Il 2011 rappresenterà un anno denso di novità per quel che riguarda gli investimenti in Exchange Traded Fund, parola di Invesco PowerShares: il comparto specializzato in questi specifici prodotti della omonima compagnia americana ha infatti deciso di lanciare, a partire dal prossimo 5 gennaio, una serie di innovazioni piuttosto interessanti in relazione all’offerta di Etf nel continente europeo. Volendo essere più precisi, c’è da dire che la gamma potrà contare sulla cosiddetta replica sintetica, una metodologia che consente ai clienti di sfruttare gli strumenti per replicare appunto persino quegli indici che non sono contemplati dal metodo basato sul denaro cash (il “cash-based”). Questa opportunità verrà posta in essere mediante un procedimento piuttosto semplice; in effetti, la società di Atlanta convertirà due dei propri Etf dal metodo di replica fisica a quella di impostazione sintetica.
Etf
Biotecnologie, gli Etf dovranno affrontare nuove sfide
La netta conquista della Camera da parte dei Repubblicani di questa settimana potrebbe avere un impatto negativo non solo sul mondo finanziario statunitense, ma anche e soprattutto sugli Exchange Traded Fund che sono collegati all’ambito delle biotecnologie; una recente ricerca del New York Times ha messo in luce, infatti, come la voce “ricerca e sviluppo” da parte delle agenzie con scopi non militari, includendo quindi anche la ricerca sanitaria e scientifica, corra il rischio di subire un calo di 12,3 punti percentuali, assestandosi a quota 57,8 miliardi di dollari, ben al di sotto degli auspicati 66 miliardi del presidente Obama. Cosa può succedere a questo punto? Tra gli enti maggiormente coinvolti figurano sicuramente i National Institutes for Health, visto che le stime parlano di una perdita molto vicina ai tre miliardi (-9% dei finanziamenti), la National Science Foundation (si rischia un vero e proprio crollo, 19 punti percentuali in meno di budget) e la National Oceanic and Atmospheric Administration (si prospetta addirittura un -34%).
Gli Etn arrivano anche in Italia: la prima quotazione è di Barclays
Gli investitori italiani dovranno acquisire dimestichezza con una nuova sigla finanziaria che potrebbe riguardarli molto da vicino: si tratta degli Etn, acronimo che identifica gli Exchange Traded Note, strumenti che debuttano per la prima volta nel mercato del nostro paese. Cerchiamo di comprendere bene come funzionano tali prodotti. Anzitutto, l’Etn altro non è che un titolo azionario non subordinato che punta a combinare gli aspetti dei bond e quelli degli Etf (le caratteristiche sono molto simili a questi ultimi): Barclays Bank, banca londinese a forte carattere internazionale, è l’istituto pioniere in questo senso, visto che è stata la prima emittente dei prodotti in questione, dunque non deve stupire più di tanto se anche in Italia il lancio verrà curato dalla spa britannica.
OICR strutturati: Lyxor propone degli Etf di tipo total return
Sono passati ormai due giorni da quando Lyxor Asset Management, la celebre società di gestione del risparmio francese, ha reso disponibile la negoziazione di alcuni nuovi strumenti dalla caratteristiche piuttosto interessanti: in questo caso, la compagnia transalpina ha voluto puntare sul comparto degli Oicr (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) di tipo strutturato. Di quali caratteristiche beneficiano questi prodotti? Anzitutto, bisogna sottolineare che i prodotti in questione saranno quattro, che la loro emissione è avvenuta all’interno di EtfPlus, mentre Multi Units France (la società di investimento a capitale variabile che opera in prevalenza nell’ambito del diritto francese) e Société Générale, il gruppo di cui fa parte la stessa Lyxor, svolgeranno il ruolo di, rispettivamente, società emittente e azienda specialista per l’investimento finanziario.
Banca Mondiale e Fmi: ecco i rischi insiti nei mercati emergenti
La svalutazione di una determinata moneta consente alla nazione di migliorare lo stato della propria economia, a spese però degli altri paesi: ad esempio, nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero procedere ancora più spediti nella direzione di una ulteriore riduzione quantitativa, allora i prodotti finanziari dei mercati emergenti, in primis gli Etf, potrebbero subire una reazione violenta dal dollaro svalutato. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, due dei pilastri finanziari sorti a Bretton Woods nel 1944, stanno lanciando a più riprese un allarme circa i potenziali problemi che deriverebbero da una fluttuazione eccessiva della moneta verde nel mercato di riferimento.
Etf e Malesia: interessante il piano di espansione economica
Il continente asiatico può rappresentare, nel momento attuale, un approdo piuttosto sicuro e appetibile per qualsiasi tipo di investitore: una delle nazioni su cui fare maggiore affidamento è senza dubbio la Malesia (ci troviamo nella zona sudorientale, dove contano molto le vicinanze geografiche con Singapore e Thailandia), la quale sta approntando un ambizioso piano di espansione economica, una operazione che si è resa necessaria alla luce della rivelazione del nuovo budget del paese. Ed è proprio questo piano a far sorgere spontanea una domanda: sarà sufficiente una movimentazione finanziaria di questo tipo per condurre Kuala Lumpur e i suoi Exchange Traded Fund nel paradiso della prosperità economica?
L’Euronext quota dieci nuovi Exchange Traded Funds
In matematica si usa dire che il dieci è un numero “felice”: in effetti, la Borsa francese ha vissuto una certa euforia proprio ieri, ma di tipo maggiormente finanziario, visto che è stato annunciato il debutto ufficiale di dieci nuovi Exchange Traded Funds. Si tratta, in pratica, di strumenti finanziari che beneficeranno dell’emissione e del prestigioso marchio di Lyxor, la sgr transalpina attiva soprattutto in questo segmento degli investimenti; inoltre, la prima negoziazione avverrà domani e c’è una certa attesa circa i rendimenti futuri di questi Etf. Analizziamo tali prodotti, in particolare quelli più appetibili ai risparmiatori. C’è anzitutto il Lyxor Msci W Etr (codice Isin: LU0533032420), quotato sull’Euronext e che andrà ad osservare da vicino l’andamento dell’indice sottostante, vale a dire l’Msci World Energia Index Return.
Etf, notevole il peso del Tarp sui comparti finanziari
Gli Etf finanziari devono aver avvertito in maniera netta lo scossone provocato dall’amministrazione Obama: in effetti, gli istituti di credito di dimensioni minori stanno subendo il peso influente da parte del programma Tarp (acronimo che identifica il Troubled Asset Relief Program, il programma statunitense volto ad aiutare gli istituti di credito in difficoltà), mentre le banche maggiori devono fronteggiare i continui fallimenti e una crescita economica piuttosto debole. Comunque, la sfida comune rimane quella dell’aumento di capitale, nonostante lo stesso Tarp stia tagliando con decisione i dividendi degli azionisti; c’è stato anche qualche caso di tentativo di uscita dal provvedimento in questione, ma il tutto risulta fin troppo difficile.
BlackRock: i Bsf Funds si focalizzeranno sugli Etf di iShares
BlackRock ha deciso di farsi in quattro per i propri investitori: o meglio, saranno quattro, uno diverso dall’altro, i portafogli finanziari che la sgr statunitense ha deciso di mettere a disposizione per quel che riguarda la gamma Bsf Fund of iShares. Le proposte in questione differiscono tra di loro in relazione ai rischi e ai rendimenti, ma sono tutte da ricollegare agli Etf della compagnia americana: in particolare, si potrà beneficiare di un portafoglio “conservative”, di uno “moderate”, di un altro focalizzato sulla crescita (denominato per l’appunto “growth”) e l’ultimo “dynamic“, a seconda delle singole esigenze. Tra l’altro, gli assets sono stati allocati in modo tale da garantire una esposizione molto ampia alle aree geografiche più diverse e ai redditi di vario tipo, come quello fisso e immobiliare, solo per citare due esempi.
Non solo dollaro: ecco gli Etf per puntare sulle altre valute
Il principale riferimento valutario degli investimenti finanziari, inutile negarlo, è il dollaro: ma il trading decrescente e una ulteriore immissione di denaro cash nei mercati da parte della Federal Reserve, stanno provocando un sensibile deprezzamento della moneta verde nei confronti di un paniere di altre divise. Gli Exchange Traded Fund rappresentano sicuramente la modalità più semplice e accessibile per gli investitori per accedere a questo tipo di mercato; cerchiamo di comprenderne le dinamiche. Il discorso deve partire necessariamente dagli Stati Uniti, con la Fed che è pronta ad acquisire una massiccia dose di bond del Tesoro entro la fine di novembre, un modo per stimolare le attività economiche.
Source propone un nuovo fondo: fari puntati sull’azionario europeo
Source, la società londinese attiva principalmente nell’emissione di Etf ed Etc, torna a far parlare di sé per un nuovo fondo che potrebbe interessare a molti investitori: nello specifico, il prodotto finanziario in questione, denominato Msci Emu Small Cap Etf, è stato ideato per quei soggetti che vogliono puntare le loro strategie di portafoglio sul continente europeo, in particolare, come suggerisce lo stesso nome, l’indice Msci Emu Small Cap Total Return. In pratica, questo specifico strumento si presenta come un fondo capace di garantire le migliori performance dell’indice, chiedendo in cambio una commissione di gestione pari allo 0,40% per ogni anno in cui si detiene il prodotto. L’Msci Emu è uno dei riferimenti più importanti per quel che concerne il Vecchio Continente, visto che si tratta in realtà di un paniere composto da ben 568 titoli diversi, i quali beneficiano di una capitalizzazione di mercato non altissima (fino a 3,5 miliardi di euro).
BlackRock diffonde dati sugli Etf: crescita positiva ad agosto
BlackRock, compagnia americana che si occupa in prevalenza di risparmio gestito, ha provveduto a fornire quelli che sono i dati di diffusione di una delle tipologie più gettonate a livello di investimenti, gli Exchange Traded Fund: il comparto in questione, infatti, è stato analizzato nel suo andamento nel corso del mese di agosto e i risultati mettono in luce una tendenza ben precisa. Due mesi fa l’industria degli Etf poteva cantare più di 2.300 prodotti, 4.900 negoziazioni e un valore degli assets che si aggirava attorno agli 1,06 miliardi di dollari (le piazze finanziarie interessate da tali quotazioni sono attualmente 43).
Hsbc progetta il suo primo Etf dedicato al Golfo Persico
Hsbc (Hong Kong and Shanghai Banking Corporation) rappresenta una delle maggiori realtà della finanza islamica: in effetti, il gruppo bancario britannico risulta essere attualmente il secondo maggior sottoscrittore di obbligazioni ricollegabili a questa area geografica e non è quindi un caso se si sta pensando all’avvio del primo Etf nel Golfo Persico “rispettoso” della legge della Shariah. Questa zona asiatica è uno dei richiami più forti per gli investitori internazionali e Hsbc ha tenuto conto anche di questo specifico fattore. Il lancio dei nuovi Exchange Traded Fund potrebbe favorire l’accumulo di circa cinquanta miliardi di dollari da destinare ai mercati locali, oltre che un interessante incentivo per quelli emergenti.
Etf Securities: investire nell’argento può essere conveniente
Etf Securities è la società londinese che si occupa in prevalenza dell’emissione di Etf ed Etc, ma in questi ultimi giorni si sta segnalando anche per i suoi consigli dal punto di vista degli investimenti: secondo le ultime rilevazioni, infatti, l’oro sta facendo registrare un record dopo l’altro, ma si parla ancora troppo poco dell’argento, considerato in questo senso una più che valida alternativa, oltre che un performer di tutto rispetto. C’è infatti da sottolineare come l’ultimo anno e mezzo sia stato caratterizzato dall’ottimo andamento del “bianco metallo”, in grado di guadagnare ben 42 punti percentuali grazie soprattutto al prodotto ETFS Physical Silver, l’Exchange Traded Fund che è appunto quotato in relazione al metallo prezioso. Tra l’altro, molti analisti stanno mettendo in luce delle interessanti tendenze delle commodities in questione.