Consob: incremento deciso dei Cds all’interno dei Pigs

38664_nombrePortogallo, Irlanda, Grecia e Spagna vengono ormai accomunati nelle analisi finanziarie economiche in un unico contesto ed è quindi frequente parlarne in maniera allargata come del gruppo dei paesi Pigs, dalla sigla composta dalle loro iniziali: le ultime notizie in questo senso si riferiscono, nello specifico agli investimenti finanziari, visto che, come è stato annunciato dalla Commissione Nazionale di Società e Borsa (Consob), sono previsti degli aumenti piuttosto accentuati per quel che concerne proprio queste nazioni. A cosa si deve una situazione di questo tipo? Anzitutto, c’è da precisare, così come ha fatto la stessa commissione, che tali Stati hanno subito nel corso del 2009 un deterioramento importante dei loro conti pubblici e, appartenendo all’area dell’euro, e per questa ragione si è verificato appunto un significativo incremento dei premi in relazione al rischio sui titoli pubblici, ma anche sulle quotazioni dei cosiddetti Cds (i Credit Default Swap, vale a dire gli swap che provvedono a trasferire l’esposizione creditizia di prodotti a reddito fisso tra le parti), una tendenza che non ha ovviamente risparmiato nemmeno il nostro paese.

 

Cds: Unione Europea pronta a vietare le vendite allo scoperto

parlamento-europeoNon ha utilizzato mezzi termini la Commissione Affari Economici e Monetari, uno degli organi più importanti per quel che concerne il Parlamento dell’Unione Europea: il parere fornito riguarda infatti il mondo degli investimenti, più propriamente è stato auspicato il divieto di vendere allo scoperto i cds, sigla che, come è noto, identifica i credit default swap. Il problema di questi specifici prodotti, i quali non sono altro che strumenti derivati volti a risarcire i sottoscrittori nella malaugurata ipotesi di fallimento (appunto “default”) di compagnie o di stati nazionali che hanno provveduto all’emissione dei bond governativi, sorge nel momento in cui i mercati finanziari vengono a caratterizzarsi per una forte volatilità, quando l’uso a fini speculativi aumenta in maniera spropositata.

 

Il panico per i Cds sta favorendo il comparto corporate

4a37ccae4feb3_zoomNon si può certo dire che quello attuale sia il momento migliore che stanno vivendo, finanziariamente parlando, i Cds (Credit Default Swap: si tratta degli swap che trasferiscono l’esposizione al credito tra le parti): il panico sui mercati è molto alto, soprattutto alla luce delle emissioni non proprio felicissime di titoli di Stato di Irlanda, Grecia e Portogallo. Non esiste dunque un’alternativa a questi strumenti, visto che la crescente avversione al rischio ha provocato un sicuro approdo verso il Bund tedesco e le obbligazioni americane? In realtà, per allentare la pressione non è forse la migliore scelta quella di trasferire in continuazione la propria liquidità. Piuttosto, come consigliano moltissimi analisti, è preferibile affidarsi al mercato delle obbligazioni corporate, senz’altro più promettenti. Come è noto, in questo caso, si possono ottenere dei rendimenti davvero interessanti a fronte di rischi più alti.

 

British Bankers’ Association: lieve rialzo del Libor a tre mesi

BBa_prestiti-740629Il costo dei prestiti a tre mesi effettuati in dollari nel mercato interbancario ha subito un leggero incremento proprio nel corso di questa giornata, anche se il livello raggiunto rimane ancora troppo al di sotto del picco toccato dai decennali la scorsa settimana; il dato in questione è giunto direttamente dalla British Bankers’ Association, la quale ha annunciato come il Libor trimestrale statunitense abbia guadagnato fino allo 0,53781%, mentre lo spread tra questo riferimento finanziario e gli swap overnight, uno dei principali “barometri” dello stress del mercato, si è attestato sui 30,8 punti base. Se poi andiamo a confrontare questo Libor con i suoi equivalenti britannico (ormai giunto allo 0,72313% con un buon incremento) e il tasso europeo (0,64063%), ci si accorge che siamo ben lontani da queste performance, ma che comunque la ripresa è iniziata in modo positivo.

 

La Nacion: offerte le holding dei bond argentini

ops_bond_argentinaGli ultimi aggiornamenti relativi al caso dei bond argentini e alla conseguente offerta di swap per il fallimento degli stessi titoli giungono direttamente dalla stampa, più precisamente dal quotidiano sudamericano La Nacion: secondo una indiscrezione di quest’ultimo giornale, infatti, i creditori che attualmente detengono i circa 500 milioni di dollari di obbligazioni finite in default hanno provveduto a offrire le loro holding per quel che concerne la ristrutturazione del debito in questione nel corso della settimana appena conclusa. I dettagli sono piuttosto circostanziati, ma La Nacion non ha voluto riferire da dove ha tratto queste informazioni finanziarie. A questo punto, il governo di Buenos Aires deve attendere il momento in cui gli investitori individuali avranno accresciuto la loro quota di partecipazione circa il debito da 18,3 miliardi di dollari dello swap e a fronte dell’offerta che verrà avanzata soltanto il prossimo 7 giugno. Le prossime mosse e aggiornamenti sono presto spiegati.

 

Derivati: la Regione Marche chiude il Bramante Bond

regioneOrmai ci sono i caratteri dell’ufficialità: la Regione Marche ha deciso di uscire in maniera definitiva da tutte le difficoltà sorte in seguito alla sottoscrizione del cosiddetto Bramante Bond, vale a dire quella emissione finanziaria da 400 milioni di euro che era stata coperta per il 50% da un contratto swap di Lehman Brothers, con le conseguenze che sono facilmente immaginabili. L’annuncio è stato effettuato proprio nel corso della giornata di ieri dal consiglio regionale, ma già da qualche tempo si conoscevano i dettagli di questa specifica operazione: in effetti, è in vista la cessione del credito della stessa Lehman Brothers, anche perché le Marche hanno già provveduto a pagare ben 51,6 milioni di euro nel contratto in questione da sei anni a questa parte, inoltre anche l’altra metà del bond dovrà essere necessariamente chiusa, mediante un sapiente ammortamento dello swap con la società Nomura e la ristrutturazione del passivo con un rimborso in forma rateale, vale a dire l’unico possibile in questo preciso momento.

 

Tango Bond: l’Adusbef consiglia l’adesione all’ops

bondArgentiniCi sono ancora notizie molto interessanti che riguardano la questione delle obbligazioni emesse dal governo argentino: protagonista dell’ultimo tassello di questa vicenda è stata l’Adusbef (l’Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari e Postali), la quale ha espressamente consigliato un’adesione in massa, ovviamente per quel che riguarda gli investitori interessati, all’offerta pubblica di sottoscrizione. Le motivazioni per una tale scelta sono indicate nella nota della stessa associazione; in particolare, è stata sottolineata l’intera storia dei bond in questione mettendo a confronto gli interessi dei banchieri con quelli dei risparmiatori. Inoltre, bisogna ricordare che la Task Force Argentina (conosciuta anche con l’acronimo Tfa) è già venuta incontro ai soggetti, tentando di riparare gli errori commessi e tutelando la clientela che è stata frodata. Finora, come ha precisato la stessa Adusbef, le deleghe raccolte presso gli sportelli degli istituti di credito sono circa 180.000: si tratta degli obbligazionisti che possedevano i titoli poi finiti in bancarotta, ai quali, tra l’altro, è stata anche promesso un ricorso all’arbitrato internazionale a cinque anni dalla prima ops.

 

Argentina: ancora sei giorni per la valutazione degli swap

16788_ParmalatBondStrappatiOltre 180.000 detentori italiani dei bond in default relativi all’Argentina sono attualmente rappresentati dall’Associazione per la Tutela degli Investitori in Titoli Argentini (ente meglio conosciuto con l’acronimo Tfa, vale a dire Task Force Argentina): le ultime notizie dal mondo degli investimenti finanziari riguardano proprio queste obbligazioni, visto che la stessa Tfa ha deciso di spostare al prossimo 12 maggio la data in cui valutare l’offerta di swap del paese sudamericano. La nota dell’associazione, inoltre, ha sottolineato come tale decisione sia stata il frutto di valutazioni e approfondimenti molto prolungati. Si tratta, in estrema sintesi, dell’ultimissima occasione per gli obbligazionisti del nostro paese di ottenere nuovi titoli in cambio di quelli finiti in bancarotta nel corso del 2001.

 

Esplode il caso degli swap di Saint-Etienne

swap-300x225La peggior crisi economica degli ultimi settant’anni ha fatto sentire tutti i suoi effetti nella città francese di Saint-Etienne soltanto nel corso di questo mese: cosa è accaduto di preciso? Un conto ben salato da 1,18 milioni di euro deve essere saldato nei confronti di Deutsche Bank, a causa di un contratto che aveva inizialmente fornito un po’ di ossigeno alla città transalpina, la quale si è però categoricamente rifiutata di pagare, evitando in tal mondo uno dei dieci derivati speculativi. L’utilizzo dei contratti swap in Europa ha cominciato a subire una forte impennata intorno al 1999, in quanto sono stati ritenuti il metodo più efficace per ridurre i costi sui prestiti a tasso fisso. Nel corso della gestione di Saint-Etienne da parte del sindaco Michel Thiolliere, il capoluogo del Dipartimento della Loira ha provveduto a firmare sei contratti swap relativi a un prestito ottenuto da Dexia per dei progetti urbanistici tra il 2005 e il 2008.

 

Tutto pronto per il lancio dell’offerta argentina di swap

argentina-flag-300x192Sembra ormai tutto pronto per il lancio, da parte del governo argentino, dell’attesa offerta di swap, strumenti che dovrebbero consentire la copertura dei 20 miliardi di dollari di debito in default relativi ai cosiddetti “tango bond: per il via libera definitivo, comunque, è ancora necessario il parere favorevole degli enti di regolazione che si trovano in Europa e in Giappone, così come è stato anche precisato dal ministero dell’Economia del nostro paese. Ieri a Roma, tra l’altro, era presente Herna Lorenzino, segretario per le finanze argentine, per mettere a punto tutti i dettagli dell’operazione. Per il momento stanno giungendo delle precisazioni rassicuranti circa i termini della presentazione, dato che viene assicurato che essa ci sarà senz’altro nel corso di questa settimana, ma i trader dei mercati finanziari dell’Argentina hanno immediatamente corretto queste osservazioni, sottolineando il fatto che il lancio potrebbe avere luogo nel corso dei prossimi sette giorni.

 

Argentina: la Consob riceve il prospetto per il nuovo swap

argentina-flag-300x192La Consob ha ricevuto il prospetto per una nuova offerta finanziaria in “salsa” argentina: la nazione sudamericana ha infatti provveduto a depositare tale documento, relativo allo scambio di obbligazioni pubbliche in circolazione dopo il primo swap sul debito sovrano, il quale risale al 2005. L’intento principale è quello di sostenere nel migliore dei modi i 20 miliardi di dollari di obbligazioni in default. Ma non si tratta di un’offerta limitata esclusivamente al nostro paese, visto che l’Argentina ha depositato gli stessi documenti di offerta anche in Lussemburgo e alla Sec negli Stati Uniti: in aggiunta a questa offerta di scambio dei titoli, tra l’altro, il governo di Buenos Aires è pronto a lanciare un nuovo bond globale che avrà scadenza nel 2017 e per un ammontare pari a un miliardo di dollari. Come è stata strutturata questa offerta? Le opzioni possibili sono sostanzialmente due, una discount e una par; nel primo caso, vi sono tre diversi tipi di obbligazioni che possono essere sottoscritte (discount, global 2017 e i titoli cosiddetti Pil), mentre nella seconda ipotesi vi sono altre tre alternative (nuove obbligazioni par, obbligazioni 2013 e titoli Pil).

 

Xmtch e i nuovi Etf per il mercato italiano

credit-suisseGli ultimi giorni del 2009 hanno visto il trionfo di un nuovo protagonista del mercato degli Exchange Traded Funds (Etf): si tratta di Xmtch, la piattaforma dell’istituto di credito elvetico Credit Suisse. Il gruppo bancario punta ora a conquistare sempre più le preferenze degli investitori italiani di questi prodotti finanziari, puntando soprattutto su una vasta gamma di offerte e su nuove quotazioni in questi primi mesi del 2010. L’obiettivo di medio-lungo termine dell’emittente è sostanzialmente quello di posizionarsi tra gli operatori dominanti del settore in Europa; non bisogna dimenticare infatti che il mercato italiano degli Etf è uno dei principali a livello continentale, secondo solamente a quello tedesco. Già ad ottobre, Credit Suisse ha provveduto a quotare 17 nuovi Etf armonizzati, i quali hanno raggiunto, come confermato da Enrico Camerini, responsabile per il nostro paese di Xmtch, il quarto posto per numero di quotazioni di Borsa Italiana.