Eni target price alzato da Credit Suisse a 22€

Andamento molto incerto quest’oggi per le azioni Eni, che alla borsa di Milano sono sulla parità a 19,29 euro. Venerdì le azioni del Cane a Sei Zampe erano salite sui livelli più alti da giugno 2008 a 19,59 euro. Oggi è arrivata una promozione dal Credit Suisse, che ha deciso di incrementare il target price a 22 euro dalla precedente valutazione di 20,7 euro. Confermato, invece, il rating “outperform”, ovvero farà meglio del mercato. Da inizio anno il titolo Eni guadagna poco più del 5%.

Dai minimi di area 14,5 euro, toccati sul finire di luglio scorso, il titolo Eni ha messo a segno una performance positiva del 33% alla borsa di Milano. Eni resta la top pick per la banca d’affari svizzera nel settore petrolifero europeo, nonostante vengano evidenziati i rischi di breve termine connessi al consensus sull’utile. Gli analisti della banca elvetica hanno sottolineato che la prima stima di eps per il quarto trimestre 2012 è stata tagliata del 22% a 0,39 euro per azione.

ENI ANNUNCIA NUOVE SCOPERTE IN GHANA

L’aumento del prezzo obiettivo viene giustificato dal target di multiplo enterprice value/cash flow più elevato a 5,1 volte. Nell’ultimo trimestre del 2012 Credit Suisse si aspetta che la divisione Gas & Power perda 128 milioni di euro, quindi poco meno dei 151 milioni bruciati nell’ultimo trimestre del 2011. La divisione Esplorazione & Produzione, invece, dovrebbe generare un profitto di 4,4 miliardi di euro (di poco superiore agli utili realizzati nello stesso periodo dell’anno precedente). Su base trimestrale c’è stata una crescita del 3%, grazie al ritorno della produzione in Libia.

ENI RIPARTE CON LE ESPLORAZIONI ONSHORE IN LIBIA

A marzo il management fornirà nuove indicazioni sulla strategia annuale. Credit Suisse si aspetta notizie importanti sul dividendo, stimato in aumento del 5% anno su anno. Inoltre, altre indicazioni utili per la corretta valutazione del titolo in borsa arriveranno dal processo di vendita della quota dell’11% di Snam e del 16% di Galp. Intanto, Eni sembra stia incontrando difficoltà nella rinegoziazione dei contratti di take-or-pay con la Norvegia e l’Olanda. L’ad Paolo Scaroni non ha escluso il ricorso a un arbitrato internazionale, in caso di mancato accordo soddisfacente per Eni.

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