Global X avvicina i destini di Etf e hedge fund

Ci sono alcuni investitori che sono intenzionati ad acquistare nello stesso modo che compete di solito ai manager dei fondi speculativi, i cosiddetti hedge fund: ebbene, un nuovo Exchange Traded Fund, il Top Guru Holdings Index, permette di avere una via semplificata per comportarsi in questa maniera, beneficiando di una modalità molto interessante e casalinga. Diversamente dagli altro Etf che finora sono stati introdotti e descritti, tale prodotto focalizza la propria attenzione soprattutto sui titoli azionari americani, con il 20% degli assets finanziari che si riferiscono invece a situazione esterne agli Stati Uniti.

Un calo inatteso per il platino

Il primo calo delle scorte minerarie di platino dopo ben quattro anni, insieme al record fatto registrare dalle vendite di autovetture, hanno rappresentato i due elementi preponderanti per quel che concerne le performance del metallo: in effetti, si parla già di un calo della produzione pari a quattro punti percentuali, per un totale complessivo di 6,14 milioni di once nel corso di questo 2012. Un altro dei motivi determinanti in tal senso è senza dubbio la serie di scioperi che andranno a coinvolgere le miniere del Sudafrica, il maggior produttore al mondo di platino, come è stato stimato in questi ultimi giorni da Barclays. Questo vuol dire che il surplus di output è destinato a diminuire di ben novanta punti percentuali, fino a circa 37mila once.

Hedge Found contro l’Eurozona

Ormai sappiamo che negli ultimi anni l’importanza sul mercato finanziario degli Hedge Found è cresciuta a dismisura, quasi a pari passo con la potenza delle agenzie di rating; sono infatti loro che riescono a creare vere e proprie bolle speculative che in poco tempo si “sgonfiano” alla stessa velocità con cui sono salite e ne abbiamo avuta la prova con il Petrolio e l’Oro poco tempo fa’.

L’ottica di investimento altamente orientata al massimo profitto nel minor tempo possibile, anche a costo di caricarsi di rischi molto alti, costringe ad un continuo ricircolo dei portafogli che però spostano in questo modo ingenti capitali da una parte all’altra dei mercati telematici ad una velocità insostenibile. Questo se da un lato alza la volatilità di medio-breve periodo, creando più occasioni per il trading di breve, dall’altro confonde il lungo periodo senza più far distinguere tendenze fondamentali da bolle speculative.

Il 2011 si chiude in negativo per l’industria degli hedge fund

In che condizioni di salute versano gli hedge fund internazionali? La situazione del settore non è molto incoraggiante, almeno secondo quanto trapela dall’ultima ricerca che è stata condotta da Morningstar, società attiva proprio nelle analisi di tipo finanziario: nel dettaglio, quello che stupisce è soprattutto il dato relativo ai deflussi del mese di ottobre, ben due miliardi di dollari che rappresentano il livello più basso da quasi due anni e mezzo, quindi dai tempi della precedente recessione economica. Gli investitori stanno dunque penalizzando questi prodotti ed è utile comprendere il motivo di un trend simile.

Peter Swartz avvia un fondo incentrato sul settore tecnologico

Peter Swartz, ex manager di portafoglio presso Galleon Group Llc, ha avviato un nuovo hedge fund tecnologico destinato a un’altra compagnia finanziaria, la Fortress Investment: il suo ruolo sarà quindi quello di direttore degli investimenti per quel che concerne il Fortress Tmt Fund, strumento che andrà a scommettere appunto sui titoli azionari del comparto tecnologico, mediatico e delle telecomunicazioni, come è stato annunciato ufficialmente in questi ultimi giorni. Gli ex colleghi di Swartz, Michael Levine e Murali Abburi, diventeranno invece gli analisti azionari del prodotto in questione.

Fondi nel mirino: 0.54% da inizio 2011

Quando si tratta di investimenti sicuri, il primo pensiero va’ sicuramente ai rendimenti; la scelta di un buon compromesso tra rischio e rendimento è fondamentale per rispettare il proprio profilo di rischio (e dormire sonni tranquilli) ma sopratutto è importante per avere il meglio in funzione proprio del rischio che andremo a correre.

Pensiamo agli investimenti in derivati o in hedge found se preferite; a fronte di un rischio alto, la promessa di un rendimento a 2 o 3 cifre invoglia comunque l’investitore ad accettare di destinare una parte di capitale (congrua ovviamente, non si tratta del 100% della liquidità!). Ma quando si tratta di prodotti a basso rischio, l’attenuarsi del rapporto tra rischio e rendimenti arriva a situazioni paradossali (ed imbarazzanti a dirla tutta), al punto che non c’è più un rendimento nonostante viene assunto un rischio (seppur minimo).

Carlyle Group si focalizza sugli hedge fund emergenti

Carlyle Group, tra le principali società americane attive nella gestione degli assets finanziari, ha concluso un accordo per acquisire una partecipazione del 55% nel fondo sovrano emergente di Tiger Management: l’hedge fund in questione può vantare 1,6 miliardi di dollari in assets e rappresenta la seconda operazione di questo tipo negli ultimi sei mesi per la compagnia di Washington. I principali componenti di tale fondo, tra cui il fondatore Kevin Kenny, riceveranno un ammontare di denaro cash ancora non ben precisato, oltre a una partecipazione nella stessa Carlyle e dei pagamenti che saranno contingenti alle performance realizzate. Tiger, invece, la quale è gestita dall’amministratore delegato Julian Robertson, manterrà i titoli azionari del proprio fondo, il quale è focalizzato sui principali paesi in via di sviluppo.

Fsoc: gli hedge fund potrebbero provocare rischi sistemici

Gli hedge fund rischiano seriamente di minacciare ancora una volta la stabilità economica degli Stati Uniti in un periodo che può ancora definirsi di crisi: la constatazione emerge con chiarezza dal rapporto stilato di recente dallo staff del Financial Stability Oversight Council, il quale ha come obiettivo principale quello di agevolare il compito dei regolatori nel decidere quali compagnie finanziare devono essere assicurate alla supervisione della Fed. Il documento in questione ha messo in luce come un probabile “esodo” da parte degli investitori in questo tipo di strumento potrebbe causare il congelamento delle attività in alcuni mercati. Gli stessi problemi verrebbero causati dalle operazioni del comparto assicurativo.

Level Global decide di restituire denaro cash ai clienti

La lettera inviata da Level Global Investors destinata ai propri clienti è stata più che chiara: l’hedge fund, su cui grava l’indagine dell’Fbi di novembre scorso per un tentativo di insider trading, ha infatti deciso di chiudere i battenti e di restituire di conseguenza il denaro agli investitori. Il fondo era stato creato nel 2003 da David Ganek e Anthony Chiasson, i quali avevano lasciato un precedente incarico in seno a Sac Capital Advisors; ora, sono proprio questi due soggetti che affermano di attendersi una cessione da parte della società americana di tutte le holding entro la fine del prossimo mese di marzo. La decisione era comunque nell’aria, visto che l’inchiesta governativa aveva reso di fatto impossibile il mantenimento delle focalizzazioni originarie di portafoglio.

Highland Capital, si prospetta la vendita di prestiti obbligazionari

Highland Capital Management, la compagnia texana attiva soprattutto nella gestione dei debiti e degli assets alternativi (l’ammontare attuale è pari a ventidue miliardi di dollari), è pronta a cedere i propri finanziamenti a fondo perduto: l’indiscrezione giunge direttamente da cinque persone, le quali hanno dato per certo l’avvio delle discussioni. Come verrà a strutturarsi di preciso questa vendita? Anzitutto, bisogna precisare che la banca francese Natixis avrà il compito di curare la gestione dell’intera transazione, anche se per il momento Stefan Prelog, uno dei portavoce della società di Dallas, ha preferito non commentare alcuna notizia. Entrando maggiormente nel dettaglio, poi, c’è da dire che Highland ha sostanzialmente rinsaldato quattro prestiti obbligazionari, i quali già beneficiavano del rating di Standard & Poor’s nel Vecchio Continente; secondo Gordon Wright, direttore del credito strutturato presso la stessa agenzia americana, si è partiti da una base di circa 2,46 miliardi di euro, per poi salire verso l’alto.

Un misterioso investitore sgambetta Man Group

Man Group, società britannica attiva soprattutto nella gestione degli assets di tipo alternativo, ha subito una brusca caduta nel corso della giornata di ieri: l’evento è stato provocato dall’azione di un singolo investitore, il quale ha ritirato ben un miliardo di dollari dai suoi fondi long-only (i prodotti a cui viene letteralmente proibito di assestarsi su posizioni short), ragione per la quale gli analisti finanziari si sono chiesti se le performance attuali consentiranno di raggiungere gli obiettivi dei prossimi trimestri. Il titolo della compagnia londinese ha perso ben 2,4 punti percentuali, chiudendo le proprie contrattazioni a quota 294,1 pence. L’identità del soggetto non è al momento nota, ma si sa soltanto che ha deciso di prelevare il denaro perché non più intenzionato a rimanere esposto sui titoli azionari del Vecchio Continente.

Hector Sicav, prospettive brillanti di rendimento per il futuro

La possibilità di replicare il fondo Hedge Golden Share Investments Global viene garantita da uno specifico comparto, vale a dire quello di Hector Sicav Golden Global, il quale si è da subito imposto l’obiettivo di generare un rendimento assoluto annuo positivo: i due fondi in questione sono gestiti comunque dall’advisor Compagnie de Gestion et Investissements di Lugano. Si tratta di un prodotto che non è molto noto ai risparmiatori italiani, ancora poco avvezzi alla realtà Gsi Global. Ma i dati sono inequivocabili: lanciato undici anni fa, esso ha ottenuto ricavi pari al 289%, una percentuale importante soprattutto se confrontata con il ribasso di 17,6 punti percentuali da parte dell’Msci World denominato in euro. I rischi sono dunque molto bassi e anche nel 2008 la crisi è stata scongiurata grazie a rialzi contenuti.

Hedge fund, il Parlamento Europeo approva regole innovative

I fondi speculativi, o hedge fund se si vuole utilizzare un termine anglosassone più comune, sono da oltre sessant’anni, cioè dal momento della loro creazione, uno degli strumenti finanziari più rischiosi in assoluto: non deve dunque stupire la continua ricerca di regolamenti sempre più sofisticati e mirati in questo specifico comparto, così come è successo con l’ultima direttiva che è stata appositamente approvata dal Parlamento Europeo, il frutto di un lavoro piuttosto lungo e complesso. In pratica, l’istituzione del Vecchio Continente ha deciso di porre in essere un giro di vite molto intenso sui controlli di tali fondi; sono almeno due anni, infatti, che gli hedge fund vengono dipinti come i principali responsabili della crisi economica globale, o quantomeno di aver incrementato l’effetto della stessa, ma in realtà la grave congiuntura negativa è stata provocata dalla carenza sostanziale di regole e controlli sulle attività.

Zucchero e caffè a livelli record, gli hedge fund in fase di attesa

Sarà uno scherzo della finanza, ma lo zucchero non è mai stato così salato come in questo momento: una delle accelerazioni più brusche del comparto delle materie prime è stata proprio quella del dolce alimento, la quale si è assestata su livelli davvero da record. L’ultima quotazione, infatti, parla di 772,7 dollari necessari per una tonnellata di zucchero, il che equivale a dire che vi è stato un aumento di 3,3 punti percentuali. Tra l’altro, questo rally positivo è stato accompagnato anche dal formidabile guadagno fatto registrare dallo zucchero grezzo (+5%). Come è stato possibile un rialzo simile e come devono comportarsi di conseguenza gli investitori? Il dollaro è sempre più debole nei confronti delle altre divise, ma è stato soprattutto il nuovo piano economico della Fed a far reagire le commodities, con i seicento miliardi di liquidità che dovrebbero agevolare gli acquisti.