La Spagna è stata letteralmente costretta a pagare dei costi di indebitamento che sono poi risultati punitivi in relazione all’asta per il proprio debito di breve termine: l’importo in questione ammonta a 2,6 miliardi di euro e il fatto che coinvolga la quarta economica dell’area dell’euro non è certo incoraggiante. In pratica, il debito è stato venduto a un tasso di interesse che non veniva registrato addirittura dal 1997. L’asta dei titoli obbligazionari a dieci e quindici anni viene vista come un delicato test per verificare il sentimento reale degli investitori nei confronti della nazione iberica, soprattutto alla luce degli ultimi destini che stanno riguardando la Grecia. La cessione a cui ci stiamo riferendo è stata pari a 1,8 miliardi di euro per quel che concerne la scadenza del 2021 e un rendimento medio del 5,9%. La maturazione del 2026, invece, prevede 814 milioni di euro di importo totale e un ritorno economico superiore ai sei punti percentuali (più precisamente il 6,19%).
Investimenti News
Bahrain: la banca centrale comunica i dati sui sukuk
I sukuk stanno letteralmente conquistando il mondo finanziario arabo. Come più volte ribadito, si tratta dei titoli obbligazionari della finanza islamica, strumenti finanziari che si caratterizzano in particolare per il rigoroso rispetto dei principi della religione musulmana: quindi, molte delle tipiche pratiche dei classici bond internazionali non sono valide in questo caso, in primis la presenza di un tasso di interesse e la valutazione da parte delle agenzie di rating. Questo potrebbe far pensare a una minore appetibilità nei confronti degli investitori, ma in realtà questi ultimi si stanno dimostrando molto interessati. Ne sono un chiaro esempio la Malesia, vera e propria leader in tale segmento finanziario, e il Bahrain. Il regno asiatico ha vissuto e non ancora risolto del tutto dei problemi politici analoghi a quelli della Libia, dell’Egitto e della Siria, ma le emissioni sono ancora a ottimi livelli.
Unicredit MoneyBox Self Service balza al 3% netto
Fino a pochi giorni fa rendeva il 2% netto a dodici mesi. Adesso invece il rendimento netto ad un anno sale a ben il 3%, che non è male per un prodotto di investimento in Pronti Contro Termine, quindi a basso rischio, e “self service”, ovverosia con sottoscrizione online senza doversi recare ogni volta in filiale. Stiamo parlando di MoneyBox Self Service, il noto prodotto per la remunerazione della liquidità di Unicredit che è accessibile per tutti quei correntisti che hanno attiva la Banca Multicanale. E allora, come sopra detto, e per qualsiasi importo a partite da 5 mila euro, si può investire in MoneyBox Self Service potendo ottenere attualmente il 3% netto a dodici mesi; ma anche il 2,50% netto a 9 mesi, il 2% netto a sei mesi, e l’1,25% netto a tre mesi. L’investimento massimo in MoneyBox Self Service è pari a 250 mila euro a fronte dell’abilitazione del deposito titoli da collegare al conto corrente di Unicredit.
Bond Argentina: il caso non è chiuso
A quasi dieci anni di distanza dal crac finanziario dell’Argentina che portò alla ristrutturazione del debito, il Paese estero ha archiviato il contenzioso con i propri creditori. Pur tuttavia, rimane ancora aperto quello con gli istituti di credito relativamente a quelle cause intentate a seguito di proposte di investimento non idonee con il profilo di rischio dei risparmiatori, spesso pensionati che in certi casi hanno perso tutti o quasi i risparmi sudati di una vita. Ma a che punto siamo in merito? Ebbene, al riguardo l’Associazione Altroconsumo ha messo a disposizione online un questionario per capire chi ha ancora questi Tango Bond in portafoglio ed acquisire di conseguenza informazioni anche col fine di assistere queste persone.
Il rand fa crescere il rendimento dei bond sudafricani
Il rand, moneta ufficiale del Sudafrica, ha riportato il maggior guadagno settimanale nei confronti del dollaro: tale performance è stata sicuramente agevolata dal fatto che la Grecia beneficia di un nuovo, ingente piano di salvataggio. Di conseguenza, i titoli obbligazionari sono riusciti a crescere grazie agli investitori che hanno scommesso su un incremento dei tassi di interesse nel corso di quest’anno. Nel dettaglio, la valuta africana si è rafforzata di 0,7 punti percentuali, attestandosi a quota 6,733 dollari, con uno scambio pari a 6,777 dollari nel pomeriggio inoltrato. Ovviamente questi dati si riferiscono alla Borsa di Johannesburg. I titoli dei mercati emergenti, di cui il Sudafrica fa parte integrante, sono aumentati per il quarto giorno consecutivo: secondo molti analisti, tra cui anche Quinten Bertenshaw, gli investitori possono nuovamente focalizzarsi sui rendimenti che vengono assicurati dagli assets più rischiosi.
Da iShares giunge una nuova proposta di Etf settoriali
Il nome di iShares si riferisce a una società di investimento di diritto tedesco costituita ai sensi della Direttiva comunitaria 611 del 1985: i suoi riferimenti vanno a diversi comparti, come ad esempio le telecomunicazioni, le bevande, il petrolio, i prodotti chimici, la ricerca di base, i media e la cura sanitaria. Non è quindi un caso se questa stessa società ha deciso di “inondare” letteralmente Borsa Italiana di Exchange Traded Fund di tipo settoriale. La giornata iniziale di negoziazioni sarà quella di domani, quindi gli investitori interessati dovranno osservare con la massima attenzione il segmento Etf Plus, più precisamente l’ambito relativo agli Oicr indicizzati. I settori coinvolti sono ben diciannove, molti dei quali sono già stati citati in precedenza.
Goldman Sachs: titoli obbligazionari per gestire il debito
Goldman Sachs si affida con molta convinzione e altrettanta speranza ai titoli obbligazionari: ne è una chiara testimonianza la vendita di ben 2,75 miliardi di dollari relativi a tali strumenti finanziari, i quali seguono immediatamente la pubblicazione dei guadagni conseguiti dalla banca americana nel corso del secondo trimestre del 2011. Il gruppo statunitense ha quotato per la precisione bond con una scadenza fissata tra dieci anni e un rendimento economico complessivo pari al 5,25%, vale a dire 230 punti base al di sopra degli stessi prodotti messi a disposizione dal Tesoro. L’offerta in questione, la quale sembra voler fare concorrenza alla storica rivale, Morgan Stanley, è di gran lunga superiore al programma di quest’ultima, dato che l’ammontare totale era pari a due miliardi e il ritorno era stato fissato al 5,5%.
Investimenti energia: nucleare, l’Italia ha risparmiato 24 miliardi
Grazie ad uno dei quesiti del referendum dello scorso giugno, riguardante il nucleare, e grazie al “No” della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, il nostro Paese ha evitato investimenti sbagliati nell’atomo per ben 24 miliardi di euro. A fornire questa stima è la Federconsumatori prendendo in particolare a riferimento le nuove stime formulate da Edf per la Francia riguardo ai costi di costruzione di una singola centrale nucleare. D’altronde costruire una centrale nucleare non equivale alla costruzione di un impianto alimentato a fonti rinnovabili. Ad esempio, per i grandi parchi fotovoltaici spesso bastano sei mesi dall’autorizzazione alla progettazione e fino alla connessione in rete dell’impianto.
Borsa di Milano: allevatori contro l’economia di carta
Da quando quattro anni fa è scoppiata in America la bolla dei mutui subprime, i Paesi più industrializzati hanno dovuto affrontare sfide difficili. La crisi finanziaria prima, poi quella economica con la recessione, poi quella occupazionale; in ultimo da circa un anno, a più riprese, abbiamo assistito alla crisi dei debiti sovrani con la Grecia a fare sia da apripista, sia da capofila in tale ambito. Con il piano da 160 miliardi di euro per la Grecia, varato nei giorni scorsi dall’Ue e dall’FMI, il Fondo Monetario Internazionale, sembra si sia finalmente arrestata la speculazione; ma quanto durerà? La domanda è d’obbligo visto che l’economia di carta sta nella sostanza uccidendo l’economia reale.
Sogefi: ricavi H1 sopra i 500 milioni
Si è chiuso tutto in accelerazione il primo semestre 2011 di Sogefi, società quotata in Borsa a Piazza Affari, controllata dal Gruppo CIR, ed attiva nella produzione di componenti elastici per sospensioni e nei settori della filtrazione e, in generale, nella componentistica per autoveicoli. Giovedì scorso, 21 luglio del 2011, sotto la presidenza di Rodolfo De Benedetti, si è infatti riunito il Consiglio di Amministrazione della società che ha esaminato ed approvato i conti dei primi sei mesi del 2011, caratterizzati da un balzo dei ricavi del 15,1% a 526,6 milioni di euro, e da un utile netto che, a 15,3 milioni di euro, è cresciuto del 54,6% rispetto ai 9,9 milioni di euro di utile netto conseguito nel periodo gennaio-giugno del 2010.
Rendimax Vincolato 24 mesi al 4,30%
Continuano a crescere i rendimenti attivi offerti da Banca Ifis su Rendimax, il conto di deposito remunerato che, al netto delle promozioni, paga ai sottoscrittori interessi tra i più alti attualmente presenti nel panorama bancario italiano. Nei giorni scorsi, infatti, Banca Ifis ha annunciato che sia per i vecchi, sia per i nuovi clienti, innanzitutto, la remunerazione sulle giacenze libere, ovverosia con Rendimax Base, aumenta al 2,50% annuo lordo, ovverosia, tolte le tasse al 27%, all’1,82% netto. Il tasso più elevato attualmente offerto è su Rendimax Vincolato con scadenza a 24 mesi, che rende il 4,30% annuo lordo, ovverosia il 3,14% annuo netto con gli interessi liquidati al cliente in anticipo. Questo significa, ad esempio, che con 10.000 euro investiti in Rendimax Vincolato a 24 mesi si ottiene il rimborso del capitale investito a scadenza, ed il pagamento in anticipo di 627,80 euro di interessi netti.
Petronas: 1,2 miliardi di ringgit da prestiti o sukuk
Petronas Gas Bhd, una delle principali compagnie di tutta la Malesia, è fortemente intenzionata a raccogliere ben 1,2 miliardi di ringgit: la somma in questione servirà per finanziare un nuovo stabilimento da trecento megawatt nella provincia di Sabah, una operazione che potrebbe essere realizzata in maniera compiuta grazie a un prestito obbligazionario o a un’emissione di sukuk. Il costo totale dell’impianto, infatti, ammonta a circa 1,5 miliardi, quindi si tenta di coprire almeno l’80% dell’intero progetto, così come ha anche specificato Datuk Anuar, portavoce della compagnia petrolifera di Kuala Lumpur. I dettagli finanziari e i contatti con le banche straniere e locali devono comunque essere ancora affinati. In particolare, si parla con maggiore insistenza di sukuk e dei prestiti, visto che si tratta delle due opzioni maggiormente percorribili con le risorse attualmente a disposizione: il restante 20% della somma menzionata in precedenza, poi, verrà coperto con titoli azionari.
Calcio e Borsa: Roma e Juventus, nuovi colpi di mercato
Arturo Vidal alla Juventus, e Ivan Heinze alla A.S. Roma. Sono questi gli ultimissimi colpi di mercato annunciati ufficialmente in queste ultime ore dalle due società quotate in Borsa a Piazza Affari. Nel dettaglio, la società Juventus Football Club S.p.A. ha reso noto d’aver chiuso la trattativa con il club tedesco Bayer 04 Leverkusen per Arturo Vidal. I bianconeri hanno acquisito il giocatore a titolo definitivo a fronte di un corrispettivo che, pari a complessivi 10,5 milioni di euro, sarà pagato in tre rate come segue: a seguito del rilascio del transfer internazionale, Juventus Football Club S.p.A. pagherà al Bayer 04 Leverkusen 5 milioni di euro; altri 3 milioni di euro saranno versati al 30 giugno dell’anno 2012, mentre i restanti 2,5 milioni di euro saranno saldati al 31 dicembre del 2012.
Commerzbank: quotato un nuovo certificato sull’Eurostoxx 50
Commerzbank, uno dei più celebri istituti di credito tedeschi, ha deciso di affidarsi ai certificati di investimento per la sua nuova emissione finanziaria: il prodotto in questione ha cominciato le proprie negoziazioni nella giornata odierna e ha trovato una giusta collocazione all’interno del segmento Sedex di Borsa Italiana. La struttura è quella tipica di questi strumenti, con la liquidazione monetaria e la modalità europea di esercizio. Inoltre, bisogna dimenticare che la data di negoziazione ex diritto al versamento dell’importo periodico (quello che viene definito con gergo anglosassone “bonus amount”) viene a decorrere dal secondo giorno di mercato aperto che precede i giorni di registrazone.