La British American Tobacco è tornata ad emettere un titolo obbligazionario dopo ben sedici mesi di tempo: la compagnia londinese, terza azienda mondiale e leader europeo per quel che concerne la produzione e commercializzazione di sigarette, ha infatti optato per un importo complessivo di seicento milioni di euro, con una scadenza fissata tra dieci anni. Questi bond, inoltre, sono stati prezzati con un rendimento che superiore di 123 punti base rispetto all’indice sottostante; il dato non deve essere trascurato, visto che l’ultima emissione di questo tipo, l’obbligazione decennale con un ritorno economico del 4% (la data del lancio risale al mese di giugno del 2010), fu caratterizzata da uno spread inferiore, vale a dire 105 punti base.
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Tenaris: buona trimestrale e acconto sul dividendo
Il terzo trimestre del 2011 di Tenaris è stato a dir poco sbalorditivo: la compagnia lussemburghese, celebre per la sua fornitura di tubi e per la produzione di gas e petrolio, ha fatto registrare un incremento davvero importante a Piazza Affari, vale a dire 8,65 punti percentuali, la conseguenza più immediata della pubblicazione dei dati in questione. In effetti, l’utile netto e i ricavi hanno mostrato un deciso recupero rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con rialzi, rispettivamente, del 20% e del 4%. Tra l’altro, analisti ed economisti non erano stati così ottimisti alla vigilia di queste stime, preventivando un utile netto pari a 347 milioni di dollari (i dati parlano invece di 365,5 milioni).
La Libia prova a focalizzarsi sulla finanza islamica
La cattura e l’uccisione di Muammar Gheddafi è già storia, la Libia dovrà dimostrare di sapersi riprendere dopo questa feroce guerra civile, un rilancio che potrebbe essere soprattutto di tipo economico: in effetti, la banca centrale della nazione africana sta preparando nel dettaglio una legge che consenta ai prestatori e agli emittenti di vendere bond islamici (i celebri sukuk) come parte degli sforzi per lo sviluppo di nuovi servizi bancari. Il legislatore ha già provveduto a formare un apposito comitato, in modo da porre in essere una scelta equilibrata e giusta. La Libia può vantare quindici istituti di credito sul proprio territorio, tutti ben attivi nell’ambito dell’emissione di sukuk, i titoli obbligazionari conformi alla legge della Shariah.
Ford Motor: emissione di bond dopo l’aumento del rating
Ford Motor ha venduto ben 1,25 miliardi di dollari in titoli obbligazionari: questa cessione si è resa necessaria alla luce del recente innalzamento di rating da parte di Moody’s, la quale ha conferito alla seconda compagnia automobilistica degli Stati Uniti una importante iniezione di fiducia. Nel dettaglio, il colosso di Dearborn ha emesso dei bond con un rendimento complessivo pari al 3,875% e una scadenza di breve periodo, vale a dire tre anni. Un confronto interessante in tal senso può essere effettuato con le quotazioni medie di questi strumenti, le quali beneficiano di un ritorno economico inferiore (3,2% per la precisione), tenendo conto che il breve termine tiene in considerazione anche la scadenza quinquennale.
Soros: il debito greco collasserà fra tre mesi
George Soros, uno degli investitori e miliardari più famosi al mondo, non si aspetta nulla di positivo in merito alla situazione del debito greco: in effetti, in base alle sue considerazioni l’eurozona manca di una vera e propria leadership, dunque Bruxelles potrebbe anche non essere in grado di gestire una crisi così complicata, tanto che non vengono dati più di tre mesi di sopravvivenza a questo stesso debito. Lo stesso Soros, poi, ha sottolineato come il taglio del 50% relativo ai bond comunitari riuscirà a ridurre il deficit ellenico soltanto di venti punti percentuali, un risultato non certo ragguardevole. Dunque, c’è pessimismo in queste parole, soprattutto per quel che concerne le misure adottate, ritenute insufficienti per porre fine a un violento declino economico come quello che sta coinvolgendo Atene.
Spread Bund-Btp: tutti i rischi del rendimento
Ci sono due termini precisi per definire l’attuale situazione dei nostri titoli di Stato: tensione e nervosismo. In effetti, l’ultima asta dei Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) non è andata troppo male, ma la chiusura è stata caratterizzata da una domanda davvero troppo bassa. La tensione, in particolare, si riferisce al rendimento di questi strumenti: ad esempio, la scadenza a dieci anni beneficia di un ritorno economico superiore ai sei punti percentuali, un valore che non veniva registrato da almeno una settimana. Non se la passano meglio neanche le obbligazioni francesi e quelle spagnole, ma concentriamoci sul nostro paese. Il dato su cui focalizzare maggiormente l’attenzione è ovviamente lo spread tra gli stessi Btp e i Bund tedeschi, i migliori performer europei: il differenziale in questione ha superato i 380 punti base, per la precisione si è giunti fino a quota 383, in rialzo di ben sedici punti nel giro di sole ventiquattro ore.
Fitch: probabile default per le obbligazioni greche
L’accordo dei leader europei per il taglio del 50% relativo alle obbligazioni greche potrebbe comportare un default nel caso in cui gli investitori dovessero accettare questo stesso piano: la constatazione giunge direttamente da Fitch, una delle tre principali agenzie di rating. Il taglio in questione è di tipo nominale e si riferisce allo scambio di titoli, ma un provvedimento di questo tipo non può che essere equiparato a un fallimento, almeno se si fa riferimento ai criteri del Distressed Debt Exchange. Secondo l’agenzia francese, inoltre, nonostante l’intesa sia un passaggio necessario per consentire alle finanze pubbliche elleniche di divenire più sostenibili, Atene non può dimenticare che deve far fronte a sfide significative dal punto di vista economico, tra cui si può ricordare quella relativa al debito.
Titoli di Stato: emissioni direttamente in asta sul Mot
Grandi novità sulle emissioni dei titoli di Stato; è allo studio, secondo il comunicato stampa appena diffuso dal Ministero dell’Economia e del Tesoro, l’idea di emettere i titoli di Stato direttamente sul mercato dei Mot per arrivare direttamente agli investitori retail nella maniera più rapida e semplice, sfruttando il mercato telematico e le piattaforme di trading offerte dagli intermediari abilitati.
La prenotazione in filiale dei titoli di Stato è un’usanza italiana di vecchia data, quasi un rito quello di recarsi a parlare con l’operatore di fiducia per prenotare titoli del debito pubblico che l’intermediario si occuperà poi di far avere al cliente. L’arrivo delle nuove tecnologie ha svuotato i “pit” dei trading floor già da tempo nelle borse “minori” ed ora potrebbe fermare la “migrazione” verso le filiali per prenotare quello che sono un classico del risparmio italiano insieme ai Buoni Fruttiferi postali.
Royal Dutch Shell: dividendo trimestrale da 42 centesimi
Royal Dutch Shell, una delle principali compagnie petrolifere a livello internazionale, ha messo a segno un utile trimestrale davvero interessante: i primi nove mesi di questo anno, infatti, sono stati contrassegnati da un valore complessivo pari a 22,17 miliardi di dollari (settantuno punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2010), mentre i profitti dell’arco temporale compreso tra gli scorsi mesi di luglio e settembre sono aumentati del 106%. Proprio per questo motivo, il colosso anglo-olandese ha deciso di distribuire un dividendo trimestrale che ammonta a quarantadue centesimi di dollaro per ogni singolo titolo azionario e il cui stacco avverrà il prossimo 2 novembre.
Sias, il cda approva l’acconto sul dividendo
La Società Iniziative Autostradali e Servizi spa (meglio nota con l’acronimo Sias) è la compagnia torinese che beneficia della scissione parziale proporzionale dell’Autostrada Torino-Milano: in pratica, si tratta di una vera e propria holding industriale, quotata in Borsa a Piazza Affari e che opera in diversi ambiti. In particolare, si può ricordare il settore autostradale (tratte prevalentemente settentrionali come la Torino-Alessandria-Piacenza e la Asti-Cuneo), quello tecnologico (fibre ottiche e software per la gestione del traffico) e quello delle costruzioni (in primis le attività di manutenzione).
Buoni Fruttiferi Postali: arriva il nuovo BFP3x4
La Cassa di Depositi e Prestiti rende nota l’immissione sul mercato di un nuovo prodotto finanziario che va’ ad ampliare l’offerta di Poste Italiane riguardo i Buoni Fruttiferi; uno dei prodotti più apprezzati dagli italiani può infatti vantare del nuovissimo BFP3x4 che va’ a collocarsi come caratteristiche tra il classico BFP Ordinario a 20 anni ed il BFP a 18 mesi.
La flessibilità nella durata dell’investimento (e quindi del vincolo monetario) diventa una priorità nei periodi di incertezza, ma se 18 mesi sono fin troppo pochi, e 20 anni decisamente troppi viste le condizioni economiche e finanziarie attuali, 12 anni diventano invece un numero ragionevole (come tetto massimo) per la durata di un investimento che resta comunque flessibile.
La nuova serie verrà identificata come T’01 e la caratteristica particolare dell’emissione è quella di riconoscere ogni 3 anni gli interessi maturati, che crescono ogni 3 anni di vincolo; se fino al terzo anno il rendimento effettivo lorto è del 3%, al sesto anno è del 3.30% mentre al nono 3.60% per poi concludere con 3.90% di tasso lordo alla scadenza del dodicesimo anno di investimento. Come per gli altri buoni fruttiferi postali c’è la possibilità di richiedere il rimborso anticipato con liquidazione degli interessi maturati mentre l’aliquota sui guadagni è del 12,50%.
Rbs e mercato farmaceutico: lanciato il Global Big Pharma Etn
Royal Bank of Scotland ha deciso di affidarsi alle compagnie farmaceutiche per il lancio del suo nuovo Exchange Traded Note: tale prodotto, il quinto Etn che beneficia del marchio dell’emittente britannica, intende sfruttare un settore piuttosto redditizio e resistente alla crisi. Nel dettaglio, il Global Big Pharma Etn è stato quotato presso il Nyse Arca e avrà come riferimento di base ben sedici tra i maggiori colossi in campo farmaceutico, offrendo agli investitori un profitto potenziale relativo all’aumento dell’uso di medicinali tra la popolazione dei paesi più sviluppati (anche la Cina viene ricompresa in questo novero).
Metalli di base, prosegue il rally al London Metal Exchange
I metalli industriali stanno proseguendo imperterriti il loro incredibile rally: si tratta infatti del secondo giorno consecutivo che il London Metal Exchange fa registrare dei guadagni importanti, configurando uno dei migliori risultati dell’ultimo biennio (era dal 2009 che non si verificava una situazione simile), grazie soprattutto ai buoni dati manifatturieri che sono giunti dalla Cina. Nel dettaglio, l’ex Impero Celeste ha messo in luce una interessante crescita delle proprie produzioni nel corso di questo mese, almeno secondo quanto rilevato dagli indici di Hsbc e Markit Economics. Ma c’è anche da dire che i metalli hanno subito questo fondamentale rialzo a causa delle buone performance delle esportazioni giapponesi, aumentate più di quanto ci si potesse aspettare.
Pennsylvania, bond municipale dopo il crack di Harrisburg
Lo stato federale della Pennsylvania ha venduto 815 milioni di dollari in bond municipali nel corso dell’ultima asta, vale a dire quella di giovedì scorso: si tratta, nello specifico, della prima emissione in tal senso da quando la capitale amministrativa Harrisburg, ha dichiarato bancarotta nel corso dell’ultima settimana. Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che i titoli in questione beneficeranno di scadenze variabili, comprese tra uno e vent’anni, in modo da venire incontro alle esigenze più svariate. Una tranche, in particolare, si riferisce a bond decennali con un rendimento economico pari al 2,63%, mentre altri 49,8 milioni sono collegati a un arco temporale di venti anni e con un ritorno superiore a quello appena menzionato, ovvero quattro punti percentuali.