Lloyds Banking Group, istituto di credito che è detenuto per il 41% dai contribuenti britannici e che sta provvedendo attualmente a tagliare ben quindicimila posti di lavoro, ha venduto dei bond allo scoperto nel mercato di riferimento: si tratta di un segmento che era rimasto chiuso a tutti i prestatori dallo scorso mese di luglio, dunque si può parlare a ragione di una emissione importante. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che questa cessione è stata caratterizzata da 1,5 miliardi di euro per quel che concerne l’importo complessivo, mentre la scadenza è stata fissata in cinque anni. Lo stesso gruppo inglese non si avventurava in ambito obbligazionario da quasi un anno, visto che l’ultima vendita risaliva al mese di marzo del 2011.
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La nuova obbligazione Cap&Floor di Monte dei Paschi
Il DomesticMot di Borsa Italiana ha accolto proprio nella giornata odierna il nuovo titolo obbligazionario a marchio Monte dei Paschi di Siena: l’emittente toscana ha infatti lanciato il “Banca Monte dei Paschi di Siena Spa 2011-2017-Tasso Misto Cap&Floor BancoPosta” (il codice Isin di riferimento è IT0004761356). Di cosa si tratta esattamente? Detto che le valutazioni da parte delle agenzie di rating sull’istituto non sono proprio lusinghiere (Baa1 secondo Moody’s, BBB+ secondo Standard & Poor’s, una affidabilità discreta del credito), bisogna ricordare che la modalità di negoziazione di tali bond sarà quella del corso secco.
Israele, dopo tre anni tornano i bond in dollari
Il governo israeliano ha provveduto a emettere titoli obbligazionari a dieci anni per un importo complessivo di 1,5 miliardi di dollari: si tratta, nello specifico, della prima offerta estera degli ultimi tre anni, un dato piuttosto significativo se ci si pensa bene. La nazione ha deciso di puntare su dei bond in scadenza nel 2022, con un rendimento iniziale di 4,11 punti percentuali, circa 205 punti base al di sopra della stessa data di maturazione messa a disposizione dal Tesoro americano. Le obbligazioni in questione, tra l’altro, rappresentano una opportunità ottima per investire su un paese abbastanza sicuro e con la speranza di un buon ritorno economico, almeno secondo quanto riferito da Agnes Belaisch, ex economista del Fondo Monetario Internazionale.
Rbs mette a disposizione cinque nuovi Etf per Borsa Italiana
Mercati di frontiera, continente africano, Arabia Saudita, Brasile e America Latina: sono questi i cinque riferimenti finanziari che Royal Bank of Scotland ha deciso di collegare ai propri Exchange Traded Fund, strumenti che hanno cominciato a essere negoziati a partire dalla giornata odierna presso il segmento EtfPlus di Borsa Italiana. Il comparto scelto dall’emittente britannica è, volendo essere ancora più precisi, quello degli Oicr Aperti Indicizzati (Classe 2). Che tipo di fondi comuni potranno essere sottoscritti? Anzitutto, la valuta di negoziazione sarà l’euro, con un differenziale massimo di prezzo compreso tra i due e i quattro punti percentuali.
Barclays sceglie Ftse Mib e Dax per i suoi Mini Futures Certificate
I nuovi certificati di investimento che verranno messi a disposizione a partire da domani da Barclays sono della tipologia Mini Futures: in pratica, questi dieci strumenti saranno collegati a indici finanziari, con il comparto Sedex “Leveraged Certificates” a rappresentare il mercato di quotazione in tal senso. Di cosa si tratta esattamente? A parte uno di questi benchmark, tutto il resto beneficerà della tipologia Bull. In pratica, gli indici che sono stati scelti dalla banca anglosassone sono due, vale a dire il Ftse Mib e il tedesco Dax di Francoforte. La scadenza, invece, sarà sempre la medesima, vale a dire il 20 gennaio del 2017, il che vuol dire che si tratta di titoli quinquennali.
L’aviazione saudita emette il primo sukuk della sua storia
La General Authority of Civil Aviation, istituzione dell’Arabia Saudita a cui fa riferimento l’aviazione nazionale, ha annunciato la scorsa settimana la sua prima emissione di sukuk sul relativo mercato: tale titolo ha beneficiato di una sottoscrizione tripla rispetto a quanto offerto, segno che c’è un interesse crescente nel paese asiatico per questa specifica forma di investimento. Il presidente dell’autorità in questione, il principe Fahd bin Abdullah, ha espresso tutta la propria soddisfazione per questo evento, un debutto su cui erano state riposte molte speranze, ma mai delle dimensioni che poi sono state effettivamente registrate.
Bank of Nova Scotia si affida ancora ai covered bond
Bank of Nova Scotia, uno dei principali istituti di credito di tutto il Canada, ha lanciato dei covered bond destinati al mercato statunitense, per un importo complessivo di 2,5 miliardi di dollari: la scadenza degli strumenti in questione sarà pari a cinque anni. Il rendimento previsto, inoltre, è stato fissato a una quota iniziale di 1,95 punti percentuali, circa 109 punti base al di sopra dei medesimi titoli messi a disposizione dal Tesoro americano. Il 2012 è iniziato da appena tre settimane, eppure questa è già la seconda cessione obbligazionaria della banca nordamericana, la quale ha messo a disposizione di recente anche 1,25 miliardi di dollari in bond unsecured quinquennali (il ritorno economico è pari al 2,55%).
I due nuovi Etf di Lyxor guardano all’Indonesia e alla Thailandia
Lyxor, vera e propria società leader per quel che riguarda il segmento degli Exchange Traded Fund (Etf), sta focalizzando le proprie attenzioni sul continente asiatico: in effetti, il mese di gennaio è stato davvero proficuo in questo senso e si è arrivati già alla terza quotazione italiana della compagnia. Si tratta, nello specifico, dei due fondi che sono collegati ai titoli azionari di due mercati emergenti, vale a dire l’Indonesia e la Thailandia. L’esposizione che viene consentita dai prodotti in questione, il Lyxor Etf Msci Indonesia (il codice Isin di riferimento è FR0011067511) e il Lyxor Etf Thailand (FR0011067529), è molto interessante e senza dubbio andrà a stuzzicare l’interesse di diversi investitori.
Volkswagen torna ad emettere bond garantiti da prestiti
Volkswagen si è lanciata nell’avventura della sua più grande emissione obbligazionaria degli ultimi dieci mesi: il colosso automobilistico di Wolfsburg ha infatti provveduto a vendere dei bond per un importo totale di 1,25 miliardi di dollari, strumenti finanziari che saranno sostanzialmente garantiti dai prestiti del settore in questione. L’offerta iniziale era comunque inferiore a quella appena menzionata, in quanto l’azienda teutonica aveva pensato di lanciare sul mercato un miliardo di dollari in obbligazioni, ma poi si è deciso di incrementare il tutto. Il rendimento dovrebbe essere superiore di ventidue punti base rispetto al tasso swap.
Crédit Suisse taglie le stime sui dividendi di Telecom Italia
Le stime di Telecom Italia sono state riviste al rialzo per quel che concerne l’anno appena cominciato e anche il 2013, eppure il gruppo attivo nel campo delle telecomunicazioni non riesce ancora a far svettare il proprio titolo in Borsa: a peggiorare questo scenario, inoltre, ci ha pensato Crédit Suisse, la quale ha ipotizzato un dividendo molto più basso rispetto alle precedenti previsioni per quel che concerne i prossimi mesi. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che i ricavi attesi in merito al 2011 hanno sfiorato i trenta miliardi di euro (per la precisione sono stati pari a 29,8 miliardi), mentre il già citato dividendo, il dato che interessa da più vicino gli azionisti della società in questione, è stato rivisto al ribasso di ben 8,7 punti percentuali, con un nuovo ammontare di 0,06 euro.
Rinviato l’aumento di capitale di Fondiaria Sai
Gli azionisti di Fondiaria Sai dovranno ancora attendere: le ultime vicende che hanno interessato la compagnia assicurativa non potevano non avere delle ripercussioni a livello finanziario e tutto si è puntualmente verificato. In effetti, l’acquisizione da parte di Unipol Assicurazioni ha di fatto rinviato l’aumento di capitale, previsto inizialmente per la fine del prossimo mese di marzo e con un importo complessivo di 750 milioni di euro. La situazione si è ora complicata, visto che la fusione in questione va a riguardare altre società, tra cui Premafin e Milano Assicurazioni, anch’esse chiamate a una urgente ricapitalizzazione.
Ppr Sa ritorna alle quotazioni obbligazionari dopo due anni
Ppr Sa, il colosso che detiene le partecipazioni dei principali brand del lusso (in primis Gucci e Yves Saint Laurent), ha venduto il primo bond a suo nome dopo quasi due anni di attesa: nello specifico, si tratta di una emissione finanziaria di importo pari a 250 milioni di euro, con il rendimento iniziale che è stato fissato a 3,75 punti percentuali. La scadenza in questione, inoltre, è prevista per il mese di aprile del 2015, dunque la maturazione avverrà tra poco più di tre anni. Volendo essere ancora più precisi, poi, bisogna precisare che l’ammontare citato in precedenza non è altro che una aggiunta opportuna a un’altra quotazione, con il totale che è in questo modo giunto a 750 milioni.
L’EuroMot accoglierà domani i bond della Germania Federale
La Repubblica Federale Tedesca sarà la grande protagonista di domani per quel che concerne le quotazioni finanziarie presso l’EuroMot di Borsa Italiana: in effetti, sarà proprio lo stato teutonico la società emittente di un interessante titolo obbligazionario, la cui denominazione ufficiale sarà quella di Bobl 0,75% due on 24 February 2017. Come si può facilmente intuire da questo dettaglio, il bond in questione andrà a beneficiare di una scadenza a cinque anni, con la maturazione prevista appunto nel mese di febbraio del 2017. Il codice Isin di riferimento, inoltre, sarà DE0001141620.
I Cat Bond si trasferiscono in direzione delle Bermuda
Il business dei Catastrophe Bond sta letteralmente cambiando conformazione in questo 2012: sono bastati, infatti, pochi giorni del nuovo anno per accorgersi di queste modifiche piuttosto importanti, per uno degli strumenti finanziari che viene solitamente associato agli Stati Uniti o a gran parte del continente asiatico. In pratica, la trasformazione più rilevante è stata quella che ha riguardato il passaggio dalle Isole Cayman, celebre paradiso fiscale, alle Bermuda, con quest’ultima isola che è riuscita ad attrarre un numero maggiore di compagnie assicurative di qualunque altro centro. D’altronde, si sta parlando di un altro paradiso fiscale piuttosto rinomato, le cui caratteristiche geografiche non sono tra le più incoraggianti in assoluto, visto che questo territorio britannico d’oltremare ha dato il nome al tristemente famoso Triangolo delle Bermuda.