JP Morgan, maggior istituto di credito di tutti gli Stati Uniti per quel che concerne gli assets finanziari, ha venduto tre miliardi di dollari in titoli obbligazionari: si tratta della più consistente cessione di debito da parte della banca di New York da almeno un anno a questa parte, con i relativi rendimenti che sono scesi ai loro minimi delle ultime otto settimane. Come è noto ormai, gli ultimi dati sui profitti del colosso americano non sono stati certo incoraggianti, con un calo di ben ventitre punti percentuali nel corso dell’ultimo trimestre del 2011. Di conseguenza, si è avuta questa vendita ingente e specifica, con titoli a scadenza decennale e un ritorno economico pari a 4,5 punti percentuali (270 punti base al di sopra dei medesimi titoli emessi dal Tesoro a stelle e strisce).
Investimenti News
China Development Bank amplia la scadenza dei Dim Sum Bond
China Development Bank Corporation, uno dei più importanti istituti di credito dell’ex Impero Celeste, oltre che prestatore di riferimento per quel che concerne il governo locale, ha scelto di emettere titoli obbligazionari denominati in yuan ad Hong Kong (i cosiddetti Dim Sum Bond): non si tratta di una emissione qualsiasi, però, visto che la scadenza che è stata fissata in questo caso è una delle più lunghe in assoluto per quel che concerne tali strumenti finanziari. Nel dettaglio, la banca cinese ha messo a disposizione una offerta da 1,5 miliardi di yuan che andranno a maturare esattamente tra quindici anni, con un rendimento iniziale pari a 4,2 punti percentuali.
Natixis seleziona varie azioni per il proprio certificato
Natixis, banca parigina nata appena cinque anni fa dalla fusione tra la Banque Populaire e la Caisse d’Epargne, ha scelto il comparto Sedex di Borsa Italiana per negoziare il proprio certificato d’investimento: il prodotto in questione, la cui denominazione ufficiale è Multi-Bonus Certificates linked to a Selection of Shares, ha beneficiato giusto ieri del proprio battesimo ufficiale, sfruttando la consueta modalità monetaria per quel che concerne la liquidazione. Volendo essere ancora più precisi, la società emittente in questo caso è stata la divisione Structured Products dello stesso istituto di cre dito transalpino.
Bnp Paribas: primi Bonus Cap del 2012 per Borsa Italiana
Soltanto un giorno ci divide dall’ultima quotazione “italiana” di Bnp Paribas Arbitrage Issuance: l’istituto francese ha optato in questa occasione su dei certificati di investimento di tipo Bonus Cap che seguono da vicino l’andamento di alcune azioni. Il Sedex di Borsa Italiana non poteva che essere il collocamento più adatto per tali strumenti. Si tratta, per la precisione, di sei prodotti distinti: due di essi sono stati collegati al titolo di Deutsche Bank, altri due alla banca transalpina Crédit Agricole, concludendo poi il tutto con Eni ed Assicurazioni Generali.
La Colombia punta sui trenta anni per i propri bond
Il governo colombiano ha deciso di vendere con la massima urgenza 1,5 miliardi di dollari in titoli obbligazionari: i prodotti finanziari in questione prevedono una scadenza di lunghissimo termine, vale a dire trenta anni (nello specifico, l’anno di riferimento sarà il 2041), una operazione che si configura come molto particolare. In effetti, quest’ultima rappresenta il primo lancio denominato in valuta estera dallo scorso mese di luglio, un’attesa che ora si è dovuta interrompere per la necessità di finanziare il budget della nazione sudamericane e dar vita a un riscatto del debito interno. Bogotà ha anche scelto il rendimento iniziale di tali bond: nello specifico, esso ammonta a quasi cinque punti percentuali (il 4,96% per la precisione).
Lyxor propone un Etf collegato all’indice Russell 2000
La giornata di domani sarà molto importante per gli investitori amanti degli Exchange Traded Fund, in particolare quelli che beneficiano del marchio Lyxor: la compagnia transalpina quoterà presso il comparto EtfPlus di Borsa Italiana il suo nuovo prodotto, la cui denominazione ufficiale sarà Lyxor Etf Russell 2000 (il codice Isin di riferimento in questo caso è FR0011119221). Il segmento degli Oicr Aperti Indicizzati è pronto ad accogliere questo strumento specifico, ma di cosa si tratta esattamente? Tra le caratteristiche peculiari, si possono citare, ad esempio, l’euro come valuta di negoziazione, il differenziale massimo di prezzo, il quale sarà pari a 1,5 punti percentuali, i 35mila titoli complessivi e la natura dell’indice, ovvero quella di Net Total Return.
Emirates NDB emette i primi sukuk del 2012
La Emirates NBD, uno dei maggiori prestatori degli Emirati Arabi Uniti (la sua sede è a Dubai), sta analizzando nel dettaglio la propria emissione obbligazionaria: nello specifico, il compito del lancio finanziario in questione spetterà all’unità islamica, la Emirates Islamic Bank, la quale ha selezionato il prezzo iniziale del sukuk a cinque anni che dovrà essere immesso a breve nel mercato di riferimento, con l’area più probabile circoscritta ai 350 punti base. Ovviamente, vi sarà anche un benchmark di tutto rispetto. Gli scambi possono quindi essere aperti e avviati, con la quotazione vera e propria che è prevista proprio nel corso di questa settimana.
Le polizze vita nel 2012
Che anno sarà il 2012 per quel che concerne le polizze vita? Prevedere già ora, in un mese di gennaio, quello che saranno i rendimenti futuri è praticamente impossibile, si può soltanto azzardare qualche ipotesi: in effetti, le performance degli ultimi anni sono state senza dubbio positive, con delle percentuali interessanti in relazione alle gestioni separate, ma le previsioni finanziarie non sono il forte di nessuno. Ciò nonostante, un discorso accurato può essere fatto in merito ai fattori che andranno a influenzare tali strumenti nel corso di questi dodici mesi. Anzitutto, bisogna tenere in alta considerazione l’imposizione fiscale con cui si avrà a che fare, visto che l’ultima manovra finanziaria ha anche previsto un innalzamento dal 12,5 al 20%.
General Electric emette quattro miliardi in obbligazioni
General Electric Company, celebre multinazionale americana fondata da Thomas Alva Edison, ha emesso titoli obbligazionari per quattro miliardi di dollari: l’intento della vendita in questione è soprattutto quello di far fronte in maniera adeguata alle scadenze del debito societario nel corso di questo 2012. Nello specifico, tale lancio ha riguardato due miliardi di dollari di strumenti in scadenza fra tre anni e un miliardo di dollari a testa per altre due scadenze, vale a dire cinque e dieci anni. Il colosso di Fairfield non può comunque dimenticare i 78,7 miliardi di dollari di bond che giungeranno a maturazione proprio quest’anno.
Le obbligazioni dell’Illinois vengono declassate da Moody’s
Il rating dei titoli obbligazionari dello stato federale dell’Illinois non godono certo di una buona reputazione: l’ultimo provvedimento dell’agenzia americana Moody’s si è reso necessario per ridimensionare questa valutazione, la quale è passata da A1 ad A2, sempre nell’ambito della buona affidabilità di investimento, ma pericolosamente vicina al giudizio inferiore. Tra l’altro, in questa maniera l’Illinois rappresenta lo stato a stelle e strisce con il rating più basso in assoluto per quel che concerne la compagnia in questione, non certo un primato di cui ci si può vantare. Il declassamento a cui si sta facendo cenno, inoltre, ha delle motivazioni ben precise e serie.
I rendimenti dei Pronti Contro Termine
Una volta conosciuti i rischi e i limiti dei Pronti Contro Termine, se si è ancora intenzionati a puntare su questo tipo di investimento, allora si possono anche snocciolare i possibili vantaggi: in quanto a rendimenti, durata e obiettivo finale della sottoscrizione, questo strumento finanziario si presenta in tutto e per tutto come un Buono Ordinario del Tesoro, rappresentandone inoltre una valida alternativa. Il funzionamento è ben noto e semplice, anche perché andando a fissare in via anticipata il prezzo di acquisto e quello della vendita futura, l’investitore coinvolto potrà assicurarsi un determinato tasso di interesse, il ritorno economico a cui punta senz’altro.
I rischi dei Pronti Contro Termine
Quando si pensa a una forma di risparmio alternativa ai Buoni Ordinari del Tesoro, si pensa immediatamente ai Pronti Contro Termine: questi strumenti finanziari consentono di investire una buona dose di liquidità quando i mercati vivono fasi di forte nervosismo, come sta appunto accadendo ora. Un tipico vantaggio, poi, che viene spesso citato è quello della totale assenza di rischi, la quale associa tali prodotti a una delle sicurezze più alte a livello finanziario. Ma stanno davvero così le cose? In realtà, dopo aver ricordato che l’investimento consiste nell’acquisto a pronti (nella data imminente) di un certo quantitativo di titoli dalla banca, in cambio della certezza di una vendita futura (a termine quindi) e a un prezzo superiore a quello d’acquisto, bisogna anche citare qualche difetto.
Banca Aletti emette un Planar Certificate in scadenza nel 2015
La denominazione del nuovo certificato di investimento di Banca Aletti è davvero lunghissimo, ma si propone come uno dei primi e più interessanti strumenti finanziari del 2012: l’istituto del gruppo Banco Popolare ha infatti emesso appena due giorni fa il Planar di tipo Quanto su basket di indici: Planar Quanto su Basket Index 10_11 Protezione 90% Partecipazione 100% 21 Ottobre 2015. Di cosa si tratta esattamente? Questo prodotto, il quale è stato collocato presso il comparto Sedex di Borsa Italiana, beneficia, come accade di consueto in questi casi, di una liquidazione di tipo monetario.
Il Sudan lancia dei sukuk dal rendimento altissimo
Il Sudan, paese africano che sta combattendo contro una delle crisi economiche più severe e complicate della propria storia, sta anche cercando di mettere da parte le proprie amarezze con un’offerta finanziaria: nel dettaglio, l’operazione ha coinvolto il lancio di bond islamici con un rendimento annuo di ben venti punti percentuali (una chiara testimonianza delle condizioni di salute della nazione). In aggiunta, il denaro che verrà ricavato da questa specifica vendita sarà utilizzato per finanziare il deficit di bilancio e tentare di attenuarlo il più possibile. Come ha annunciato lo stesso esecutivo della repubblica subsahariana, i sukuk in questione (da queste parti si chiamano shahamas) saranno ceduti almeno fino al prossimo 25 gennaio.