Caucciù: a Tokyo aumentano i prezzi e i contratti futures

Kochi, India meridionale, è la città in cui si sta svolgendo in questi giorni la conferenza mondiale sul caucciù: ebbene, proprio dalla nazione asiatica stanno giungendo delle notizie di rilievo per quel che riguarda la situazione economica in cui versa questo noto idrocarburo e i relativi investimenti finanziari che possono essere collegati al mercato dei contratti futures. In particolare, l’International Rubber Study Group ha messo in risalto il forte incremento dei consumi e i rincari che si preannunciano per i prossimi mesi, soprattutto nel campo della produzione e dell’esportazione: la domanda, infatti, dovrebbe subire un aumento molto vicino ai tredici punti percentuali nel 2010, ripartita in maniera pressoché simile tra la gomma naturale e quella sintetica, grazie alla ripresa economica globale e allo sviluppo dell’industria automobilistica della Cina.


Volendo esaminare in modo più approfondito l’ambito degli investimenti, è la gomma naturale la vera protagonista, dato che è stata in grado di realizzare una performance positiva da cinque mesi a questa parte sul segmento dei contratti futures di Tokyo. Tra l’altro, ci si attende anche un aggiornamento del record storico di importazioni di caucciù da parte della Cina. In effetti, sono i paesi Bric a determinare l’andamento della commodity in questione, soprattutto la stessa Cina e l’India, alla cui crescita è legata quella dei prezzi.

A cosa devono prestare attenzione i risparmiatori che sono interessati a questo ambito finanziario? Il meteo non è promettente, la Thailandia e l’Indonesia, due dei paesi in cui si produce caucciù su vasta scala, potrebbero essere colpiti da fenomeni avversi, dunque c’è il rischio che la raccolta possa veder ridimensionare i propri dati: a Bangkok già si parla di una produzione ridotta del 9%, a Giakarta ci si avvicinerà agli otto punti percentuali. Le tensioni dominano pertanto l’intero settore e si tratta di una situazione che potrebbe rimanere invariata almeno fino al 2014, con i coltivatori sul piede di guerra.

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