In Italia i conti correnti si possono suddividere in conti correnti a consumo, per i quali si vanno a pagare i servizi solo se utilizzati, e quelli cosiddetti “package” che a fronte di un canone mensile, più o meno elevato, offrono tutta una serie di servizi inclusi spesso utilizzabili anche in maniera illimitata. Tra i conti correnti con canone mensile ci sono anche quelli cosiddetti “all inclusive“, ovverosia quelli che a fronte di un canone mensile permettono da un lato di sfruttare tutti i servizi della banca, e dell’altro di ottenere sconti ed agevolazioni sulle esigenze finanziarie più elevate come ad esempio la concessione di prestiti o l’investimento in valori mobiliari. Il colosso bancario Unicredit offre un prodotto di questo tipo, chiamato “Genius First“; trattasi, nello specifico, di un conto corrente “all inclusive” il cui canone mensile è di dodici euro, ma che è gratis per i primi dodici mesi se contestualmente all’apertura vengono depositati almeno 25 mila euro.
Investimenti News
Investire sui metalli industriali a capitale protetto
Gli investimenti sul settore dei metalli industriali degli ultimi anni sono stati costituiti dal lancio sul mercato di alcuni interessanti prodotti a capitale protetto, i quali agivano principalmente su un paniere costituito da due o più metalli: tra i prodotti ancora in quotazione possiamo sicuramente citare i Commodity Daily Win di JP Morgan, vale a dire dei certificati indicizzati a un basket cosiddetto “equiponderato” di quattro materie prime (rame, nickel, alluminio e piombo) quotate al London Metal Exchange e che offrono alla scadenza la protezione totale del capitale che è stato investito durante la fase dell’emissione. Il rendimento, in questo caso, viene fornito da una cedola variabile lorda pari al 7%, pagabile ogni sei mesi in via posticipata: essa deve essere applicata al capitale solamente per quei giorni in cui il paniere è riuscito a mantenersi al di sopra della soglia dell’85% (la percentuale scende all’80% per il certificato con codice Isin XS0300622486) del suo valore.
Obbligazione Barclays quinquennale indicizzata all’inflazione
Dallo scorso 17 dicembre 2009, sul mercato “MOT” di Borsa Italiana S.p.A. sono iniziate le negoziazioni di un’obbligazione emessa da Barclays Bank PLC; trattasi, nello specifico, dell’obbligazione “Barclays Bank PLC “EUR 5 Years Inflation Notes”, Codice ISIN IT0006709817, collocata per un importo complessivo pari a 25 milioni di euro a fronte di 25 mila obbligazioni in circolazione aventi un taglio di 1.000 euro. L’obbligazione ha come data di godimento quella del 4 dicembre 2009, e scadenza il 4 dicembre 2014, data in cui il capitale investito sarà rimborsato in un’unica soluzione ed alla pari. Il titolo, negoziabile sul mercato per lotti di mille euro o multipli, paga in via posticipata una cedola il 4 dicembre di ciascun anno fino alla naturale scadenza del prestito.
Etf per investire in Russia
I mercati azionari appartenenti alla categoria degli “emergenti” offrono l’opportunità di conseguire rendimenti elevati, quando le cose vanno bene, a fronte però dell’assunzione di un rischio molto elevato, con la conseguenza che questi mercati sono a conti fatti adatti e consigliabili solo a chi ha un profilo di rischio molto elevato. Inoltre, specie in passato, l’accesso diretto a questi mercati azionari emergenti è stato sia difficoltoso, sia costoso. Successivamente, sono nati molti fondi comuni di investimento che investono in tali aree, con profili di rischio e di diversificazione alti e medio/alti, ma oramai sul mercato, ed in particolare sul circuito di Borsa Italiana S.p.A., ci sono anche gli Etf che permettono di scommettere sui mercati emergenti. Tra questi, c’è uno specifico Etf che investe sul mercato azionario russo; trattasi del “Lyxor Etf Russia“, codice ISIN FR0010326140, commissione totale annua dello 0,65% e nessuna commissione di entrata, di uscita o di performance.
Conto corrente BancoPosta Click: gestire e investire il denaro da casa
Da un po’ di tempo Poste Italiane, in materia di conti correnti, oltre ad offrire ai propri clienti l’opportunità di stipulare il “classico” conto corrente Banco Posta, propone anche una formula di conto corrente “low cost” in grado di liberare il titolare da ogni costo fisso, a patto però che l’operatività prevalente sia quella online; in più questo conto corrente, chiamato “BancoPosta Click“, offre per tutto il 2010 un tasso di remunerazione delle giacenze particolarmente interessante, pari al 2% lordo. Nel dettaglio, BancoPosta Click prevede zero spese sia per l’apertura, sia per la gestione, ed offre gratis anche la carta di debito e quella CREDit Easy. Compresi nei costi zero, con operatività online, ci sono anche le operazioni di pagamento F24, bonifico, postagiro, domiciliazioni, ricariche telefoniche ed accredito dello stipendio o della pensione.
Conto deposito CheBanca! con interessi in anticipo
Per chi vuole ottenere rendimenti sicuri dai propri risparmi, ma non prossimi allo zero come, al momento, offrono strumenti finanziari come i Bot, una delle strade percorribili è quella del conto di deposito remunerato, sul quale vige sia la garanzia della banca, sia quella del fondo interbancario di tutela dei depositi. Ci sono diverse banche che offrono conti remunerati con un tasso netto superiore ai Bot: c’è ad esempio Ing Direct con il “Conto Arancio“, Banca Carige con “Contoconto“, oppure Banca Ifis con “Rendimax“. Ma ad offrire uno strumento finanziario simile è anche CheBanca!, la banca per le famiglie del Gruppo Mediobanca, la quale offre la possibilità di aderire ad un conto di deposito remunerato, con vincolo, che permette di avere gli interessi in anticipo. In particolare, il “Conto Deposito di CheBanca!” è innanzi tutto senza alcuna spesa sia per l’apertura, sia per la gestione e la chiusura del conto stesso, così come non è previsto a carico del titolare del “Conto Deposito di CheBanca!” il pagamento delle imposte di bollo trimestrali che di norma si pagano su un classico conto corrente.
Codice ISIN per la ricerca univoca degli strumenti finanziari
Per individuare uno strumento finanziario quotato, ad esempio, sul circuito di Borsa Italiana S.p.A., esiste un particolare codice, detto “codice ISIN“, che lo identifica in maniera univoca nel senso che non possono esistere due strumenti finanziari con lo stesso codice. Il codice ISIN si compone di dodici caratteri, con i primi due che identificano il Paese di emissione. E così, ad esempio, le azioni ENI, aventi codice ISIN IT0003132476, hanno come primi due caratteri “IT”, ovverosia l’identificativo del nostro Paese, mentre, per fare un altro esempio, il “Lyxor Etf Ftse Mib” ha come codice ISIN FR0010010827, con “FR” che indica la Francia proprio perché lo strumento finanziario, pur essendo negoziabile sul mercato italiano, è emesso da una società, ovverosia da un emittente, con sede operativa in Francia, con la conseguenza che è anche francese per questo particolare strumento la legislazione di riferimento.
Investire in cultura: ISBN, sistema unificato per l’identificazione dei libri
Tutte le opere di natura editoriale, siano esse su supporto cartaceo o elettronico, vengono univocamente identificate con un codice chiamato ISBN, ovverosia l’International Standard Book Number. Per chi i libri oltre a leggerli li colleziona come vera e propria forma di “investimento”, è al corrente del fatto che l’ISBN permette di identificare in maniera univoca e senza errori un libro, ragion per cui quando si ricerca un testo, magari in libreria, o in biblioteca, è proprio l’ISBN il codice su cui si fa riferimento per trovarlo. L’ISBN viene richiesto di norma dalle case editrici, ed è composto da 13 cifre; lo standard è univoco indipendentemente dal Paese dove il libro è stato stampato e pubblicato dalla casa editrice, il che significa che il codice è univocamente riconosciuto anche a livello internazionale.
Obbligazione Abn Amro tasso misto 2009-2014
Nei giorni scorsi sul MOT sono state ammesse alle negoziazioni le Obbligazioni Abn Amro tasso misto 2009-2014, con godimento 23 dicembre 2009 e scadenza quinquennale fissata per il 23 dicembre 2014, quanto i titoli ai possessori saranno rimborsati alla pari ed in un’unica soluzione alla scadenza. Le obbligazioni, con codice ISIN NL0009287069, sono negoziabili sul mercato per importi pari a 1.000 euro nominali o multipli, e fruttano in via posticipata gli interessi nei giorni 23 giugno ed il 23 dicembre di ogni anno. La società emittente delle obbligazioni è Abn Amro Bank N.V., il cui ultimo rating disponibile è “Aa3” per Moody’s, “A+” per Standard & Poor’s e “AA-” per l’agenzia Fitch Ratings. L’emissione è stata di 25.000 obbligazioni per complessivi 25 milioni di euro nominali, ragion per cui il flottante non è elevatissimo; pur tuttavia, sulle obbligazioni Abn Amro tasso misto 2009-2014, la cui ultima cedola lorda è stata del 2,50%, è previsto che l’emittente si impegni a fornire sul MOT dei prezzi in acquisto ed in vendita dei titoli.
Azioni banche: focus sul rimpatrio dei capitali
A seguito dell’operazione di rimpatrio dei capitali in Italia, attraverso lo scudo fiscale, molte banche italiane potrebbero nel breve e nel medio termine trarne beneficio attraverso un sensibile aumento degli asset in gestione. Al riguardo, infatti, il Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha reso noto che il volume delle operazioni legate allo scudo fiscale è stato pari a ben 95 miliardi di euro; le dichiarazioni di emersione si sono temporaneamente chiuse lo scorso 15 dicembre, ma il Governo ha disposto la riapertura che si protrarrà fino al prossimo mese di aprile anche se con delle aliquote più elevate. Di questi 95 miliardi di euro, il Mef ha ufficialmente dichiarato che il 98% di queste somme sono costituite da rimpatri effettivi nel nostro Paese, il che significa che gli intermediari, ovverosia le banche su tutte, vedranno accrescere, in alcuni casi in maniera sensibile, il controvalore degli asset in gestione da cui, tra l’altro, la banca potrà anche intascare delle commissioni sulla base di future operazioni di investimento mobiliare e non nel nostro Paese.
Seat Pagine Gialle: obiettivi e strategie per i prossimi mesi
Entro la fine del prossimo mese di gennaio 2010, Seat Pagine Gialle prevede di rendere noto alla comunità finanziaria l’esito relativo a dei colloqui che sono stati avviati con l’istituto di credito estero Royal Bank of Scotland per mettere a punto delle operazioni di emissioni di debito al fine di allungare la scadenza media del proprio indebitamento. Contestualmente, a causa delle condizioni macroeconomiche, che nel frattempo sono peggiorate, Seat Pagine Gialle ha altresì annunciato una revisione al ribasso delle aspettative e degli obiettivi attesi per l’anno 2010 e per il 2011. Quindi, non potranno essere più rispettati i target tracciati nel Piano Industriale 2009-2011 che l’azienda aveva messo a punto nel febbraio 2009; al termine dei colloqui e del relativo esito sul rifinanziamento parziale del proprio debito con Royal Bank of Scotland, Seat Pagine Gialle informa che provvederà poi alla presentazione delle previsioni relative al prossimo anno.
Azioni Wall Street: 2000-2009, un decennio da dimenticare
I dieci anni dal 2000 al 2009 non passeranno di certo alla storia per la piazza azionaria di Wall Street; sono stati infatti dieci anni di grandi eventi negativi e di grandi tragedie, dall’attacco alle Torri Gemelle al caso Enron e passando, in ultimo, per il crac di Lehman Brothers e la tempesta finanziaria abbattutasi a seguito del crollo del castello di carta dei mutui subprime. In tale contesto, tra pesanti cadute, e risalite più o meno repentine, chi è entrato sui massimi relativi ha in molti casi perso quasi tutto, mentre chi è riuscito ad entrare sui minimi di periodo ha fatto buoni affari. Ma c’è anche chi dall’investimento in azioni, con un’ottica di medio e lungo periodo, dalla Borsa di New York non avuto grandi soddisfazioni; al riguardo, infatti, nei giorni scorsi il capo economista della Ibbotson Associates ha messo in evidenza come il ritorno finanziario di questi ultimi dieci anni, per chi ha puntato sulle azioni americane, sia stato in media negativo dello 0,5%.
Private Equity: investire “facile” con gli Etf
Il settore del private equity in passato ha rappresentato un campo dove ad operare erano praticamente solo o quasi gli “addetti ai lavori“, ma col tempo si è capito come l’apertura di questo comparto al mercato potesse rappresentare una grande opportunità di sviluppo e di crescita. In ogni caso, l’accesso diretto nel capitale azionario di società che operano nel private equity può essere sia difficoltoso, sia rischioso, mentre puntare su un paniere permette come al solito di mediare il rischio e di cogliere le opportunità offerte da un comparto che spesso riesce a dare delle belle soddisfazioni anche quando la congiuntura economica mondiale non è delle migliori, o si verificano bolle e tempeste finanziarie.
Aderire a un PPI: come proteggersi dagli scossoni delle Borse
Gli scossoni che si sono verificati in quest’ultimo anno nelle principali Borse internazionali hanno portato una maggiore circospezione tra risparmiatori e investitori: ci si chiede soprattutto se sia il caso di aumentare il peso delle azioni nel portafoglio approfittando dei prezzi bassi, oppure se non sia meglio attendere una nuova correzione al ribasso. La sottoscrizione di un Piano Pluriennale di Investimento può essere la soluzione ideale per uscire da questi dilemmi. Si tratta infatti di un utile programma di risparmio, semplice e flessibile, che consente di accedere ai mercati finanziari con efficacia anche versando somme di modesta entità. Gli investimenti possono avvenire sia in fasi di rialzo che in quelle di ribasso, riducendo comunque al massimo i rischi. Tra i principali vantaggi del piano possiamo sicuramente citare quello della scelta del timing: in effetti, attraverso questa sottoscrizione è possibile evitare che l’emotività condizioni le scelte dell’investitore, adottando una sorta di approccio automatico.