Dopo una lunga fase di trattative, la società AS Roma ha ufficialmente cambiato padrone. In accordo con una nota congiunta emessa nella giornata di ieri dalla Di Benedetto AS Roma LLC, dalla Compagnia Italpetroli S.p.A., e da Unicredit S.p.A., è stato infatti concluso il contratto con il quale è stato perfezionato l’acquisto della partecipazione di controllo in AS Roma S.p.A.. Nel dettaglio, è stato sottoscritto, da parte della Di Benedetto AS Roma LLC, un contratto finalizzato all’acquisto del 67% del capitale sociale della AS Roma S.p.A. dalla società Roma 2000 S.r.l., e all’acquisizione dell’intero capitale sociale di Brand Management S.r.l. e di ASR Real Estate S.r.l., le due società che, rispettivamente, si occupano della gestione delle attività di marketing e del centro sportivo di Trigoria.
Investimenti News
Turchia: le banche islamiche sono pronte a quotare i loro sukuk
È la finanza islamica a dominare le ultime vendite obbligazionarie della Turchia: le banche che sono conformi alla legge della Sharia e che sono presenti nella nazione anatolica sono infatti pronte a emettere una buona quantità di sukuk, in modo da trarre il massimo vantaggio dai bassi costi relativi all’indebitamento, soprattutto per quel che riguarda le scadenze superiori ai cinque anni. I nomi degli istituti coinvolti sono quelli di Albaraka Türk, Türkiye Finans e Kuveyt Türk, tutte partecipate da prestatori del Golfo Persico e che provvederanno a completare l’operazione entro la fine di quest’anno. Nell’esaminare tale offerta, comunque, bisogna anche tenere conto che gli investimenti esteri nei titoli del governo di Ankara sono saliti fino a quota 39,7 miliardi di dollari lo scorso 1° aprile, il livello più alto degli ultimi sei anni.
Pemex, record di emissioni per i bond a tasso variabile
Le principali compagnie del Messico si stanno rendendo protagoniste di vendite da record per quel che concerne i titoli obbligazionari a tasso variabile: l’atteggiamento in questione può essere motivato con la crescente speculazione che circonda la nazione centroamericana, visto che la banca centrale ha intenzione di aumentare i costi relativi all’indebitamento nel corso di quest’anno, una scelta che rischia di erodere letteralmente la domanda degli investitori per questa tipologia di prodotti finanziari. Le cessioni più consistenti sono state quelli di Petroleos Mexicanos, azienda petrolifera meglio conosciuta con la sigla Pemex e che viene di fatto controllata dagli spagnoli di Santander: l’ammontare complessivo è pari a 54,3 miliardi di pesos (4,6 miliardi di dollari), tanto che questi bond hanno rappresentato ben l’83% dell’intero debito emesso nel mercato locale, la percentuale più alta da almeno sei anni a questa parte.
Goldman Sachs: i Cds salgono ai massimi dell’ultimo mese
Il costo per proteggere il debito emesso da Goldman Sachs è salito ai massimi livelli dell’ultimo mese: il rialzo è stato favorito, in particolare, dall’annuncio di una indagine in merito alla crisi finanziaria, la quale avrebbe appurato truffe e raggiri nei confronti della clientela. I Credit Default Swap dell’istituto statunitense sono pertanto cresciuti di 4,2 punti base, attestandosi a quota 115,5. A conti fatti, si tratta del record verso l’alto dallo scorso 17 marzo. La stessa banca d’affari newyorkese ha comunque smentito in maniera categoria di aver attuato azioni di questo tipo nei confronti dei propri risparmiatori, rivendicando la propria trasparenza e buona fede. Tra l’altro, anche i Cds degli altri principali istituti a stelle e strisce sono incrementati, come ad esempio quelli relativi a Morgan Stanley (3,6 punti base di aumento) e JPMorgan Chase (2,8 punti).
Mubadala Development prepara la cessione di nuovi bond
Il nome di Mubadala Development Company non dirà forse molto ai non addetti ai lavori, ma in realtà si riferisce a una delle più importanti compagnie degli Emirati Arabi: l’emittente in questione è di proprietà del governo di Abu Dhabi e può vantare partecipazioni importanti, come quella in Carlyle Group e in General Electric. Ebbene, proprio questa società ha deciso di vendere 1,5 miliardi di dollari in titoli obbligazionari, in modo da aumentare in maniera adeguata le proprie spese fino a oltre sedici miliardi nel corso di quest’anno. Nel dettaglio, la quotazione andrà a riguarda 750 milioni di dollari di bond a cinque anni, i quali beneficeranno di un rendimento che è 180 punti base al di sopra dei medesimi titoli lanciati dal Tesoro americano; i restanti 750 milioni andranno invece a riguardare la scadenza decennale e uno spread di 210 punti base.
Duemme Sgr punta con decisione sui CoCo Bond
Il 2009, l’anno in cui hanno cominciato a farsi sentire i primi devastanti effetti della crisi economica internazionale, è stato caratterizzato anche dalle prime discussioni in merito ai cosiddetti CoCo Bond: queste obbligazioni (la sigla identifica i Contingent Convertible Bond) rappresentano uno strumento finanziario piuttosto innovativo, ideato appositamente per gli istituti di credito che intendono potenziare il loro capitale, risparmiando gli investitori dai rischi di default. Anche Duemme Sgr, la società di gestione del risparmio che fa parte del gruppo Banca Esperia, ha deciso di focalizzare la propria attenzione su tale prodotto, lanciando un nuovo fondo, Duemme CoCo Credit Fund. Si tratta in pratica di un fondo di tipo speculativo che consentirà di puntare su titoli obbligazionari subordinati e altri titoli ibridi. Tutta la consulenza del caso, invece, verrà messa a disposizione da Algebris Investments.
Il Sudafrica pensa a dei covered bond per ridurre i costi bancari
La South Africa Reserve Bank, istituto di credito centrale della nazione africana, sta considerando con una certa attenzione la vendita di covered bond: lo strumento in questione, obbligazioni molto sicure e garantite ma non ancora accessibili alla clientela retail, verrà sfruttato soprattutto per ridurre in maniera consistente i costi di indebitamento nei confronti dei prestatori. Dovranno comunque essere approntate delle opportune regole in tal senso e solo in quel caso si potrà assistere alla cessione dei titoli. Tra l’altro, questi bond, i quali vantano un utilizzo pioneristico nella Prussia del diciottesimo secolo, sono in grado di ottenere i più alti rating creditizi, visto che sono garantiti da prestiti del settore pubblico.
Gran Bretagna: bond ai massimi da oltre due mesi
I titoli obbligazionari relativi al governo britannico e in scadenza tra dieci anni esatti sono stati protagonisti di una performance piuttosto interessante: questi strumenti, infatti, hanno raggiunto i rendimenti più alti delle ultime otto settimane, la conseguenza più evidente dell’atteggiamento dei policy maker di Bank of England, i quali sono in parte intenzionati ad accrescere di mezzo punto percentuale i tassi di interesse nel corso di questo mese. I ritorni economici relativi ai bond a due anni, invece, hanno subito delle lievi modifiche, dunque è stata ipotizzata la cessione di circa 11,5 miliardi di sterline del debito di Sua Maestà proprio questa settimana. Nel 2012, inoltre, gli stessi tassi di interesse potrebbero crescere fino al 2% complessivo, ma intanto la stessa sterlina si sta indebolendo nei confronti del dollaro, allontanandosi in maniera progressiva dal livello più alto conseguito all’inizio del 2010.
Contratti futures: il funzionamento dell’Intercontinental Exchange
Gli investitori che sono interessati a puntare sui contratti futures possono fare riferimento a una piazza finanziaria specifica: si tratta dell’Intercontinental Exchange, l’operatore che è meglio conosciuto con la sigla Ice e che vanta una fondamentale leadership in merito al segmento “over the counter”. L’offerta è molto variegata e comprende contratti che si basano essenzialmente sui prodotti petroliferi, il gas naturale, l’acciaio e il ferro, le commodities agricole (tra cui possiamo citare il cacao, il caffè, il cotone, il succo d’arancia e lo zucchero), ma anche derivati, opzioni e i Russel Index futures. Un pregio di tale mercato è la sua veloce operatività, dato che la piattaforma in questione è in grado di scambiare i prodotti in meno di tre millisecondi, garantendo al contempo la massima trasparenza, una gestione accorta dei rischi e un’ampia liquidità. Un esempio potrà chiarire ancora meglio tale funzionamento, quello dell’Ice Brent Crude, il contratto che fa riferimento alla qualità Brent del greggio.
BlueBay acquisirà altri bond governativi dell’Irlanda
BlueBay Asset Management, società londinese in grado di gestire assets per ben 39 miliardi di dollari, è in prima linea per l’acquisizione dei bond governativi irlandesi: il pessimismo che aleggia attorno alle finanze del paese britannico è ormai alle stelle e ha raggiunto delle proporzioni davvero irreali, ragioni per cui la compagnia ha deciso di intervenire in questo senso. La stessa BlueBay, comunque, ha voluto mantenere le proprie holding anche nei titoli del Portogallo, ma a livelli più bassi rispetto a quelli previsti dagli indici benchmark, anche perché l’economia lusitana non è attualmente capace di concorrere nemmeno a livello continentale. Gli acquisti in questione sono stati avviati subito dopo che il governo di Dublino ha annunciato che non vi sarà alcun tipo di penalizzazione nei confronti di coloro che hanno investito nel debito delle banche irlandesi.
Investire sul Brasile: Ubs quota un nuovo bond strutturato
La focalizzazione degli investimenti finanziari sui principali paesi e mercati emergenti è una strategia che molti analisti suggeriscono a trader e risparmiatori per diversificare il portafoglio: ma si tratta davvero di una scelta così efficace? Il gruppo Bric (Brasile, Russia, India e Cina) rappresenta senza dubbio l’opzione più interessante in questo senso, in particolare per quel che concerne il Brasile. Quali sono gli investimenti più promettenti in relazione al paese sudamericano? Uno dei prodotti più recenti è stato quotato due giorni fa dalla svizzera Ubs, la quale ha scelto Borsa Italiana e EutoTlx per lanciare un titolo obbligazionario in grado di esporsi in questa specifica maniera. La denominazione precisa è quella di Ubs Paesi Emergenti 2021: si tratta, in pratica, di un titolo appartenente alla categoria “equity linked”, dunque è possibile partecipare in maniera attiva e importante a tutti i rialzi delle piazze finanziarie. Inoltre, il ritorno economico in questo caso è pari al 3,5% annuo come garanzia minima, mentre al momento della scadenza vi sarà una protezione totale del capitale nominale (100%).
Investire online in pronti contro termine
Un investimento sicuro, attraverso un intermediario solido, con un rendimento fisso ma anche con una remunerazione che sia superiore, per la stessa scadenza, a quella offerta da titoli pubblici come i Bot, i Buoni ordinari del Tesoro. Li possiamo identificare così i pronti contro termine, una categoria di investimenti a basso rischio che possono essere sottoscritti presso le principali banche italiane. In passato per investire in pronti contro termine era assolutamente necessario recarsi in filiale, valutare con il proprio consulente la scadenza più idonea, e poi sottoscrivere il prodotto che, per semplificare, va a remunerare la liquidità a fronte dell’attivazione di un vincolo pari alla durata scelta. Al giorno d’oggi, invece, molte banche permettono di investire in pronti contro termine in modalità “self service”, ovverosia direttamente online, dalla propria area riservata, senza tra l’altro dover andare a condividere i propri progetti di investimento con un dipendente della banca presso la filiale.
Messico: imminente la vendita di bond a trent’anni
Il governo messicano è fortemente attivo in questo preciso momento storico sul mercato dei titoli obbligazionari: la nazione centroamericana sta infatti pianificando nel dettaglio la vendita di ben cinquecento milioni di dollari relativi al proprio debito interno, con i prodotti che andranno a beneficiare di una durata trentennale (la scadenza è stata fissata nel 2040) e di un rendimento pari al 6,05%. Si tratta, in pratica, della seconda cessione di bond denominati in dollari da parte di Città del Messico in questo 2011. Come verrà strutturata di preciso questa operazione finanziaria? Gli istituti di credito che si occuperanno della gestione della vendita saranno due, vale a dire Bank of America Corporation e Deutsche Bank, secondo quanto sta trapelando dalle prime indiscrezioni in questo senso.
Crédit Agricole Vita lancia la polizza “Strategia Più”
La diversificazione degli investimenti finanziari e la sicurezza del rendimento sono le due ambizioni principali di chi sottoscrive qualsiasi tipo di prodotto e strumento: anche la polizza “Strategia Più” di Crédit Agricole Vita si pone questi specifici obiettivi e può consentire agli investitori di beneficiare dei vantaggi del comparto assicurativo. Di cosa si tratta esattamente? La strategia in questione permette di combinare una gestione di tipo separato e un investimento “unit linked”, con un’ampia varietà di scelta tra fondi azionari, obbligazionari e flessibili. È Amundi, la società di gestione del risparmio francese, a occuparsi della gestione separata: in questo caso, si provvede a una garanzia del capitale e al consolidamento degli interessi che vengono ottenuti ogni singolo anno.