La Johnson & Johnson propone un dividendo da 57 centesimi

I detentori delle azioni della Johnson & Johnson avranno trovato pane per i loro denti nell’ultimo annuncio del consiglio di amministrazione della compagnia americana: nonostante l’indagine avviata dalla Commissione Europea per possibili ostacoli all’accesso al mercato farmaceutico, il colosso in questione assicurerà un dividendo trimestrale pari a cinquantasette centesimi di dollaro nel corso di quest’ultimo trimestre del 2011, somma che si riferisce ovviamente a ogni singolo titolo azionario. Il pagamento vero e proprio, comunque, si verificherà il prossimo 13 dicembre.

State Street: quotati due Spdr Etf a Francoforte e Londra

State Street Global Advisors, una delle principali società finanziarie degli Stati Uniti, ha avviato la negoziazione di due Spdr Etf: le piazze scelte in questo caso sono la tedesca Deutsche Boerse di Francoforte e il britannico London Stock Exchange, con una focalizzazione piuttosto marcata sulle economie emergenti e sugli Usa. Questi due fondi della compagnia di Boston sono infatti di tipo azionario e puntano soprattutto sui rendimenti dei dividendi. La sigla Spdr, come è noto, sta a indicare gli Standard & Poor’s Depositary Receipts. La denominazione, inoltre, vista la scelta delle piazze in questione, è l’euro.

Société Générale: pioggia di covered warrant per il Sedex

La giornata di ieri è stata caratterizzata dal lancio di un numero davvero impressionante di covered warrant sul nostro mercato: la protagonista di questa maxi-emissione è la banca francese Société Générale, la quale ha quotato per la precisione sessantasette prodotti, un’ampia gamma che consente quindi una scelta molto accurata agli investitori interessati a questa tipologia di strumento. Nel dettaglio, i prezzi strike in questione saranno aggiornati in maniera continua, in modo che i sottoscrittori possano sempre sapere in quale modo focalizzarsi sui titoli azionari, sugli indici e sulle materie prime relative al nostro paese.

Nigeria, decima asta mensile per i bond sovrani

La Nigeria ha deciso di scindere in tre tranche distinte la propria emissione di bond sovrani: i titoli obbligazionari in questione, infatti, prevedono una scadenza a tre, cinque e dieci anni, per un importo complessivo di 55,67 miliardi di naira (al cambio fanno circa 354 miliardi di dollari). In pratica, si tratta della decima asta mensile che il paese africano pone in essere, come annunciato anche dal Debt Management Office locale. I ritorni economici stabiliti in tal caso, poi, sono piuttosto alti e questa consistenza riflette, in particolare, l’incremento del tasso di interesse da parte della banca centrale, un rialzo pari a 275 punti base e che è stato realizzato la scorsa settimana.

Value Investing: le direttive dell’ultimo congresso

Il metodo del Value Investing consiste essenzialmente nella ricerca sul mercato di quei titoli che sono venduti a basso prezzo: questo non vuol dire che tutte le azioni che quotano pochi centesimi (le cosiddette “penny stocks”) vengono acquisite, bensì si sfruttano alcuni parametri per la misurazione e il calcolo del valore aziendale. Inoltre, si vanno a identificare quelle compagnie che hanno un valore inferiore rispetto a quello intrinseco. L’ultimo congresso dedicato a questa metodologia di investimento finanziario ha visto sicuramente come protagonista Leon Cooperman. Quest’ultimo, fondatore dell’hedge fund Omega Advisors, ha cominciato la propria carriera all’interno di Goldman Sachs nel 1967 e ha messo in luce quali sono le strategie più vincenti di questo momento. In particolare, lo stesso Cooperman ha sottolineato come non ci sia bisogno di avere come riferimento un mercato azionario forte e in crescita per riuscire a guadagnare somme importanti di denaro.

Visa, terzo aumento consecutivo di dividendo

L’annuncio risale a ieri e assume una rilevanza fondamentale per gli azionisti: Visa Incorporated, maggior network di pagamento al mondo, ha infatti deciso tramite il suo consiglio di amministrazione di dare il via libera a un incremento del dividendo trimestrale. L’aumento in questione sarà pari a ben quarantasette punti percentuali, tanto che si otterrà una quotazione finale di ventidue centesimi di dollaro per ogni singolo titolo azionario. Non si tratta di una operazione qualsiasi, visto che anche nel 2009 e nel 2010, la compagnia di San Francisco aveva provveduto a un rialzo simile, mettendo quindi ora a segno il terzo aumento consecutivo di dividendo: come ha spiegato l’amministratore delegato del gruppo americano, Joseph Saunders, il nuovo dividendo a cui si sta facendo riferimento mette in luce il grande impegno di Visa nel fornire agli azionisti una remunerazione adeguata e congrua, oltre alla solidità finanziaria di fondo.

Le Filippine emettono bond a dieci e quindici anni

Il Tesoro delle Filippine ha annunciato in pompa magna l’imminente emissione di titoli obbligazionari a dieci e quindici anni: si tratta, nello specifico, di bond retail che dovrebbero essere venduti in grande volume. Il governo di Manila è infatti intenzionato a puntare su un importo piuttosto consistente, circa 110 miliardi di pesos (circa 1,8 miliardi di euro), un gettito importante, ma anche impegnativo, anche perché si tratta della seconda cessione obbligazionaria di questo anno. Il Tesoro ha precisato anche la suddivisione delle tranche: nello specifico, 54,97 miliardi di pesos sono destinati alla scadenza più bassa (quella del 2021), mentre i restanti 55,12 miliardi giungeranno a scadenza nel 2026. Il precedente a cui si faceva riferimento in precedenza risale allo scorso mese di marzo, quando si focalizzò l’attenzione su bond per un totale di altri 104 miliardi.

Conti: dividendo Enel influenzato dalla Robin Tax

Enel è al centro delle principali attenzioni finanziarie di questi giorni: oltre all’emissione obbligazionaria multi-tranche destinata agli investitori istituzionali, si parla dell’ente energetico anche per le dichiarazioni che sono state rilasciate dal suo amministratore delegato, Fulvio Conti. Quest’ultimo, infatti, ha voluto sottolineare quali sono le conseguenze più immediate della cosiddetta Robin Tax, la maggiorazione dell’aliquota Ires che si rivolge direttamente a petrolieri e speculatori per ottenere una tassazione etica dei loro profitti. Uno dei tanti effetti lo subirà anche Enel, con la riduzione inevitabile del dividendo per azione, un taglio che si sta rendendo necessario a causa del minor utile conseguito (400 milioni di euro in meno) e della quota societaria che verrà mantenuta fissa al 60%.

Enel: buon successo per il bond multi-tranche

L’ultimo collocamento obbligazionario di Enel è uno spunto molto interessante per diversi investitori: volendo essere più precisi, c’è da dire che questa specifica emissione è stata curata da una delle principali controllate della società energetica, vale a dire Enel Finance International, la quale ha deciso di focalizzare la propria attenzione sul mercato del vecchio continente e di rivolgersi a una specifica categoria di soggetti, vale a dire gli istituzionali. L’importo complessivo dell’operazione può dare un’idea delle dimensioni del collocamento, visto che sono compresi ben 2.250 milioni di euro; nel dettaglio, questa somma verrà suddivisa in due tranche, la prima (1.250 milioni di euro) beneficerà di un ritorno economico del 4,625% e di una scadenza a quattro anni (l’anno di riferimento è dunque il 2015), mentre la seconda (il restante miliardo di euro) avrà un arco temporale maggiore (sette anni e quindi una scadenza nel 2018) e un rendimento che è stato fissato al 5,75%.

Slovacchia, un bond triennale dopo la sfiducia al governo

Un governo nazionale dimissionario, privatizzazioni sospese a tempo indeterminato e una maggioranza in Parlamento alquanto risicata e traballate: è questo il ritratto più fedele di queste ultime ore che sta vivendo la Slovacchia, paese che già era salito agli onori della ribalta pochi giorni fa per il voto contrario al cosiddetto “fondo salva-stati”. Un’altra conseguenza di questa incertezza riguarda gli investimenti finanziari. In effetti, la nazione dell’Europa orientale ha deciso di concludere il proprio mandato con una vendita di ben 211,5 milioni di euro in titoli obbligazionari zero-coupon a tre anni. L’asta in questione, tra l’altro, rappresenta la prima occasione di questo tipo dopo il collasso dell’esecutivo di Bratislava.

Posco si affida ai Samurai Bond dopo ben cinque anni

Posco, compagnia coreana che vanta il terzo posto mondiale per quel che concerne la produzione di acciaio, ha provveduto a vendere 41,4 miliardi di yen (circa 560 milioni di euro) di Samurai Bond: si tratta, come è noto, di quei titoli obbligazionari giapponesi che vengono emessi da società estere, in questo caso una pianificazione davvero imponente e dalle caratteristiche piuttosto interessanti. Volendo essere ancora più precisi, il colosso di Pohang ha offerto trenta miliardi di yen di obbligazioni a tre anni, i quali vantano un rendimento pari a 1,67 punti percentuali (125 punti base oltre il tasso swap denominato in valuta nipponica); per il resto, bisogna sottolineare che i restanti 11,4 miliardi beneficeranno di un arco temporale maggiore, pari a cinque anni (ritorno economico pari al 2,03%).

Atlantia propone un dividendo invariato rispetto al 2010

Ci sono delle novità importanti in vista per tutti quegli investitori che detengono titoli azionari di Atlantia: la società per azioni attiva nella gestione autostradale ha infatti deciso, tramite una apposita deliberazione del proprio cda, di attribuire agli azionisti un dividendo di 0,355 euro per ogni singolo titolo. L’acconto in questione si riferisce ovviamente all’esercizio di questo anno e riflette un andamento finanziario ben preciso per quel che riguarda la compagnia. In effetti, non vi sono state delle grandi modifiche rispetto a quanto stabilito lo scorso anno, visto che il dividendo era praticamente lo stesso; comunque, c’è da precisare che appena quattro mesi fa si è assistito all’aumento gratuito di capitale, operazione che ha provocato la leggera crescita della cedola (cinque punti percentuali in più).

Carrefour, prima emissione di bond del 2011

Carrefour Sa, uno dei principali rivenditori al dettaglio a livello internazionale, sta per vendere il suo primo titolo obbligazionario di quest’anno: un’attesa molto lunga da questo punto di vista, ma giustificata dal fatto che bisognava attendere un maggiore ottimismo da parte dei policy makers. Il bond in questione prevede un arco temporale di sette anni (la scadenza è stata fissata nel 2018), con una quotazione che sarà 250 punti base al di sopra del tasso swap, almeno secondo quanto rivelato da uno dei soggetti incaricati della emissione. L’ultima cessione di obbligazioni simili risaliva addirittura al mese di luglio del 2010, quando si puntò su un orizzonte più lungo, vale a dire dieci anni, e su un importo complessivo di un milione di euro.

Telecom Italia, a ruba il bond quinquennale per istituzionali

È tempo di crisi un po’ per tutti nel nostro paese e anche Telecom Italia si deve adeguare a questa situazione difficile: non deve stupire più di tanto, quindi, se una delle principali compagnie telefoniche del nostro paese ha provveduto a emettere un nuovo titolo obbligazionario, operazione che ha beneficiato di un importo pari a 750 milioni di euro e di un rendimento complessivo fissato al 7,15%. Le altre caratteristiche da tenere bene a mente in questo caso sono l’arco temporale, con la scadenza a sei anni e il termine ultimo che si avrà il 20 gennaio del 2017, oltre al pricing finale, vale a dire 99,4 euro. L’intera quotazione è stata curata nel dettaglio da diversi istituti di credito, tra cui si possono ricordare Bnp Paribas, Deutsche Bank, Citigroup e Mediobanca, un pool bancario di sicuro rilievo.