione della spedizione fisica.
Certificati: Rbs propone nuovi mini futures su indici e titoli
Royal Bank of Scotland, nota banca britannica e tra i principali gruppi in Europa, ha deciso di focalizzare gran parte delle proprie energie sui certificati, proponendo agli investitori dei prodotti innovativi e interessanti: anzitutto, occorre rimarcare come sia stato introdotto un importante strumento sul Sedex, vale a dire il Twin Win, il quale basa essenzialmente le proprie performance sull’indice Eurostoxx50, facendo dunque comprendere che si tratta di un’offerta riservata a quei soggetti che puntano con decisione sui mercati europei. Ma le novità più rilevanti sono quelle relative ai dodici Mini Futures Certificates che prendono a riferimento i titoli di importanti società del nostro paese (codice Isin NL0009403120), come, ad esempio, Eni, Unicredit, Fiat, Intesa Sanpaolo, Generali, Tenaris e molti altri, ma soprattutto gli altri dodici Mini Futures che si baseranno invece sull’andamento dei principali indici internazionali.
Consob: i futures sul vino non sono uno strumento finanziario
Il mondo degli investimenti si arricchisce di una nuova regola: il vino, infatti, uno dei prodotti più liquidi al mondo, dice addio all’universo finanziario, almeno per quel che riguarda il nostro paese. La decisione è stata adottata dalla Consob, la quale ha stabilito che il vino e i futures sulle vendemmie non possono essere considerati in alcun modo né un prodotto né uno strumento finanziario destinato ai risparmiatori. Il quesito che ha portato a questa decisione si riferiva, nello specifico, a un produttore che forniva a una banca dei certificati destinati alla vendita agli sportelli e che davano diritto a ricevere una bottiglia di vino proprio al termine del periodo di maturazione. Secondo quanto è stato disposto, non siamo di fronte a degli strumenti che possono essere assoggettati alle norme del pubblico risparmio e che possono beneficiare di un prospetto informativo.
Borsa da Oscar: a breve dei futures sui guadagni del cinema
Si è parlato moltissimo in questo 2010 di Avatar, il film-colossal di James Cameron che sta sbancando i botteghini cinematografici: finora era mancata solamente la correlazione finanziaria del film, ma puntualmente è stato annunciato pochi giorni fa che i trader avranno presto la possibilità di scommettere i loro investimenti con sicurezza proprio sul cinema. La dichiarazione è stata fatta dalla società finanziaria Cantor Fitzgerald, la quale ha fatto sapere di voler lanciare nei prossimi mesi una nuova borsa elettronica per lo scambio di futures, in modo che gli investitori possano puntare sugli incassi del box office. Le aspettative in questo senso sono molto alte e si spera di riuscire a trovare un produttore, un hedge fund o uno studio cinematografico pronto a finanziamenti consistenti che siano in grado di immettere la loro liquidità nel nuovo sistema. Come funzionerà questa nuova borsa elettronica?