Banco Popolare vara il nuovo modello

Via libera al nuovo modello di grande banca popolare al servizio del territorio. Ad approvarlo sono stati congiuntamente il Consiglio di Gestione ed il Consiglio di Sorveglianza del Banco Popolare per un’operazione che, tra l’altro, prevede l’incorporazione delle Popolari di Verona, Novara, Lodi e della Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno, ed il passaggio dalla governance “duale” al Consiglio di Amministrazione tradizionale. In accordo con un comunicato ufficiale emesso dal Banco Popolare, l’operazione, a regime, sarà in grado di generale un impatto positivo sull’utile netto pari ad oltre 90 milioni di euro. Per quanto riguarda invece il Credito Bergamasco, la Banca manterrà il suo stato di società quotata nonché il controllo, il coordinamento e la direzione da parte del Banco Popolare.

Deposito Sicuro Banca Marche al 3,25%

E’ per i nuovi clienti, ed offre a fronte di un basso rischio un tasso di interesse competitivo. Stiamo parlando di “Deposito Sicuro“, il prodotto per la remunerazione della liquidità ideato da Banca del Marche che offre attualmente, per le adesioni entro e non oltre il 30 luglio del 2011, un tasso di interesse promozionale al 3,25% annuo lordo applicato fino ad un massimo di 1 milione di euro, e per un periodo di otto mesi a partire dalla data valuta del primo bonifico che arriva sul Deposito stesso. A fronte di una giacenza minima pari a 5.000 mila euro, il tasso base associato al prodotto Deposito Sicuro è attualmente pari all’1%. Deposito Sicuro di Banca Marche al tasso del 3,25% è sottoscrivibile da parte dei nuovi clienti che compilano il form di richiesta dal sito Internet omonimo, Depositosicuro.it.

Westpac lancia un bond in favore dei terremotati di Christchurch

Westpac rappresenta una delle principali banche di tutta l’Australia, oltre che il secondo gruppo creditizio della Nuova Zelanda: l’istituto si sta segnalando in questi giorni per una operazione molto nobile, vale a dire il lancio del bond “Red & Black, il quale si pone l’obiettivo di raggranellare il maggior quantitativo possibile di denaro da destinare poi ai terremotati di Christchurch. Come è noto, la città neozelandese è stata colpita da un terribile sisma nel 2010 e i danni materiali sono stati ingenti. Questo titolo obbligazionario beneficerà di una scadenza a cinque anni e un rendimento iniziale del 5,8%; mezzo punto percentuale di questo interesse, poi, verrà donato al Christchurch Eartquake Appeal Trust, in modo da rendere più rapida la ricostruzione. L’offerta potrà essere sottoscritta per altre tre settimane e a partire da martedì prossimo.

Stock option e bonus: più tasse per i manager

Tra le tante misure contenute nella manovra finanziaria, qualcuna va a colpire anche chi non è un operaio che guadagna 1.000 euro o poco più al mese. Scatta infatti un inasprimento della tassazione a carico dei manager che intascano bonus e stock option in linea tra l’altro con un orientamento già confermato nel corso dell’attuale Governo di centrodestra; ma poi per una ragione o l’altra non s’era mai fatto nulla. Le nuove regole sulla tassazione di bonus e stock option, in particolare, prevedono un innalzamento dell’asticella per quel che riguarda la base imponibile, sulla quale si va ad applicare una tassazione addizionale pari al 10%. Con la manovra finanziaria triennale di correzione dei conti pubblici la tassazione scatta su tutto quell’importo che va ad eccedere la parte fissa della retribuzione, mentre in passato si applicava solo per quelle somme che superavano il triplo della parte fissa della retribuzione intascata dal manager.

JPMorgan: primo bond trentennale dopo otto mesi

JPMorgan può trarre il massimo vantaggio dalla sua posizione di banca col maggiore credito in assoluto all’interno degli Stati Uniti: in effetti, questa sorta di leadership ha permesso al gruppo di vendere ben 1,75 miliardi di dollari in relazione a titoli obbligazionari in scadenza tra trenta anni. Si tratta di una operazione importante, anche perché questo lancio è il primo negli ultimi sei mesi da parte di una compagnia finanziaria americana. I titoli in questione beneficiano di un rendimento pari al 5,6%, 140 punti base al di sopra del ritorno economico che viene invece garantito dal Tesoro. L’ultimo istituto che si è avventurato in una cessione simile era stata Goldman Sachs, più precisamente il 21 gennaio scorso. I rischi che corre JPMorgan non sono poi così alti rispetto al contesto economico in cui ci troviamo: il fatto che si punti su una scadenza così lunga è un chiaro segno di forza secondo gli analisti e anche la scelta del periodo di sottoscrizione viene considerata come la più idonea.

Antichi Pellettieri: nuovo Consiglio di Amministrazione

Antichi Pellettieri S.p.A., società per azioni quotata in Borsa a Piazza Affari, ha un nuovo consiglio di amministrazione. L’Assemblea degli Azionisti, in accordo con un comunicato emesso in data odierna dalla società, ha infatti nominato i componenti del nuovo CdA ed ha altresì provveduto ad integrare il Collegio Sindacale. Nel dettaglio, il nuovo Consiglio di Amministrazione di Antichi Pellettieri S.p.A. risulta essere composto da sette consiglieri che rimarranno in carica fino all’approvazione del Bilancio societario relativo all’anno fiscale 2013. Trattasi di Francesco Ruscigno, Giampiero Martini, Rossella Strippoli, Giovanni Stella, Oscar Ronzoni, Alberto Dello Strologo e Massimo Innocenti. I componenti del nuovo Consiglio di Amministrazione sono stati tratti dall’unica lista presentata dal socio Mariella Burani Fashion Group SpA che risulta essere attualmente in Amministrazione Straordinaria. Tre dei componenti del CdA, Massimo Innocenti, Oscar Ronzoni e Alberto Dello Strologo, risultano essere in possesso dei requisiti di indipendenza.

Ansaldo STS: Australia, nuove commesse

Nuovi contratti in casa Ansaldo STS, la società quotata in Borsa a Piazza Affari e controllata dal colosso aerospaziale italiano Finmeccanica S.p.A.. La nuova commessa, per un controvalore pari a 33 milioni di euro, corrispondenti a 45 milioni di dollari australiani, è stata acquisita da Ansaldo STS nell’ambito di un accordo quadro stipulato tra la società italiana e la Rio Tinto Iron Ore. I nuovi contratti, in particolare, sono stati stipulati attraverso la controllata Ansaldo STS Australia, e prevedono, in accordo con un comunicato ufficiale di Ansaldo STS, la fornitura di sistemi ferroviari di comunicazione e di segnalamento. Si tratta, nello specifico, della seconda fornitura di rilievo che rientra nell’accordo tra Ansaldo STS e Rio Tinto Iron Ore, siglato il 25 novembre dello scorso anno, e che è finalizzata a supportare, nell’Australia occidentale, il progetto minerario Hope Downs 4 nell’area della regione sud-orientale di Pilbara.

First Gulf Bank lancia un sukuk da 3,5 miliardi di dollari

First Gulf Bank, uno dei principali istituti di credito degli Emirati Arabi Uniti, sta approntando un programma obbligazionario molto interessante che prevede il lancio di 3,5 miliardi di dollari in sukuk: la banca di Abu Dhabi si avvarrà della gestione di altre importanti banche straniere per completare la vendita in questione, vale a dire Citigroup, Standard Chartered e Hsbc. Si realizza così l’annuncio di marzo, quando era stata preannunciata una operazione simile di finanza islamica. Tra l’altro, i rendimenti delle obbligazioni sono diminuiti sensibilmente negli ultimi mesi, segno che sta crescendo la fiducia e la domanda degli investitori nei confronti di tali prodotti. Gli ultimi precedenti di sukuk di successo riguardano la sottoscrizione da parte della Malesia (due miliardi di dollari) e quella della Sharjah Islamic Bank (altri quattrocento milioni).

Risparmio e scelte finanziarie ai tempi della crisi

La crisi c’è ancora, solo che muta. Prima, in America, era la crisi dei mutui subprime; poi da crisi economica è diventata una crisi finanziaria. Successivamente si è trasformata in una crisi occupazionale, e si pensava, a torto, che da lì poi ci sarebbe stata una lenta ripresa. Ma la crisi muta, e si è trasformata da oltre un anno a questa parte nella crisi dei debiti sovrani. Ed allora, in questo scenario alquanto difficile, come se la passano le famiglie italiane in materia di risparmio e di scelte finanziarie? Ebbene, la risposta al riguardo ce la può fornire il Gruppo bancario Intesa Sanpaolo che, in accordo con un progetto in collaborazione con il Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi, ha pubblicato “Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani – 2011“, un interessante Rapporto che tasta il polso alle famiglie in uno scenario che, come sopra descritto, è ancora nonostante tutto di crisi.

Bollo titoli: Altroconsumo, aumento è confisca di Stato

Continua a suscitare aspre critiche la decisione del Governo, con la manovra finanziaria triennale di correzione dei conti pubblici, di aumentare a dismisura l’imposta di bollo sul deposito titoli bancario. Ad esempio, secondo Altroconsumo più che di aumento del bollo si può tranquillamente parlare di una sorta di confisca di Stato. Nel migliore dei casi per il solo bollo titoli in banca si pagheranno ben 120 euro all’anno che incideranno e non poco sui piccoli patrimoni, quelli che per intenderci hanno in banca, ad esempio, 10 mila euro o poco più, magari proprio investiti in Buoni Ordinari del Tesoro (Bot). A regime, inoltre, per i patrimoni sopra i 50 mila euro, il bollo sul deposito titoli balzerà a ben 380 euro. Adesso, probabilmente nei prossimi giorni, vedremo se questo inasprimento della tassazione indiretta sul risparmio sarà alleggerito oppure sarà mantenuto.

Cariparma: il conto di deposito cresce nel tempo

Un iniziale rendimento semestrale dell’1,75% che poi cresce fino al 4% alla scadenza: descritto in questo modo, il conto di deposito di Cariparma Crédit Agricole si presenta come uno strumento innovativo e appetibile, sicuramente alla portata di molti soggetti. Cerchiamo allora di conoscerlo meglio, così da comprendere i lati positivi e gli eventuali svantaggi. La denominazione ufficiale è quella di Crescideposito Più. Il ritorno economico, come già descritto, tende a crescere nel corso della durata del prodotto, ma lo stesso gruppo emiliano ha voluto porre dei paletti in tal senso: in effetti, il deposito in questione è adatto a quei clienti che sono in grado di garantire una disponibilità liquida di almeno 25mila euro. Solo a quel punto scattano tutti i benefici collegati, come ad esempio gli interessi che sono messi a disposizione ogni tre mesi e il premio della fedeltà. Le innovazioni dunque non mancano e, come precisato dagli stessi vertici dell’istituto di credito, la gamma dei prodotti di risparmio può finalmente considerarsi completa e più esauriente; in pratica, le tre parole d’ordine sono liquidità, rendimento e gratuità.

Thailandia: nuovi vantaggi dalle regole sui sukuk

La Thailandia potrebbe diventare una delle maggiori nazioni della finanza islamica grazie al crescente interesse delle proprie compagnie, le quali stanno appunto optando per i sukuk, i bond conformi alla legge della Shariah: si tratta di una interessante opportunità di investimento, ma prima di ritenerla tale sarà necessario adeguare regole e regolamenti relativi ai finanziamenti di base. La commissione che si occupa di borsa e finanza è dunque pronta a emendare una legge che consentirà allo stato asiatico di vendere e scambiare tali titoli obbligazionari: la bozza sta per essere approntata dal Consiglio di Stato e dovrà poi essere sottoposta al Gabinetto per l’approvazione ufficiale. Sono soprattutto gli investitori mediorientali a interessarsi del continente asiatico, un modo di collegare business e operazioni tra il mondo in questione e quello arabo.

Titoli di Stato Italia: attacco al debito pubblico

E’ in atto, a carico del nostro Paese, purtroppo, un attacco speculativo su scala internazionale sia sul debito pubblico, sia sull’azionario. Dopo il tonfo di venerdì scorso, anche oggi, lunedì 11 luglio del 2011, Piazza Affari cede sotto i colpi delle vendite sui titoli ad elevata capitalizzazione, così come i titoli di Stato sul MOT, a partire da quelli a lunga scadenza, sono in affanno. E allora, cosa sta succedendo? Dopo Grecia, Irlanda e Portogallo, adesso Spagna e Italia sembrano essere entrate ufficialmente nell’occhio del ciclone a causa sia di criticità strutturali di cui soffrono sia l’economia nazionale, sia quella iberica, sia dell’instabilità a livello politico. Proprio l’Italia in questo momento si trova in una fase di stallo a livello politico che i cittadini rischiano di pagar caro. Non a caso neanche le opposizioni in questi ultimi giorni parlano di dimissioni del Premier e di elezioni anticipate, in quanto sono consce del fatto che si lascerebbe in mano il nostro Paese alla speculazione degli hedge funds.

Telecom Italia: Matrix S.p.A., via libera a scissione parziale

Giovedì scorso, 7 luglio del 2011, a Milano si è riunito il Consiglio di Amministrazione del colosso italiano delle telecomunicazioni Telecom Italia; nel corso della riunione, tra l’altro, sotto la presidenza di Franco Bernabè, il Consiglio di Amministrazione della società ha dato il via libera all’operazione di scissione parziale di una società controllata al 100%, la Matrix S.p.A.. Nel dettaglio, l’operazione prevede, a favore della società beneficiaria, Telecom Italia S.p.A. appunto, il trasferimento del ramo d’azienda “Market & Technology Captive“. In questo modo, in accordo con quanto spiega la società quotata in Borsa a Piazza Affari con un comunicato, viene completato quell’iter approvativo che è stato approvato il 5 maggio del 2011, e reso noto alla comunità finanziaria il giorno successivo; Telecom Italia stima che il processo di scissione possa concludersi entro il terzo trimestre del corrente anno.