Barclays emetterà domani due nuovi covered warrant

Due nuovi covered warrant entrano a far parte della già numerosa famiglia di Barclays: la banca britannica comincerà infatti a negoziare dalla giornata di domani questi strumenti finanziari che sono definiti come “strutturati-esotici”. Nel dettaglio, si tratta dell’offerta denominata “120.000 FX Linked Certificates due November 2014 and 2017”, il che ci fa già capire che le scadenze saranno differenti, vale a dire due e cinque anni. Detto che l’operatore incaricato ad assolvere l’impegno di quotazione sarà la società di intermediazione mobiliare Equita, si può cominciare a citare quali sono le caratteristiche principali di tale emissione.

Citigroup è già alla terza emissione obbligazionaria del 2012

Citigroup Incorporated ha venduto ben 1,25 miliardi di dollari in titoli obbligazionari a tre anni: il colosso bancario americano è già giunto alla sua terza emissione di questo tipo nel 2012, un ritmo davvero sostenuto che si può spiegare col fatto che i vertici sono più che intenzionati a ottenere oltre venti miliardi di dollari dai mercati del capitale. Il terzo istituto degli Stati Uniti per volume di assets si è cimentato stavolta in un lancio di bond che prevedono un rendimento di 2,65 punti percentuali, 230 punti base al di sopra della medesima scadenza relativa ai prodotti del Tesoro. Un altro confronto interessante può essere fatto con Wells Fargo, la quale proprio di recente ha messo a disposizione strumenti con scadenza a cinque anni, tasso variabile e il medesimo importo.

I titoli della famiglia Ligresti sono ancora nervosi

C’è un elemento comune alle quotazioni dei titoli che fanno capo alla famiglia Ligresti, il nervosismo: non è un caso, infatti che Fondiaria Sai stia facendo registrare un andamento a dir poco altalenante a Piazza Affari, ma lo stesso discorso vale anche per la sua controllata, Milano Assicurazioni. Perfino Unipol e Premafin fanno segnare delle performance contrastanti, con la prima protagonista di rialzi e la seconda di ribassi. C’è ovviamente grande attesa per la maxi-fusione che andrà a coinvolgere la stessa Fonsai e Unipol, quindi ogni appuntamento e meeting risulta essere determinante in questo senso. Gli esempi più eclatanti sono quelli dell’ultimo consiglio di amministrazione di Milano Assicurazioni e la riunione odierna del consiglio della compagnia assicurativa piemontese.

France Télécom ridurrà il dividendo nel 2012

Ci sono notizie interessanti per gli azionisti di France Télécom, il colosso transalpino delle telecomunicazioni. Quest’ultimo ha infatti annunciato nel dettaglio i risultati finanziari che sono stati conseguiti nel corso del 2011: nel dettaglio, i dati in questione si riferiscono all’ultimo trimestre dello scorso anno, quindi il periodo compreso tra i mesi di ottobre e dicembre, con una prevalenza di segni negativi. In effetti, il margine operativo lordo è sceso di quasi quattro punti percentuali (il 3,9% in meno per la precisione), attestandosi sui 3,47 miliardi di euro. Questa stima è stata influenzata in maniera piuttosto decisiva dalla concorrenza che France Télécom ha subito proprio nel mercato nazionale.

La Tanzania aumenta l’importo dei propri bond decennali

La banca centrale della Tanzania emetterà proprio nel corso della giornata di domani dei bond a dieci anni, per un importo complessivo di venti miliardi di scellini: si tratta di titoli obbligazionari che andranno a beneficiare di un tasso fisso e di una cedola pari a 11,44 punti percentuali. Nonostante i rendimenti complessivi che si riferiscono al paese africano siano sostanzialmente scesi nel corso delle ultime aste governative, gli investitori finanziari si attendono comunque una sottoscrizione piuttosto massiccia per quel che concerne la vendita di domani. C’è però da precisare che si tratta della prima emissione di bond decennali di questo anno (l’ultima in ordine temporale, quella dello scorso 29 dicembre, non è andata poi così bene come si attendeva).

Israele vanta i rendimenti migliori dei paesi sviluppati

Israele, paese che si trova sotto la minaccia costante di una guerra da parte dei suoi “vicini” sin dal momento in cui è nata nel 1948, è la nazione che meglio di altre è riuscita a produrre rendimenti aggiustati per il relativo rischio: il riferimento in questione deve andare ai mercati azionari dei principali paesi sviluppati e all’ultimo decennio che abbiamo vissuto, un fatto che ha permesso di attrarre un buon numero di investitori globali. In effetti, se si osserva con attenzione l’indice Tel AvivTA-25, quest’ultimo ha garantito un ritorno economico pari a ben 7,6 punti percentuali nel corso del periodo compreso tra il 2002 e il 2012.

Boom di quotazioni per gli Uridashi Bond

Gli Uridashi Bond stanno godendo di una popolarità senza precedenti: si tratta di quei titoli obbligazionari che vengono venduti come debito nel mercato europeo e in principale misura agli investitori individuali di nazionalità giapponese. Da qualche tempo a questa parte, infatti, si registrano quotazioni con cadenza settimanale e da parte di compagnie piuttosto importanti e solide dal punto di vista finanziario. L’ultima in ordine temporale è stata una banca, la tedesca Deutsche Bank, la quale ha puntato su un importo complessivo di trentotto miliardi di rupie indonesiane, con una cedola di 5,5 punti percentuali.

Lo Yemen punta sui bond per i progetti infrastrutturali

Lo Yemen, nazione asiatica di cui si sente spesso parlare per la propria povertà e purtroppo per i recentissimi disordini politici, sta pianificando tra mille difficoltà la propria emissione di bond islamici: l’intenzione è quella di finanziare in maniera adeguata i principali progetti del governo di Sana’a, come confermato da Mohamed Awad Bin Humam, governatore della banca centrale. Vi sarà quindi una stretta collaborazione con il ministero locale delle Finanze, in modo da lanciare sul mercato un prodotto importante e soprattutto in tempi rapidi. Gli esecutivi asiatici e mediorientali si stanno rivolgendo con sempre maggiore convinzione agli investitori locali in sukuk, dato che i progetti infrastrutturali sono divenuti una priorità importante.

Secondo fondo comune per Al Hilal Bank

È tutto pronto per il secondo fondo comune di investimento gestito dalla Al Hilal Bank: si tratta di uno strumento a reddito fisso per l’istituto di Abu Dhabi, il quale ha dato vita a una struttura che sarà ben aperta, con il periodo dell’offerta iniziale che durerà per circa un mese proprio dalla giornata di oggi. Gli investitori coinvolti, inoltre, potranno contare su una sottoscrizione minima di ben diecimila dollari, mentre ogni singola unità finanziaria avrà a disposizione dieci dollari complessivi, uno degli importi più bassi del mercato. In pratica, il ruolo della banca araba sarà quello di sponsorizzare il fondo stesso.

Ubs emette una obbligazione ibrida a dieci anni

Ubs, tra gli istituti di credito più famosi della Svizzera ma non solo, ha quotato un bond decennale in grado di assorbire le proprie perdite: il rendimento di base è stato senza dubbio più basso rispetto a quanto ci si aspettava inizialmente, un tentativo estremo di conquistare la fiducia di quegli investitori che puntano a simili caratteristiche finanziarie. L’obbligazione a cui si sta facendo riferimento sarà subordinata al Tier 2, il requisito supplementare di capitale di ogni banca, e garantirà un ritorno economico di ben 7,25 punti percentuali. L’importo complessivo è stato fissato in due miliardi di dollari, ma la domanda da parte dei soggetti interessati è andata ben oltre le previsioni, con 5,5 miliardi complessivi.

L’Fmi sconsiglia i bond islamici al Qatar

Le banche convenzionali del Qatar non dovrebbero avere il permesso di investire in bond islamici, i famosi sukuk di cui si sente tanto parlare: è questa la conclusione a cui è giunto il Fondo Monetario Internazionale nel suo report dedicato alla nazione asiatica. Per quale motivo una constatazione così perentoria? Il team dell’organizzazione di Washington ha visitato il piccolo stato arabo lo scorso anno e i risultati di questa missione sono ben riassunti dalla frase appena menzionata. Secondo il Fondo, diverse emissioni obbligazionarie meritano ancora una considerazione, in modo da assicurare che gli obiettivi desiderati siano implementati nella maniera più giusta.

Nuovo bond Fiat in franchi svizzeri

La domanda ha raggiunto un ammontare senza dubbio interessante e Fiat spa non ha potuto che approfittarne: l’occasione è infatti divenuta propizia per il Lingotto per aumentare le dimensioni del suo ultimo prestito obbligazionario, il quale è stato lanciato nel corso della giornata odierna e che beneficia della denominazione in franchi svizzeri. L’importo complessivo, inizialmente fissato in 250 milioni, è poi salito fino a 450 milioni di franchi. Che tipo di bond ha messo a disposizione la casa automobilistica di Torino? Volendo essere più precisi di quanto fatto finora, l’emissione vera e propria è stata curata dalla divisione Finance & Trade Limited della stessa Fiat (la società piemontese ha esercitato la garanzia finale).

Il dividendo di Bnp Paribas per il 2012 sarà di 1,20 euro

Il gruppo bancario Bnp Paribas è pronto a mettere a disposizione un dividendo azionario davvero interessante, 1,20 euro per ogni singolo titolo: la proposta giungerà nel corso del prossimo consiglio di amministrazione, con l’istituto di credito francese che farà tesoro ovviamente degli ultimi risultati conseguiti, vale a dire quelli dello scorso anno. Entrando maggiormente nel dettaglio, agli azionisti interesserà sicuramente sapere che lo stacco della cedola in questione è previsto per il prossimo 30 maggio; da questa data e fino al 15 giugno successivo (quest’ultimi giorno è incluso nel conteggio), si potrà optare per il versamento del dividendo in due modi, o il denaro cash, quindi in contanti, oppure in nuovi titoli azionari.

Dividendo Eni in aumento nel 2012

È proprio tempo di distribuzione dei dividendi: anche Eni non è da meno e il suo consiglio di amministrazione ha deciso di proporre un utile pari a ben 1,04 euro per ogni singolo titolo azionario, una somma che è superiore rispetto a quella proposta nel corso del 2011 (un euro per la precisione). Cinquantadue centesimi sono stati distribuiti già da tempo a titolo di acconto, quindi la seconda metà sarà di uguale importo. Per quale motivo l’Ente Nazionale Idrocarburi ha incrementato i dividendi in questione? Si tratta della conseguenza più diretta degli ultimi dati finanziari che sono stati pubblicati, vale a dire quelli del 2011, con un utile netto che è sì calato di oltre dieci punti percentuali, ma non come previsto dagli analisti (1,54 miliardi di euro nel complesso).