Investire in titoli high-yield secondo M&G Investments

Secondo quanto dichiarato dal fondo di investimento britannico M&G Investments, primo nel paese di Sua Maestà con asset in gestione per 243 miliardi di euro, ci saranno drastici cambiamenti nella zona euro mentre per gli Stati Uniti è previsto un declino con perdita dello status AAA e l’avvio verso la recessione. Gli esperti di M&G ritengono che la BCE sarà costretta a tagliare il costo del denaro e dovrà diventare prestatore di ultima istanza, monetizzando il debito dei paesi membri. Secondo quanto dichiarato a Radiocor da Stefan Isaac – money manager di European Corporate Bond Fund di M&G – i corporate bond restano molto attraenti per M&G.

Assets reali: il possibile boom del settore vinicolo

Una nuova fase economica è all’orizzonte, dopo che la Federal Reserve ha provveduto a creare nuova moneta attraverso delle operazioni atipiche; lo stesso discorso si può fare se si osserva l’atteggiamento della Banca Centrale Europea, la quale è pronta a nuove manovre per quel che concerne i prestiti bancari. Gli investitori finanziari devono quindi essere in grado di leggere nella maniera più adeguata possibile questi nuovi trend, puntando sulla fase rialzista che potrebbe poi aprirsi nel medio termine. Secondo la maggior parte degli analisti, la data di svolta non è molto lontana dal punto di vista temporale, anzi è quanto mai necessario ridimensionare il debito che è stato sfruttato per il finanziamento delle posizioni.

Troika in Grecia Lunedì prossimo

Troika in Grecia già Lunedì prossimo; come annunciato, il passo successivo per la questione “Atene” è il sopralluogo del triumvirato composto da Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Commissione Europea.

Mentre Lagarde sprona UE e BCE a trovare soluzioni “creative ed inventive”, la Germania risponde duramente criticando implicitamente l’operato e l’atteggiamento sostenuto fin’ora dalle istituzioni Europee:

Abbiamo già discusso degli strumenti. Ora è il momento di agire, non di discuterne ancora. Non abbiamo bisogno di discutere tutto il tempo di nuovi strumenti

Crisi Spagna, servono 60 miliardi per banche

Durante il meeting previsto per le 17:30 della giornata di oggi sono stati presentati due piani distinti per la ricapitalizzazione delle banche in Spagna, che diventeranno poi una richiesta formale di aiuti nei prossimi mesi (anche se i dettagli sul reale stato del settore bancario saranno resi pubblici solo alla fine di luglio secondo le prime stime).

I report e le analisi condotte da due società convergono su un range che spazia dai 51 ai 62 miliardi di euro necessari; lo studio è stato fatto sul 90% del sistema bancario ed ha preso in considerazione 14 gruppi che necessitano degli aiuti per rilanciare il Paese dopo la nazionalizzazione di Bankia. Secondo Roland Berger, società di consulenza tedesca, servirebbero per la precisione 51,8 miliardi di euro mentre per gli americani della Oliver Wyman la cifra sarà compresa tra 51 e 62 miliardi di euro.

Euro scende contro Dollaro USA

Crolla l’Euro su quasi tutti i fronti, anche se le perdite maggiori si registrano proprio nel cambio con la valuta degli Stati Uniti. Il down-trend di lungo termine che accompagna le contrattazioni di Eur/Jpy è ormai invertito e la tendenza rialzista innescata sul bottom di inizio Giugno continua a trovare un seguito tra gli investitori che hanno portato il valore del cross oltre quota 101.50, anche se per poco tempo. Il crollo di oggi non rispecchia l’andamento di medio e si traduce in occasione di acquisto nel medio termine, salvo poi assistere alla perdita di quota 100.45, attuale stop-loss sui buy in corso.

L’inversione di brevissimo su Eur/Gbp invece potrebbe essere un nuovo avvio per la tendenza ribassista; il consolidamento dei venditori nel medio termine è netto e tolta la falsa partenza ribassista del 15 giugno scorso il cambio ha offerto continui spunti di vendita ad ogni rialzo. Una discesa sotto a quota 0.8035 entro la fine della giornata di domani darebbe il via al segnale short con stop & reverse posizionato a quota 0.8075.

Istituti e Banche d’Affari continuano a puntare sui derivati

Una crisi devastante come quella nata negli USA a cavallo tra il 2007 ed il 2008 non ha scoraggiato quelle che si consideravano “cattive abitudini” ed anzi il mondo finanziario sembra voler ripetere gli stessi errori; uno studio condotto da R&S Mediobanca ha fatto emergere che l’esposizione delle banche Europee sui derivati è cresciuta nel 2011 fino ad arrivare al 53% del PIL dell’Eurozona mentre nel 2010 si attestava al 41,3%. Lo scorso anno a fronte di un calo nell’esposizione sull’azionario da parte degli istituti Europei si è assistito ad una crescita esponenziale nelle contrattazioni di derivati, per un giro complessivo di circa 1453 miliardi di euro (corrispondente quasi al PIL Italiano).

La “batosta” arrivata con i mutui sub-prime sembra aver incrementato l’esposizione sui derivati piuttosto che averla demonizzata; in effetti ad una grande esposizione su strumenti speculativi corrispondono guadagni altrettanto alti e per quanto la crisi abbia fatto subire perdite consistenti per via dei titoli tossici scambiati in tutto il mondo, il resto dei derivati su cui si basa oggi il mondo finanziario è “sano” ed offre spunti operativi incredibili per le banche d’affari.

Crollo mercato immobiliare nel primo trimestre 2012

Con la crisi, la disoccupazione e tutti gli altri fattori che hanno portato alle condizioni attuali dell’economia e della finanza è plausibile immaginare che anche il mercato immobiliare abbia subito un calo drastico. Nel primo trimestre 2012 il mercato ha perso il 19,6% delle compravendite rispetto allo stesso periodo del 2011; il dato, superiore alle stime, costringe gli analisti a valutare attentamente la situazione nel settore.

Secondo le prime stime il calo non sarebbe dovuto alle nuove imposte sugli immobili:

Non è ravvisabile, invece, una correlazione tra i dati di riduzione del mercato immobiliare del I trimestre 2012 e l’aumento della tassazione degli immobili

Così l’Agenzia delle entrate analizza la situazione generale. Secondo più fonti il dato sarebbe da attribuire all’aumento della disoccupazione, che ha contribuito a rendere le famiglie italiane più povere. L’impegno dell’acquisto di una casa è diventato insostenibile anche per chi ha il lavoro a tempo indeterminato, senza contare che i requisiti per le banche sono ormai fuori portata per buona parte delle famiglie.

L’Afghanistan punta al 2013 per il suo primo sukuk

L’Afghanistan sta pianificando nel dettaglio la prima vendita di titoli islamici: si tratta di un debutto importante dopo gli anni difficili di guerra e la situazione geopolitica non ancora molto stabile, ma il governo di Kabul è pronto a ridurre il sostegno internazionale con il ritiro di molte truppe a partire dal 2014. Il lancio di tali strumenti avverrà comunque nei primi mesi del prossimo anno e si sa per il momento che la scadenza fissata beneficerà del lungo termine. Le indiscrezioni più accreditate sono ovviamente quelle relative all’istituto di credito centrale del paese, la Da Afghanistan Bank per la precisione. In particolare, l’economia del paese asiatico ha vissuto momenti non esaltanti nel 2011, quando sono scomparsi tutti i finanziamenti garantiti da Kabul Bank, fino a quel momento il maggior ente commerciale.

Bombardier: la conversione delle azioni privilegiate

Bombardier Incorporated, la compagnia canadese attiva nel settore aerospaziale e della difesa, ha reso noto il privilegio attuale che riguarda la conversione dei titoli azionari per quelli privilegiati di seconda e terza serie; in aggiunta, il colosso nordamericano ha anche annunciato il ripristino ufficiale del tasso di dividendo relativo alle azioni privilegiate di terza serie. Questo vuol dire che, a partire dal prossimo 1° agosto, tutti quei soggetti che sono in possesso di azioni privilegiate della compagnia di Montreal (seconda serie) potranno convertirle in quelle di terza. L’opportunità è stata messa a disposizione per una porzione o per tutti gli strumenti finanziari detenuti.

Per Pimco si prospetta un nuovo Etf nel 2012

Il gigante dei titoli obbligazionari Pimco potrebbe emettere un nuovo Exchange Traded Fund quest’anno, dopo aver lanciato lo scorso mese di marzo il suo Total Return Etf: l’indiscrezione è giunta direttamente da Allianz, più precisamente dal suo board gestionale. In effetti, l’intenzione di quotare nuovamente un fondo è stata espressa in una intervista a un giornale tedesco dal membro Jay Ralph, il quale si è detto non sorpreso dell’eventualità vi possa essere un lancio di uno strumento finanziario del genere nel corso dei prossimi mesi. Tra l’altro, il Total Return che è stato menzionato in precedenza ha già garantito un importo totale di 1,3 miliardi di dollari, una cifra davvero importante e che potrebbe far ritenere soddisfatte molte compagnie.

Arseus: ottima domanda per il bond quinquennale

Arseus, gruppo medico che ha sede in Olanda e in Belgio e che raggruppa una serie di compagnie regolate dalla legge belga, ha deciso di mettere a disposizione degli investitori dei titoli obbligazionari in scadenza tra cinque anni e per un importo complessivo di 225 milioni di euro: come è emerso chiaramente dal comunicato della multinazionale di Rotterdam, il primo giorno dell’offerta in questione è stato immediatamente caratterizzato da una sottoscrizione in eccesso piuttosto importante. La stessa nota, inoltre, ha precisato come l’ammontare complessivo che è stato sottoscritto per il prestito obbligazionario in questione sia significativamente più alto rispetto al massimo che ci si era preventivati per i 225 milioni.

Corporate bond: i vantaggi del mercato australiano

Gli investitori che si stanno concentrando sui rendimenti offerti dal mercato australiano, potrebbero ritenere che i corporate bond siano una proposta molto attraente, nonostante strateghi e analisti siano molto cauti da questo punto di vista: è vero che non tutti i ritorni economici sono uguali, ma come bisogna comportarsi in questo caso? Secondo un altro punto di vista, si potrebbe essere addirittura disillusi da alcuni titoli obbligazionari governativi, in particolare del continente europeo, quindi occorre prestare la massima attenzione alla qualità e alle garanzie di ogni singolo strumento finanziario.

I risultati dell’ultimo rapporto Eiopa

L’Eiopa (European Insurance and Occupational Pensions Authority), una delle tre entità di supervisione che sono attive in ambito europeo per quel che concerne il comparto assicurativo e previdenziale, ha pubblicato il suo ultimo Financial Stability Report: ebbene, il documento in questione, il quale ha preso in esame il primo semestre di quest’anno, ha certificato alcune tendenze che già si conoscevano e altre che meritano di essere approfondite. In particolare, è emerso come la maggior parte dei gruppi assicurativi sia rimasto e rimarrà piuttosto capitalizzato nel corso del 2012, nonostante le gravi perdite subite nel 2011. Vi sono ovviamente dei fattori che sono maggiormente influenti rispetto ad altri, dei rischi che sono esemplificati dal contesto economico e dai tassi di interesse ambientali.

Ing Bank: due serie di certificati sul Sedex di Borsa Italiana

È stata lanciata da pochissimi giorni presso il Sedex di Borsa Italiana una nuova serie di certificati di investimento: si tratta di prodotti Phoenix Memory che recano la “firma” di Ing Bank, istituto che ha voluto puntare su una scadenza a tre anni (la data di maturazione è stata fissata al 23 aprile del 2015 per la precisione), focalizzando l’attenzione sul titolo azionario di Intesa Sanpaolo, oltre agli Express Coupon, sempre in scadenza nel 2015 (la data precisa è il 22 maggio) che prenderanno come riferimento di base l’indice Ftse Mib. Di cosa si tratta esattamente e quali sono le caratteristiche più appetibili per gli investitori finanziari? Anzitutto, i certificati Phoenix Memory prevedono una cedola lorda a cadenza annuale di 10,50 punti percentuali.