L’ultima seduta del segmento EtfPlus, il mercato italiano appositamente dedicato a Etf ed Etc, è stata contrassegnata da pochi spunti di rilievo, ma quelli più interessanti devono essere analizzati con attenzione: anzitutto, l’indice delle richieste di mutui è risultato in calo negli Stati Uniti (circa 5,5 punti percentuali in meno), ma ciò non ha smosso in alcun modo il comparto di Borsa Italiana, anzi ha prevalso maggiormente il discorso rassicurante del numero uno della Fed, Ben Bernanke. Amundi ha letteralmente dominato l’ambito dei rendimenti, grazie soprattutto all’indice settoriale degli istituti di credito (il riferimento va all’Msci Europe), il quale è stato in grado di ricavare ben il 2,24%; non sono comunque stati da meno lo short di Db-x (indice Hang Seng: il rialzo è stato pari a 1,27 punti percentuali) e da un fondo di investimento relativo a questa stessa società emittente che ha aumentato i propri profitti dell’1,41%.
Etf
Pharus Sicav, la gamma si arricchisce del fondo flessibile Aliseo
Chi si rivede: Pharus Sicav, la società di investimento a capitale variabile di Mendrisio, è tornata a far sentire la propria voce nel segmento finanziario, un ritorno caratterizzato dal lancio del nuovo fondo Aliseo. Si tratta, nello specifico, di un fondo flessibile di tipo bilanciato, il cui fine ultimo sarà sostanzialmente quello di dar vita a performance costanti e positive, senza alcuna distinzione per quel che concerne le condizioni in cui versa il mercato. Quali sono le altre caratteristiche di Pharus Aliseo? Non esiste alcuna limitazione dal punto di vista geografico e nemmeno settoriale, dunque sarà possibile focalizzare il proprio portafoglio su strumenti tradizionali come bond e titoli azionari, ma anche su settori diversi, quali ad esempio quello dei metalli preziosi e le materie prime del settore primario, attraverso degli specifici Exchange Traded Fund.
Oro e argento: nuove scommesse degli investitori
Il mese di gennaio è stato uno dei peggiori per i metalli preziosi e le loro performance, ai minimi dopo oltre due decenni: ora, però, gli investitori finanziari hanno a disposizione ben 102 miliardi di dollari per scommettere sul rialzo dei prezzi in tale comparto, così da accumulare più riserve auree rispetto alle banche centrali e più argento rispetto alle dotazioni americane. Le stime parlano chiaro, gli analisti si attendono una crescita dell’argento pari al 23% prima della fine di quest’anno e di altri venti punti percentuali in relazione all’oro. Tra l’altro, Ubs ha previsto la più forte domanda industriale dal 1990 (argento) e la seconda maggior vendita di prodotti collegati all’andamento del biondo metallo.
Mercati emergenti: investitori intimoriti dalla crisi egiziana
I fondi di investimento che osservano da vicino le performance dei principali mercati emergenti hanno riportato le loro prime perdite settimanali a causa della grave situazione politica che sta attanagliando l’Egitto: non solo, ma anche il record dei prezzi alimentari ha agevolato l’avanzata da parte dell’inflazione. Sono questi due motivi che hanno spinto gli investitori a ritirare ben 4,6 miliardi di dollari dagli Etf in questione, così come è stato evidenziato dai dati di Bank of America. In particolare, le perdite totali di tali strumenti ammontano a 7,2 miliardi di dollari, il livello più alto da tre anni a questa parte.
India: ecco gli strumenti su cui focalizzare il portafoglio
La lettera” I” della sigla Bric identifica l’India ed è forse la più gettonata del gruppo per quel che riguarda gli investitori del nostro paese, ma non solo: l’interesse nei confronti della nazione asiatica in qualità di economia emergente dipende soprattutto dall’automazione e standardizzazione dei vari servizi, oltre all’invidiabile livello dei costi e a quello delle conoscenze e competenze. Come si può focalizzare dunque in maniera corretta il proprio portafoglio su quest’area geografica? L’economia dell’India è in una buona fase di crescita, ma in realtà i pericoli e gli ostacoli esistono anche per essa: ad esempio, la vasta popolazione non rappresenta certo un elemento vantaggioso, vista l’eterogeneità delle razze e dei redditi, con ampie fasce di povertà.
Ubs conferma la propria predilezione per gli Etf
La Swx Swiss Exchange, la borsa svizzera di Zurigo, è stata protagonista giusto una settimana fa di una interessante quotazione: Ubs ha infatti lanciato sulla piazza elvetica tre nuovi Exchange Traded Fund, i primi che vengono appositamente legati a indici di materie prime, in base a quanto è stato disposto dall’Ucits III (Undertakings for Collective Investments in Transferable Securities). Di cosa si tratta esattamente? Due di questi prodotti sono stati lanciati per venire incontro alle esigenze dei clienti istituzionali: Ubs Etf Dj-Ubs Commodity Index Sf-I e Ubs Etf Cmci Composite Sf-I sono le soluzioni ideali in tal senso, mentre l’Ubs Etf Cmci Composite Sf-A (il codice Isin di riferimento è IE00B56HXD74) può rappresentare una buona diversificazione per gli investitori retail.
Deutsche Bank, i nuovi Etf soddisfano tutti i gusti
Deutsche Bank, istitutori credito tedesco che vanta una leadership importante a livello nazionale ed europeo, ha deciso di venire incontro a diverse esigenze degli investitori finanziari: l’offerta di Exchange Traded Fund da parte dell’emittente di Francoforte sul Meno è infatti molto diversificata e si caratterizza per un unico punto comune, il classico marchio X-trackers. Di quali proposte si tratta? Anzitutto, si può cominciare con l’Etf che andrà a osservare da vicino le performance dell’indice S&P 500: il codice Isin di riferimento è LU0490619193, con investimenti mirati nelle società americane ad alta capitalizzazione (le cosiddette “blue chip”) e una commissione di gestione annua che è stata fissata allo 0,30%.
Il mercato australiano, la nuova frontiera per gli Etf
Non è difficile immaginare i motivi che hanno condotto l’Australia ai vertici dell’economia mondiale, almeno in fatto di crescita: la vasta nazione oceaniana, infatti, può vantare una popolazione pari a ventidue milioni di abitanti, ma soprattutto un prodotto interno lordo pari all’1,2% di quello globale, una cifra davvero impressionante. Le materie prime dominano letteralmente il mercato dei titoli azionari, ragione per la quale gli investitori non possono contare su un portafoglio sufficientemente diversificato, anche perché i soli indici del Pacifico la fanno da padrona, ma comunque occorre tenere a mente dei concetti fondamentali. Anzitutto, chi vuole investire sull’Australia deve ricordare che i cambi valutari rappresentano un rischio molto alto, visto che l’utilizzo del dollaro australiano viene spesso caratterizzato da eccessiva volatilità.
Obbligazioni americane, tris di Etf per Lyxor
Il tris calato sull’ideale tavolo di poker finanziario è stata la mossa vincente di Lyxor Asset Management: la compagnia francese, sussidiaria di Société Générale, ha infatti scelto tre carte di sicuro impatto, vale a dire degli Exchange Traded Fund di tipo obbligazionario che hanno beneficiato dell’emissione da parte di Multi Units France. Conosciamo meglio i nuovi strumenti, i quali sono disponibili da tre giorni presso il segmento Oicr (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio): si tratta, nello specifico, del Lyxor Etf Iboxx $ Treasuries 1-3Y (il codice Isin in questo caso è FR0010960955), il Lyxor Etf Iboxx $ Treasuries 5-7Y (FR0010961011) e il Lyxor Etf Iboxx $ Treasuries 10Y+ (FR0010961003). Queste denominazioni fanno già intendere qualche caratteristica peculiare dell’offerta.
Etf di iShares: ottime performance per il titolo targato JPMorgan
Una somma superiore al miliardo di dollari: ammonta a tanto l’attivo del fondo obbligazionario di iShares che segue molto da vicino le performance finanziarie di JPMorgan e dei mercati emergenti. A cosa si deve un successo simile? L’annuncio è giunto direttamente dalla stessa iShares, numero uno al mondo per quel che riguarda il lancio di Etf. JPMorgan $ Emerging Market Bond Fund, questa la denominazione esatta del prodotto in questione, consente di ottenere una interessante diversificazione di portafoglio, mettendo a disposizione titoli obbligazionari espressi in dollari americani, ma soprattutto emesse dalle nazioni emergenti. In tale maniera, l’obiettivo da perseguire è quello di sfruttare uno strumento unico che però dà accesso a ben trenta paesi diversi per quel che concerne il loro debito.
Source e Pimco, alleanza strategica sugli Etf
L’unione fa la forza: devono aver pensato questo Pimco e Source nell’approntare la loro distribuzione di Exchange Traded Fund sul mercato del continente europeo. Si tratta, come è noto, di due aziende di comprovata affidabilità; la Pacific Investment Management Company è infatti la società Newport Beach che si occupa della gestione degli assets finanziari, mentre Source è nota proprio per questo specifico prodotto di investimento. Le parti in questione hanno deciso di porre in essere un’importante intesa volta a rendere disponibile e distribuire degli Etf di tipo obbligazionario sulla piazza del Vecchio Continente. L’obiettivo principale, dunque, è quello di dar vita a degli strumenti che siano in grado di esporsi in maniera adeguata agli investitori europei.
Sul segmento OICR è di casa il nuovo Etf di Ishares
La data odierna è fondamentale per quel che riguarda l’emissione degli Exchange Traded Fund e il segmento Oicr (acronimo che identifica gli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio): in effetti, Ishares Plc, leader mondiale in tale ambito, ha reso possibile la negoziazione di un nuovo prodotto di cui essa stessa sarà emittente. La compagnia specialista dell’offerta in questione, invece, sarà Susquehanna International Securities, la quale fa parte dell’omonimo gruppo privato, specializzato negli investimenti in titoli azionari. Lo strumento a cui ci stiamo riferendo assumerà una ben precisa denominazione, vale a dire Ishares Markit Iboxx Euro High Yield, un nome che fa già comprendere alcune delle caratteristiche più importanti di cui potranno beneficiare i risparmiatori.
Piazza Affari: esordio per l’Etn iPath di Barclays
La storia degli Etn come investimento finanziario è relativamente breve: la prima quotazione risale infatti al 12 giugno di 2006 grazie a Barclays, vera e propria leader in tale comparto, che da quel momento sta cercando di espandersi in maniera progressiva. Il debutto di questi giorni presso Borsa Italiana di questo specifico strumento è una conferma importante dell’interesse crescente nei confronti degli Exchange Traded Notes: la firma è sempre la medesima e inconfondibile, quella della britannica Barclays, la quale ha deciso dunque di mettere a disposizione il suo secondo prodotto destinato al nostro paese. La struttura è quella tipica, visto che l’Etn altro non è che un titolo di debito non subordinato e quotato appunto da un istituto di credito; la sua caratteristica conformazione consente agli investitori di accedere ai rendimenti dei vari indici di mercato, usualmente collegati a una strategia benchmark.
Source guarda ai Bric per il lancio dei tre nuovi Etf
Gli Etf sono senza dubbio una delle prerogative principali di Source, l’emittente specializzata proprio in questo tipo di prodotti: l’onda da cavalcare nel momento attuale è quella delle nazioni Bric (Brasile, Russia, India e Cina), dunque la holding londinese ha deciso di puntare con decisione sulle più vivaci piazze emergenti, proponendo tre nuovi Exchange Traded Fund, i quali andranno a osservare da vicino le performance degli indici Msci (Brazil, China e India per la precisione). La gamma di Source era già piuttosto ampia, pertanto sorge spontanea una domanda: qual è il motivo dell’introduzione di tali strumenti? La firma della società britannica era stata apposta da tempo su Etf collegati ai mercati emergenti (si tratta dell’Msci Emerging Markets e dell’Rdx, il quale è relativo all’andamento dell’economia russa), a questo punto, invece, i clienti interessati potranno essere esposti su un’area geografica ancora più allargata, sfruttando i rally dei paesi Bric.