Il ministro delle Finanze tedesco è intervenuto ancora sulla vicenda del salvataggio della Grecia, ponendo in serio dubbio le possibilità che Atene possa realmente farcela. Il ministro di Berlino alimenta pertanto nuove polemiche, invitando esplicitamente i governi a pensare a una “exit strategy nel caso in cui le iniziative per risolvere la crisi dovessero fallire”. Dichiarazioni colte al balzo dal presidente dell’Eurogruppo, Jean–Claude Juncker, che ammette che – tecnicamente – l’uscita della Grecia dall’euro potrebbe esser possibile. Cosa accadrà domani, alla riapertura dei mercati?
Primo Piano
Stop rinvii piano austerity Grecia
Per il tramite di un portavoce, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha posto il veto sulla possibilità di nuovi rinvii per il piano di austerity della Grecia. “Per il governo tedesco” – afferma infatti il massimo vertice berlinese – “vale l’accordo preso da Atene con Ue, Fmi e Bce”. In altri termini, nessuna apertura in merito alla possibilità di dilazionare ancora l’austerity, contrariamente a quanto aveva invece lasciato intendere il ministro degli Esteri. Ma cosa accadrà ora alla Grecia? Quanto si è avvicinata, con questa presa di posizione, l’uscita di Atene dall’euro?
Decisione tedesca Fondo Salva Stati
Nessun rinvio per la decisione di legittimità sul Fondo Salva Stati. I giudici tedeschi hanno infatti scelto di non rilanciare la scelta temporale del proprio giudizio, nonostante la ricca fazione di euroscettici abbiamo sollevato altre questioni sulla legittimità costituzionale del fondo, varato per aiutare i Paesi dell’Eurozona in crisi. La Corte Costituzionale conferma pertanto la scadenza del 12 settembre quale termine ultimo per pronunciare la tanto attesa sentenza sulla conformità dell’Esm con la legge fondamentale della Repubblica federale.
Pil Eurozona – Italia giugno 2012
Deludono ancora i dati macroeconomici dell’Eurozona. Nell’area che ha adottato la valuta unica, infatti, il prodotto interno lordo continua a calare, confermando le sembianze di una recessione pressochè continentale. Ancor peggio i dati della produzione industriale, che dopo il rialzo del mese di maggio affonda con una percentuale drammaticamente non troppo distante dalla doppia cifra. Cerchiamo di comprendere come sta evolvendo l’economia dell’Eurozona, alla luce degli ultimi dati ufficiali forniti e pubblicati dall’istituto Eurostat.
Pil Grecia secondo trimestre 2012
Come noto, se c’è un Paese che più di altri sta soffrendo, numericamente, gli impatti della crisi economico finanziaria, questo è la Grecia. Atene continua a subire bruschi scossoni, e nel corso del secondo trimestre del 2011 ha dovuto fare i conti con l’ennesimo passo indietro, che rischia di minare alla base gli sforzi compiuti per rispettare i requisiti stabiliti dalla Troika, finalizzati all’ottenimento dei nuovi aiuti. L’obiettivo è risparmiare 11,5 miliardi di euro attraverso tagli da deliberare nel brevissimo termine. Nel frattempo, il Tesoro vara un’asta a tre mesi, per poter rimborsare 3,2 miliardi di euro di bond Bce in scadenza.
Debito pubblico giugno 2012 da record
La crescita del debito pubblico italiano non si arresta. Stando ai dati ufficiali forniti dall’esecutivo, infatti, il debito sovrano nazionale avrebbe subito un nuovo incremento, anche a causa del contributo che il Paese ha dovuto versare in qualità di partecipante al fondo Salva Stati. Nel mese di giugno, rivela ancora la pubblicazione curata dalla Banca d’Italia – che mensilmente riceve i dati dal ministero dell’economia e delle finanze, sono aumentate le entrate tributarie, ma non quanto basta per cercare di diminuire l’enorme volume di debiti.
Italia in recessione
Solo pochi mesi fa’ la diffusione dei dati relativi al Pil della Spagna hanno sancito una volta per tutte la reale condizione del Paese; dopo una doppia rilevazione del Prodotto interno lordo negativa oltre le soglie considerate accettabili la Spagna è stata dichiarata in recessione, anche se si sapeva da mesi ormai che il Paese era in forte difficoltà.
Crisi Spagna, servono 60 miliardi per banche
Durante il meeting previsto per le 17:30 della giornata di oggi sono stati presentati due piani distinti per la ricapitalizzazione delle banche in Spagna, che diventeranno poi una richiesta formale di aiuti nei prossimi mesi (anche se i dettagli sul reale stato del settore bancario saranno resi pubblici solo alla fine di luglio secondo le prime stime).
I report e le analisi condotte da due società convergono su un range che spazia dai 51 ai 62 miliardi di euro necessari; lo studio è stato fatto sul 90% del sistema bancario ed ha preso in considerazione 14 gruppi che necessitano degli aiuti per rilanciare il Paese dopo la nazionalizzazione di Bankia. Secondo Roland Berger, società di consulenza tedesca, servirebbero per la precisione 51,8 miliardi di euro mentre per gli americani della Oliver Wyman la cifra sarà compresa tra 51 e 62 miliardi di euro.
Euro scende contro Dollaro USA
Crolla l’Euro su quasi tutti i fronti, anche se le perdite maggiori si registrano proprio nel cambio con la valuta degli Stati Uniti. Il down-trend di lungo termine che accompagna le contrattazioni di Eur/Jpy è ormai invertito e la tendenza rialzista innescata sul bottom di inizio Giugno continua a trovare un seguito tra gli investitori che hanno portato il valore del cross oltre quota 101.50, anche se per poco tempo. Il crollo di oggi non rispecchia l’andamento di medio e si traduce in occasione di acquisto nel medio termine, salvo poi assistere alla perdita di quota 100.45, attuale stop-loss sui buy in corso.
L’inversione di brevissimo su Eur/Gbp invece potrebbe essere un nuovo avvio per la tendenza ribassista; il consolidamento dei venditori nel medio termine è netto e tolta la falsa partenza ribassista del 15 giugno scorso il cambio ha offerto continui spunti di vendita ad ogni rialzo. Una discesa sotto a quota 0.8035 entro la fine della giornata di domani darebbe il via al segnale short con stop & reverse posizionato a quota 0.8075.
Istituti e Banche d’Affari continuano a puntare sui derivati
Una crisi devastante come quella nata negli USA a cavallo tra il 2007 ed il 2008 non ha scoraggiato quelle che si consideravano “cattive abitudini” ed anzi il mondo finanziario sembra voler ripetere gli stessi errori; uno studio condotto da R&S Mediobanca ha fatto emergere che l’esposizione delle banche Europee sui derivati è cresciuta nel 2011 fino ad arrivare al 53% del PIL dell’Eurozona mentre nel 2010 si attestava al 41,3%. Lo scorso anno a fronte di un calo nell’esposizione sull’azionario da parte degli istituti Europei si è assistito ad una crescita esponenziale nelle contrattazioni di derivati, per un giro complessivo di circa 1453 miliardi di euro (corrispondente quasi al PIL Italiano).
La “batosta” arrivata con i mutui sub-prime sembra aver incrementato l’esposizione sui derivati piuttosto che averla demonizzata; in effetti ad una grande esposizione su strumenti speculativi corrispondono guadagni altrettanto alti e per quanto la crisi abbia fatto subire perdite consistenti per via dei titoli tossici scambiati in tutto il mondo, il resto dei derivati su cui si basa oggi il mondo finanziario è “sano” ed offre spunti operativi incredibili per le banche d’affari.
Scure di Moody’s su banche tedesche
Le agenzie di rating tornano a guardare all’Eurozona e dopo un movimento netto del Mercato verso l’alto prova a “stroncare” sul nascere l’inversione, rivedendo il rating del settore bancario del più importante Paese dell’Euro.
La Germania sarebbe, secondo Moody’s a rischio per ulteriori shock finanziari ed avrebbe una limitata capacità di assorbire eventuali perdite.
Grecia supera Spagna nella disoccupazione Giovani
Allarme disoccupazione; in tutta Europa ci sono sempre meno posti di lavoro e le ripercussioni nel breve e nel lungo termine potrebbero avere risvolti catastrofici. La Grecia supera la Spagna sulla disoccupazione giovanile, con un dato spaventoso pari al 52,7% tra gli under 25. Nella disoccupazione generale “primeggia” ancora la Spagna con il 24,3% confermato a Maggio 2012. Ad aprile secondo l’Eurostat, i giovani disoccupati erano pari a 5426 milioni, con differenze marcate tra gli stati (in Germania ad esempio il dato è pari al 7.9%).
I dati dell’Eurostat mettono ancora una volta in evidenza uno dei pilastri fondamentali della crisi attuale; insieme ai problemi legati al credito (che in qualche modo derivano sempre dall’occupazione) quello della disoccupazione è il secondo punto cardine da risolvere per rilanciare l’Eurozona.
Banche trovino risorse per l’Emilia Romagna
Il presidente dell’ABI non si è risparmiato sulla posizione delle banche nel rispetto delle zone del Nord Italia colpite dal sisma nei giorni precedenti; trovino le risorse, aiutino la ricostruzione.
Queste le parole davanti ai giornalisti dopo la riunione della Banca d’Italia di Giuseppe Mussari:
Incontriamo le imprese e spero presto la Cassa Depositi e Prestiti per parlare del futuro. La sospensione del pagamento delle rate va benissimo ma questo e’ per il contingente. Il problema oggi e’ trovare le risorse necessarie alle migliori condizioni possibili per chi deve ricostruire la sua fabbrica e ristrutturare la sua casa. In questi giorni l’obiettivo e’ questo. Cosi’ come abbiamo fatto per l’Abruzzo faremo ogni sforzo per l’Emilia Romagna.
Corsa agli sportelli in Italia? No secondo AD Unicredit
L’amministratore delegato di Unicredit non ritiene possibile una corsa agli sportelli in Italia come si è successo invece in Spagna per Bankia:
Non mi preoccupa e non ci sarà. Abbiamo una storia alle spalle, in tutti i momenti difficili gli italiani hanno reagito con razionalità. Dopo Lehman, quando sei mesi fa c’è stato il picco massimo dello spread non si è verificata nessuna reazione irrazionale da parte di nessuno
Così Federico Ghizzoni argomenta la sua tesi, tracciando una linea netta che separa la situazione Italiana dal resto dell’Eurozona. Per quanto l’Italia possa avere problemi ed è stata considerata alla stregua di un default come la Grecia, alla prova dei fatti lo Stato si è sempre dimostrato diverso da come veniva di volta in volta dipinto dai media e per quanto il Governo Monti sia odiato dai cittadini la posizione di forza dell’Italia continua a confermarsi nel tempo.