A valere sull’esercizio 2010, il Consiglio di Amministrazione di Snam Rete Gas ha deliberato per proporre all’Assemblea degli Azionisti, che è stata convocata il prossimo 13 aprile, in prima convocazione, un dividendo pari a complessivi 0,23 euro; di questi, 0,09 euro sono stati già pagati agli azionisti nell’ottobre scorso a titolo di acconto sul dividendo, ragion per cui Snam Rete Gas pagherà agli azionisti, una volta approvata dall’Assemblea, una cedola a saldo pari a 0,14 per azione con messa in pagamento in data 26 maggio, e data stacco fissata per il 23 maggio 2011. L’ammontare del dividendo, in accordo con un comunicato ufficiale emesso da Snam Rete Gas, è stato determinato tenendo conto sia delle prospettive economiche e finanziarie della società, sia della politica dei dividendi fissata e definita come attrattiva e sostenibile, a valere sugli anni 2011 e 2012, al 4% di crescita annuo.
Investimenti News
Etf Securities: emessi dodici Etn su indici di valute
Il segmento EtfPlus di Borsa Italiana ha accolto con entusiasmo i primi Etn per quel che concerne il comparto degli strumenti derivati cartolarizzati: l’acronimo in questione si riferisce agli Exchange Traded Notes, vale a dire titoli di debito non subordinati il cui rendimento si riferisce alle performance di un apposito indice di mercato. L’intento, dunque, è quello di combinare le caratteristiche migliori dei bond e degli Etf. L’emissione a cui ci stiamo riferendo è stata curata da Etf Securities, leader per quel che concerne soprattutto gli Exchange Traded Commodities, la quale vuole far sì che tali prodotti replichino in maniera passiva gli indici collegati a determinate valute e calcolati dalla Morgan Stanley & Company. Di quali Etn si tratta esattamente?
Vietnam: svalutazione del 7% per il dong, record dal 1993
Non poteva non destare scalpore la svalutazione attuata dal governo del Vietnam nei confronti della propria valuta, il dong: abbassare il valore della moneta di ben sette punti percentuali è la mossa che viene ritenuta più adeguata per assestare il deficit commerciale della nazione asiatica, ma si tratta anche di un record da almeno diciotto anni a questa parte. Il cambio che è stato fissato dalla State Bank of Vietnam mette in luce come siano necessari oltre ventimila dong per ottenere un dollaro, in netto rialzo rispetto alle rilevazioni della giornata precedente. Perfino gli analisti finanziari sono stati spiazzati, visto che si ha come l’impressione che le autorità di Hanoi vogliano sostenere le esportazioni e la crescita, piuttosto che contrastare l’inflazione, il principale problema nazionale.
La Polonia vende oltre 5 miliardi di bond a due anni
La Polonia è alla disperata ricerca di finanziamenti freschi per il proprio deficit di bilancio e la sua ultima cessione obbligazionaria è volta proprio a questo obiettivo: il governo di Varsavia ha infatti provveduto a vendere bond a due anni che presentano uno dei rendimenti più bassi dal 2002 ad oggi. Il ministero delle Finanze ha fatto presente che l’operazione è stata fissata per un ammontare pari a 5,24 miliardi di zloty (circa 1,84 miliardi di dollari), i quali hanno riguardato gli strumenti in scadenza a gennaio del 2013, con un rendimento medio del 5,03%, 127 punti base al di sotto delle obbligazioni decennali. Lo spread, invece, sarà pari all’1,38%. Gli investitori si rivolgono sempre più a titoli con scadenze non troppo lunghe e questo per un semplice motivo: l’inflazione sta accelerando in maniera pericolosa e dunque la banca centrale subisce una continua pressione per quel che concerne l’aumento dei costi di indebitamento.
Investire a rate: il PAC, piano di accumulo capitale

Il meccanismo che sta alla base di questo servizio è l’investimento a rate ossia l’acquisto periodico e sistematico delle quote di uno o più fondi comuni di investimento per un intervallo di tempo che viene definito all’inizio del piano.
Considerando che il valore delle quote di un fondo varia tutti i giorni in funzione delle oscillazioni dei mercati, questo sistema durante la fase di accumulo consente di beneficiare soprattutto dei momenti di ribasso poiché è maggiore il numero di quote acquisite.
In questo modo mediando il prezzo di acquisto è possibile realizzare delle performance di rendimento interessanti anche qualora le quote del fondo accumulate dovessero essere vendute ad un prezzo inferiore rispetto a quello del primo acquisto.
Portogallo: cessione da 3,5 miliardi di euro per i bond sindacati
Ammontano a ben 3,5 miliardi di euro le obbligazioni a cinque anni che il Portogallo ha provveduto a vendere nella sua prima vendita di bond sindacati dell’anno: i titoli in questione hanno beneficiato di un prezzo pari a 360 punti base al di sopra del tasso midswap di mercato, secondo quanto rilevato dagli analisti finanziari. L’ultima cessione di questo tipo era avvenuta praticamente un anno fa, il 10 febbraio del 2010. C’è da dire, tra l’altro, che la differenza di rendimento tra le obbligazioni lusitane a dieci anni e i bund tedeschi ha raggiunto un vero e proprio record per quel che concerne l’area dell’euro; la nazione dovrebbe seguire con tutta probabilità l’esempio della Grecia, alla disperata ricerca di un pacchetto di salvataggio economico dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale.
Anche per Philogen è giunto il momento della quotazione azionaria
Philogen, la società biotecnologica italo-svizzera (la sede principale è però quella di Siena) attiva sin dal 1996, è alle prese con una fondamentale offerta pubblica di vendita e di sottoscrizione: questa specifica operazione riguarda, nello specifico, circa il 23% dell’intero capitale (volendo essere più precisi il 22,93%), anche se a dire la verità gli investitori retail potranno approfittarne soltanto in parte, visto che ad essi è riservato un misero 10%. Ciò nonostante, le altre caratteristiche di riferimento sono piuttosto interessanti, vale a dire un prezzo di collocamento che viene ad essere ricompreso tra un minimo di 4,75 euro e un massimo di 6,10 euro per ogni singolo titolo azionario, mentre la valorizzazione finanziaria andrà ad oscillare tra poco meno di 171 e più di 219 milioni.
Lottomatica: CdA approva guidance 2011-2013
Il Consiglio di Amministrazione di Lottomatica ha approvato la guidance 2011-2013. A darne notizia è stata proprio la società quotata in Borsa a Piazza Affari con un comunicato ufficiale in concomitanza, inoltre, con il rilascio dei dati preconsuntivi relativo all’anno 2010 che, nello specifico, si chiude con un fatturato di 2,3 miliardi di euro a fronte di un Ebitda a 812 milioni di euro ed un risultato di pertinenza del Gruppo in pareggio. A conclusione del 2010 la posizione finanziaria netta della società si è attestata a 2,98 miliardi di euro a fronte del piano di rifinanziamento completato senza il prestito obbligazionario ibrido. Per quel che riguarda la guidance 2011 – 2013, nel triennio si stima il conseguimento di un cash flow cumulato pari a 650-800 milioni di euro a fronte, alla fine del 2013, di un rapporto tra la posizione finanziaria netta e l’Ebitda pari a 2,6-2,8.
Aeffe: ricavi 2010 in moderata crescita
Si è chiuso con ricavi in moderata crescita il 2010 per Aeffe Spa, società quotata in Borsa a Piazza Affari. Nel dettaglio, stando ai dati preliminari che sono stati comunicati dalla società nella giornata di venerdì scorso, 4 febbraio 2011, il 2010 s’è chiuso con una crescita del giro d’affari dell’1%, rispetto al 2009, a 219 milioni di euro, mentre a tassi di cambio costanti il dato registra una variazione negativa, ma molto contenuta, dello 0,6%. Considerando solo l’ultimo trimestre del 2010, pur tuttavia Aeffe Spa ha conseguito rispetto allo stesso periodo del 2009 un balzo dei ricavi dell’11,2%. La società, lo ricordiamo, opera nei settori delle calzature, del prêt à porter e della pelletteria con marchi del calibro di Pollini, Alberta Ferretti, JP Gaultier e Moschino. Secondo quanto dichiarato dal Presidente Esecutivo di Aeffe Spa, Massimo Ferretti, nel 2010 la società ha fatto registrare un andamento del giro d’affari in continuo miglioramento grazie alle buone performance dei negozi a gestione diretta che sono state pari al 17% su base annua, ed a +27% nell’ultimo trimestre dello scorso anno.
Reply compra società inglese
Reply, società quotata in Borsa a Piazza Affari, ed attiva sia nella progettazione, sia nell’implementazione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e sui media digitali, si è rafforzata in Europa con un’acquisizione. Questo è avvenuto attraverso l’acquisto della quota maggioritaria di “avantage“, una società inglese che si occupa, nell’ambito dei Financial Services, di consulenza sulla Regulatory Compliance e sul Risk Management. Nel dettaglio, la società quotata sul segmento STAR organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., ha acquisito il 51% delle quote ed il 90% dei diritti di voto di “avantage” che nell’ultimo esercizio di bilancio annuale, a fronte della presenza di uffici non solo a Londra, ma anche ad Amsterdam, Lussemburgo e Edimburgo, ha conseguito un giro d’affari pari a 10,7 milioni di sterline. L’acquisto del 51% di avantage, una società che attualmente non ha alcun indebitamento finanziario, è avvenuto per Reply a fronte di un corrispettivo pari a 6,9 milioni di sterline, di cui 4,8 milioni di sterline regolati per cassa, al momento delle firme di cessione, ed i restanti 2,1 milioni di sterline dilazionati in tre anni.
Il rialzo della rupia indonesiana fa avanzare i bond decennali
La sorprendente ascesa della rupia indonesiana non se l’aspettava nessuno, nemmeno lo stesso governo della nazione asiatica: il rialzo della valuta in questione, giunta fino al proprio livello massimo delle ultime quattro settimane, è comunque il risultato dei nuovi tassi di interesse adottati dalla banca centrale di Giacarta, aumentati per la prima volta in più di due anni per tentare di contenere l’inflazione. Tali eventi, inoltre, hanno agevolato i bond decennali del paese. Entrando maggiormente nel dettaglio, occorre sottolineare come gli interessi sopracitati siano giunti fino al 6,75%, ma siamo ancora ben lontani dall’ottenere dei prezzi al consumo più bassi, dato che gli ultimi dati parlavano espressamente di un’inflazione superiore ai sette punti percentuali per la maggiore economica dell’intero Sudest asiatico.
Highland Capital, si prospetta la vendita di prestiti obbligazionari
Highland Capital Management, la compagnia texana attiva soprattutto nella gestione dei debiti e degli assets alternativi (l’ammontare attuale è pari a ventidue miliardi di dollari), è pronta a cedere i propri finanziamenti a fondo perduto: l’indiscrezione giunge direttamente da cinque persone, le quali hanno dato per certo l’avvio delle discussioni. Come verrà a strutturarsi di preciso questa vendita? Anzitutto, bisogna precisare che la banca francese Natixis avrà il compito di curare la gestione dell’intera transazione, anche se per il momento Stefan Prelog, uno dei portavoce della società di Dallas, ha preferito non commentare alcuna notizia. Entrando maggiormente nel dettaglio, poi, c’è da dire che Highland ha sostanzialmente rinsaldato quattro prestiti obbligazionari, i quali già beneficiavano del rating di Standard & Poor’s nel Vecchio Continente; secondo Gordon Wright, direttore del credito strutturato presso la stessa agenzia americana, si è partiti da una base di circa 2,46 miliardi di euro, per poi salire verso l’alto.
Verizon autorizza il buy-back di cento milioni di azioni
Verizon Communications, uno dei più importanti fornitori di banda larga all’interno degli Stati Uniti, ha annunciato l’autorizzazione al buy-back (riacquisto di azioni proprie) di più di cento milioni di titoli: questa operazione finanziaria dovrebbe consentire alla compagnia newyorkese di restituire denaro cash agli investitori, soprattutto alla luce della forte domanda di smartphone che ha fatto lievitare i guadagni. Un simile riacquisto dell’ammontare totale vuole sottintendere una quota del 3,6% per quel che concerne le azioni che non sono state ancora pagate e verrà a costare circa 3,62 miliardi di dollari, con il prezzo di chiusura di ieri come principale riferimento.
London Metal Exchange: il rame fa ben sperare per una ripresa
Le ultime performance del rame presso il London Metal Exchange non sono certo state tra le più brillanti nel comparto dei metalli: le quotazioni risultano ancora troppo base e i segni di debolezza si sono manifestati soprattutto nella difficoltà di riuscire a chiudere a 9.700 dollari la tonnellata. Nonostante queste continue e pericolose oscillazioni, però, il rosso metallo sta facendo ben sperare per una sua risalita a breve, tanto che c’è chi è pronto a scommettere su soglie molto superiori rispetto a quelle attuali. Tra l’altro, la piazza britannica è caratterizzata per delle numerose vendite di liquidazione, eventi che provocano di solito delle discese di prezzo di non poco conto.