Il Consiglio Ue ha varato nuove regole per le agenzie che assegnano i rating ai derivati emessi dalle società europee, e ai debiti sovrani degli Stati membri: tra i principali spunti di interesse, la necessità di affidarsi ad almeno due agenzie differenti, farle ruotare ogni quattro anni, muovere causa giudiziaria di fronte a gravi negligenze e la conferma o la modifica semestrale (e non più una volta all’anno, come adesso) per i giudizi sui debiti sovrani.
Contratti Swap
Mercato derivati Europa
La notizia era da tempo nell’aria e, pertanto, le affermazioni da parte del Cme Group non hanno destato particolare sorpresa, quanto la gradita conferma di quanto si sospettava. Stando al Chicago Mercantile Exchange (Cme), preso nel vecchio Continente ci sarà un vero e proprio mercato dei derivati europeo, che avrà un hub a Londra. Ma cosa cambierà nel panorama internazionale? E quale potrà essere la concorrenza esercitata nei confronti di Nyse e Db? Cerchiamo di vederci più chiaro, leggendo tra le righe delle comunicazioni del Cme.
La Grecia propone uno swap obbligazionario sul debito
La nuova proposta della Grecia in merito a uno swap obbligazionario ha ottenuto il consenso iniziale di ben quaranta su quarantacinque società che detengono holding nel debito ellenico: la conferma è giunta proprio in queste ultime ore dall’Institute of International Finance. Le aziende coinvolte in tal senso, infatti, hanno preso parte alle necessarie consultazioni con questo istituto, negoziando lo scambio in questione, il quale sarà completamente volontario. L’accordo di riferimento è ovviamente quello della scorsa settimana, quando si è anche deciso di incrementare le risorse finanziarie a disposizione degli stati europei.
Soros: il debito greco collasserà fra tre mesi
George Soros, uno degli investitori e miliardari più famosi al mondo, non si aspetta nulla di positivo in merito alla situazione del debito greco: in effetti, in base alle sue considerazioni l’eurozona manca di una vera e propria leadership, dunque Bruxelles potrebbe anche non essere in grado di gestire una crisi così complicata, tanto che non vengono dati più di tre mesi di sopravvivenza a questo stesso debito. Lo stesso Soros, poi, ha sottolineato come il taglio del 50% relativo ai bond comunitari riuscirà a ridurre il deficit ellenico soltanto di venti punti percentuali, un risultato non certo ragguardevole. Dunque, c’è pessimismo in queste parole, soprattutto per quel che concerne le misure adottate, ritenute insufficienti per porre fine a un violento declino economico come quello che sta coinvolgendo Atene.
Tata Motors: i bond sono i più rischiosi del settore automobilistico
Tata Motors Limited, colosso automobilistico indiano, vanta un record non certo invidiabile dal punto di vista finanziario: in effetti, il rischio collegato al debito del gruppo asiatico è uno dei più alti in assoluto per quel che concerne il settore di riferimento, a causa soprattutto della crescita delle vendite interne e del rallentamento pericoloso della rupia, due fattori che hanno potenziato l’outlook delle esportazioni. In pratica, si sta parlando dei Credit Default Swap, i contratti che indicano in maniera chiara e inequivocabile le probabilità di fallimento delle società. Nel dettaglio, il costo relativo agli swap quinquennali per assicurarsi contro i bond del gruppo di Mumbai è sceso di ben 171 punti base nel corso dello scorso mese di settembre, un declino che va inevitabilmente raffrontato con quello della General Motors (cinquanta punti base in meno) e della Renault (quarantasei punti per la precisione).
L’irresistibile fascino delle obbligazioni norvegesi
Gli investitori alla ricerca di prodotti sicuri e senza alcun rischio default possono fare affidamento su un paese ben preciso, la Norvegia: che cosa ha di tanto speciale la nazione scandinava? Anzitutto, si sta ampiamente beneficiando delle ottime performance del bund tedesco, il quale riflette il proprio andamento anche su Oslo. Le obbligazioni sovrane norvegesi vengono domandate con sempre maggiore frequenza, tanto che le disponibilità sono sempre rimaste scarse, ma sono terminate molto prima rispetto a quanto ci si aspettasse. Per ovviare a queste mancanze sono stati adottati altri accorgimenti. Ad esempio, la Banca Europea per gli Investimenti ha deciso di incrementare l’emissione di titoli obbligazionari relativa a questa emissione, tanto che l’importo iniziale di un miliardo è stato innalzato di altri 250 milioni di corone norvegesi.
Nokia, i bond potrebbero raggiungere il grado “junk”
Gli investitori hanno deciso di speculare e scommettere sui titoli obbligazionari di Nokia: la celebre compagnia finlandese attiva nel campo delle telecomunicazioni rischia infatti di vedere declassato il proprio rating alla luce della leadership esercitata da Apple e Google nel mercato della telefonia mobile, grazie a prodotti come l’iPhone e l’Android. I bond della multinazionale scandinava vantano attualmente un rendimento pari al 6,75% e sono previsti in scadenza nel 2019 e la relativa domanda da parte dei sottoscrittori è ultimamente più che raddoppiata, dopo che sono stati svelati i risultati economici del secondo trimestre del 2011, al di sotto delle previsioni degli analisti.
Ford Motor: i profitti fanno calare i Credit Default Swap
Il costo per proteggersi dal debito di Ford Motor è sceso ulteriormente dopo la pubblicazione degli ottimi profitti della casa automobilistica statunitense: la celebre azienda di Dearborn è infatti riuscita ad aumentare i propri introiti, i quali sono giunti al loro massimo livello degli ultimi tredici anni, un evento che non poteva non influire sui Credit Default Swap. Il calo di questi ultimi prodotti finanziari è stato pari a 12,5 punti base, il che ha consentito agli stessi di assestarsi a quota 270,5. Inoltre, il guadagno è stato pari a 62 centesimi per ogni azione, escludendo comunque qualche bene, una cifra di gran lunga superiore a quella prevista dagli analisti; il successo in questione può essere spiegato con le ottime vendite di prodotti di questo primo trimestre del 2011 e con gli investitori che guardano con fiducia al nome della compagnia statunitense.
MBIA: Cds in calo dopo l’annuncio di Morgan Stanley
Il costo per proteggersi da un eventuale default di MBIA Inc. è sceso per il quinto giorno consecutivo a causa della speculazione esercitata a tal proposito da Morgan Stanley: in particolare, il riferimento deve andare all’unità che ha garantito ipoteche immobiliari “tossiche”. In effetti, i Credit Default Swap della società di Armonk sono calati di 1,4 punti percentuali, declino che, aggiunto al -5% fatto registrare nel corso dell’ultimo anno, ci fa comprendere come la difesa da queste perdite non sia affatto assicurata, specialmente se si tratta di parlare di scadenze a cinque anni. I titoli relativi alla Municipal Bond Insurance Association sono in fase calante a causa soprattutto dlel’ultimo annuncio di Bank of America, intenzionata a versare fino a 1,6 miliardi di dollari per quel che riguarda le ipoteche della Assured Guaranty. Il miglioramento dell’outlook, inoltre, sta sicuramente agevolando la speculazione per cui alcuni istituti di credito, tra cui appunto Morgan Stanley, sono andati a pagare di più per proteggersi dalla bancarotta, incoraggiando quindi la vendita degli swap acquistati e riducendo il relativo prezzo.
Goldman Sachs: i Cds salgono ai massimi dell’ultimo mese
Il costo per proteggere il debito emesso da Goldman Sachs è salito ai massimi livelli dell’ultimo mese: il rialzo è stato favorito, in particolare, dall’annuncio di una indagine in merito alla crisi finanziaria, la quale avrebbe appurato truffe e raggiri nei confronti della clientela. I Credit Default Swap dell’istituto statunitense sono pertanto cresciuti di 4,2 punti base, attestandosi a quota 115,5. A conti fatti, si tratta del record verso l’alto dallo scorso 17 marzo. La stessa banca d’affari newyorkese ha comunque smentito in maniera categoria di aver attuato azioni di questo tipo nei confronti dei propri risparmiatori, rivendicando la propria trasparenza e buona fede. Tra l’altro, anche i Cds degli altri principali istituti a stelle e strisce sono incrementati, come ad esempio quelli relativi a Morgan Stanley (3,6 punti base di aumento) e JPMorgan Chase (2,8 punti).
Cds: il Bahrain diventa più rischioso del Libano
Il costo per assicurarsi da un possibile default del Bahrain è diventato più alto rispetto a quello relativo al Libano: si tratta della prima volta da luglio 2009 che i Cds dell’arcipelago arabo superano quelli libanesi, ma bisogna anche tenere conto dello stato di emergenza che vige a Manama e dintorni, oltre che del declassamento di rating operato da Fitch. Volendo essere più precisi, i Credit Default Swap del “Regno dei due mari” sono aumentati di 44 punti base nel corso delle contrattazioni di ieri, mentre i prodotti che osservano da vicino le performance del governo di Beirut, hanno fatto registrare un rialzo di soli quattro punti: il confronto vede appunto la quota del Bahrain a 359,37 punti, mentre quella libanese a 359,17. La decisione di Fitch è stata inevitabile, tra l’altro potrebbe anche aver luogo un’ulteriore riduzione in tal senso.
Sisma Giappone: balzo in avanti dei Cds assicurativi
Il costo per proteggere le principali compagnie assicurative che operano a livello globale, da American International Group (Aig) fino a Ace Ltd, è cresciuto enormemente subito dopo che il grave terremoto si è scatenato sul Giappone; come è ormai noto, tale sisma è stato di una intensità spaventosa, la più alta degli ultimi sei anni, provocando danni e vittime. Un evento di simili proporzioni non poteva che avere ripercussioni anche a livello di prodotti finanziari, più precisamente i Credit Default Swap: in effetti, i Cds relativi ad Aig sono cresciuti al loro massimo livello dallo scorso mese di novembre, aggiungendo 7,5 punti base alla propria quotazione, mentre i contratti relativi ad Ace sono aumentati di 6,5 punti base. Inoltre, bisogna anche sottolineare il balzo in avanti di cui sono stati protagonisti gli strumenti collegati a XL Capital Ltd, il gruppo assicurativo che ha conseguito ben 11,1 punti base.
American Airlines venderà titoli senior per un miliardo di dollari
American Airlines, il terzo vettore aereo degli Stati Uniti, sta pianificando nel dettaglio la cessione di un miliardo di dollari in titoli senior: si tratta di un’operazione finanziaria piuttosto articolata che ha il compito di far fronte all’aumento del costo per proteggere il debito di Amr Corporation, un incremento dovuto in particolare ai maggiori costi del carburante. L’offerta privata in questione verrà assicurata da rotte, partenze e atterraggi e da diritti di utilizzo dello spazio nei vari terminal. Inoltre, tutte queste procedure verranno sfruttate per altri scopi aziendali, mentre la stessa Amr è fiduciosa nella garanzia degli strumenti finanziari. Secondo Guy LeBas, stratega presso la Janney Montgomery Scott di Philadelphia, l’interesse attuale per il debito corporate è molto alto, dunque ci si può attendere una buona risposta nei confronti di American Airlines.
Gli swap australiani collidono con le scelte della banca centrale
La Reserve Bank of Australia, istituto di credito centrale della vasta nazione oceaniana, non sta mostrando al momento alcuna intenzione di voler accrescere i tassi di interesse: la scelta appare ambigua, anche perché l’inflazione è prevista in aumento, così come viene segnalato dai principali mercati a reddito fisso. Il governatore Glenn Stevens dovrebbe lasciare così il tasso overnight al 4,75%, mentre intanto i contratti swap a un anno e relativi al tasso inflativo sono cresciuti di 57 punti base rispetto a quanto rilevato a dicembre. I titoli obbligazionari e le mosse della banca centrale hanno dunque scelto di intraprendere due cammini in senso inverso. L’economia australiana ha fatto registrare un’accelerazione pari a 0,6 punti percentuali nel corso dell’ultimo trimestre del 2010, ora ci sono buone notizie che giungono dai salari e dagli investimenti, anche perché molte risorse sono state richieste da paesi come India e Cina.