General Electric emette due tranche di bond

General Electric Company, la celebre multinazionale americana attiva nel campo della tecnologia e dei servizi, ha provveduto ad emettere 3,1 miliardi di dollari di nuovo debito nel corso della giornata di ieri: si tratta della maggior offerta finanziaria per quel che riguarda il colosso di Fairfield nel secondo trimestre del 2012, a dimostrazione che gli acquirenti si trovano a maggiora agio con i titoli obbligazionari societari. Entrando maggiormente nel dettaglio, una parte della quotazione, 1,1 miliardi di dollari, ha contemplato titoli a tasso variabile, mettendo a disposizione degli investitori un rendimento che è 0,70 punti percentuali al di sopra del Libor (London Interbank Offered Rate) a tre mesi.

Cat Bond: Bermuda pronte ad aumentare le quotazioni

Il Bermuda Stock Exchange, la borsa valori dell’arcipelago caraibico, è intenzionato ad attrarre il maggior numero possibile di quotazioni di Catastrophe Bond e di altri titoli correlati al settore assicurativo: si tratta di una vera e propria sfida alla sua acerrima rivale, la Borsa delle Isole Cayman, puntando su dei prodotti finanziari che da queste parti sono molto gettonati. Come ha spiegato chiaramente Greg Wojciechowski, amministratore delegato del listino del territorio britannico d’oltremare, il mercato comprenderà perfettamente queste nuove aperture, con una serie importanti di strumenti che potrebbe trovare presto la giusta collocazione in tali listini.

Aste titoli di Stato nella media

Il collocamento di titoli di Stato previsto per oggi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ha restituito un esito nella media, senza grosse sorprese come invece qualcuno forse si aspettava. L’emissione di CTZ con scadenza a gennaio 2014 è stata pari a 2,5 miliardi di euro con un tasso di interesse al 3,355% contro il precedente 2,535%. Il bid-to-cover è pari a 1,80 in leggero ribasso rispetto all1,86 precedente ed in ogni caso l’ammontare emesso corrisponde al massimo preventivato dal MEF.

L’emissione di BTP indicizzati all’inflazione con scadenza nel 2019 è stata pari a 442 milioni di euro con un tasso del 4,32% ed un bid-to-cover pari a 2,238. Sono stati collocati inoltre 501 milioni di euro di BTP con scadenza nel 2017 con un tasso medio pari al 3,88%.

La Borsa Merci di Parma

Forse in pochi lo sanno, ma anche la città di Parma può vantare una Borsa Merci di una certa importanza per quel che concerne gli investimenti del nostro paese: si tratta della “piazza” che è stata creata con un apposito Decreto del Presidente della Repubblica in data 17 ottobre 1967, mentre la regolamentazione vera e propria si basa essenzialmente su un altro testo normativo, vale a dire la legge 272 del 1913 (“Ordinamento delle Borse di commercio, l’esercizio della mediazione e le tasse sui contratti di Borsa”), senza dimenticare i relativi regolamenti e le successive modificazioni.

Il programma di sukuk di Banque Saudi Fransi

Come è emerso in maniera evidente e chiaramente dal prospetto che è stato reso pubblico da un pool di banche piuttosto nutrito, Banque Saudi Fransi ha approntato un programma che prevede l’emissione di circa due miliardi di dollari in sukuk, i celebri titoli obbligazionari che sono conformi alla legge islamica della Shariah; gli istituti di credito in questione, i quali hanno seguito alla lettera il regolamento del London Stock Exchange, sono l’americana Citigroup, la francese Crédit Agricole e la tedesca Deutsche Bank, mentre l’emittente vera e propria non è altro che la banca privata siriana più famosa al mondo, con un operato che dura ormai dal 2004. Il gruppo appena menzionato gestirà l’intera emissione in ogni dettaglio, ma quali sono le altre caratteristiche salienti del programma di cui si sta parlando?

Spagna non ha bisogno di aiuto secondo il FMI

Secondo Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, la Spagna non avrebbe bisogno di alcun aiuto. Queste dichiarazioni ribaltano completamente la visione che l’Eurozona ed il mondo hanno della Spagna, ed effettivamente le motivazioni che spingono Lagarde a sostenere questo sono ben fondate.

Secondo il FMI, la Spagna è consapevole della sua posizione e si sta gia muovendo nella direzione giusta per avviare la ripresa; il Paese intende rafforzare il capitale delle banche, mossa fondamentale per rilanciare la finanza e l’economia, ma anche assestare i conti pubblici ora disastrati. Il problema con le provincie viene risolto con una presa di posizione ed una imposizione sui conti ferrea ed il rilancio del lavoro sarà la conseguenza di quanto detto fin’ora. Successiva sarebbe la ripresa dei consumi e degli investimenti, anche se per riguadagnare la fiducia degli investitori servirà molto tempo.

Previsioni Euro/Dollaro secondo JP Morgan

Le previsioni di JP Morgan rispecchiano esattamente la situazione grafica di Euro/Dollaro ed annunciano un periodo molto difficile per il cambio più importante del Mondo (o meglio, difficile per l’Euro e meno difficile per il Dollaro USA). La giornata di oggi e quella di ieri sono all’insegna del recupero ed il disegno di un testa-spalle rialzista potrebbe trarre in inganno i “tecnici” che basano l’operatività unicamente sui grafici. Nel breve periodo potrà anche esserci un recupero, ma sia i grafici di lungo termine sia le previsioni di Jp-Morgan convergono in un futuro ribassista per il cambio, che secondo gli analisti della banca d’affari potrebbe arrivare a sfiorare 1.275 come valore minimo.

Pericolo Spagna frena le Borse

Ancora la Spagna al centro dell’Europa; il rischio default del Paese tiene in sospeso le Borse Europee, che aprono la nuova ottava con cautela, anche se i settori che “zavorrano” le borse sono ben distinti e prescindono dalla situazione della Spagna stessa e del rischio di crollo. I bancari pesano più degli altri; l’avvio negativo risente della comunicazione di Moody’s sul downgrade degli istituti di credito Europei e la giornata chiude con un “nulla di fatto”, almeno a Piazza Affari dove il FTSE-Mib sale per poi tornare dove erano iniziati gli scambi in mattinata.

Inutile dire che il perno su cui ruoterà l’ottava, è proprio la Spagna; anche se non si parla di un’uscita dall’area Euro (come invece si ipotizzava, sbagliando, per la Grecia) il pericolo esiste secondo gli analisti ed è quasi certo che servirà un sostegno finanziario allo Stato per superare le difficoltà.

La California aumenta i rendimenti dei propri bond

Lo stato federale della California ha provveduto ad aumentare i rendimenti relativi ai propri titoli obbligazionari, in particolare per quel che concerne gli investitori istituzionali: la decisione è stata adottata dopo che sono stati ricevuti degli ordinativi da parte degli investitori individuali per circa il 32% del totale, l’importo più basso in assoluto in merito all’interesse di quest’anno. In effetti, bisogna ricordare che la stessa California si sta cimentando in una vendita piuttosto ambiziosa, vale a dire 1,3 miliardi di dollari in bond.

Fiducia all’Italia da Deutsche Bank

Spagna in pericolo, ma l’Italia finalmente si distingue. Il Paese, già in crisi da prima che il caso Grecia impegnasse l’Eurotower, avrebbe aumentato l’indebitamento verso la Bce che si attesta a 316,3 miliardi di euro lordi, in rialzo dai 129,86 miliardi di euro di febbraio scorso. La cifra è il 28% dell’indebitamento lordo di tutti gli istituti di credito dell’Eurozona (che ammonta a 1.138 miliardi di euro).

L’indebitamento netto a febbraio scorso per quanto riguarda sempre gli istituti spagnoli era pari a 152,4 miliardi di euro che ora sono saliti a 227,6 miliardi di euro. I dati, anche in questo caso, erano più che prevedibili. L’andamento negativo dello spread e le continue difficoltà della Spagna insieme alla mancanza di riforme non potevano produrre risultati diversi e per la prima volta l’Italia non viene più messa a confronto con la Spagna, ormai in forte declino.

Facebook acquisisce Instagram

La fame di Facebook è davvero insaziabile: la constatazione non deriva solamente dalla quotazione in Borsa di cui tanto si parla, ma anche dall’ultima operazione che è stata condotta in porto. In effetti, il maggior social network al mondo è riuscito ad acquisire l’applicazione per le fotografie di Instagram per circa un miliardo di dollari, importo che è costituito sia da denaro cash che da titoli azionari. Quindi, la compagnia ha deciso di focalizzarsi su questo segmento, il quale consentirà un rapporto sempre più stretto con il mondo della telefonia mobile. In effetti, non bisogna dimenticare che Instagram fa parte di un’altra compagnia di San Francisco, la Burbon Incorporated, ed è stata valutata ben cinquecento milioni di dollari la scorsa settimana.

Bnp Paribas amplia la propia gamma di certificati Easy Express

Bnp Paribas si conferma ancora una volta un’emittente privilegiata per quel che concerne i certificati di investimento: in effetti, l’istituto di credito transalpino ha ampliato la propria gamma con una nuova offerta molto interessante, la quale è stata collocata e quotata presso il segmento Sedex di Borsa Italiana. Di cosa si tratta esattamente? Nello specifico, questi strumenti finanziari sono stati collegati a degli indici sottostanti piuttosto interessanti e appetibili, visto che si sta parlando di compagnie che hanno sede negli Stati Uniti e in Svizzera. La negoziazione vera e propria risale a qualche tempo fa, ma è comunque necessario approfondirne le caratteristiche peculiari.

I motivi per investire in francobolli

Ci sono degli investimenti finanziari che potrebbero sembrare “bizzarri”, ma che in realtà possono anche consentire di ottenere dei ricavi interessanti. Uno di questi è quello relativo ai francobolli. Si tratta di una soluzione che non viene molto praticata all’interno del nostro paese e allo stesso modo anche nel resto del mondo, ma questa particolarità può essere spiegata in modo semplice. Un elemento a favore dei francobolli è rappresentato senza dubbio dalla loro rivalutazione media che fanno registrare nel giro di un anno.

I bond del Vietnam hanno il miglior rendimento dell’Asia

I bond vietnamiti denominati in dollari sono gli strumenti finanziari che hanno conseguito i maggiori guadagni nel corso di quest’anno nel continente asiatico: il motivo è presto spiegato, visto che il primo ministro Nguyen Tan Dung ha da tempo dichiarato guerra all’inflazione, accrescendo allo stesso tempo le riserve di valuta estera, favorendo in questa maniera la domanda per le azioni. I titoli in questione hanno garantito agli investitori un rendimento piuttosto consistente, pari a dieci punti percentuali, come mostrato chiaramente dagli indici di Hsbc. I ritorni economici di altre nazioni asiatiche sono ben lontani da questo livello, con le obbligazioni indiane che hanno superato di poco il 7%, mentre quelle cinesi sono poco al di sotto del 5%.