Esselunga, spunta l’opzione cinese

Esselunga, dalla morte del fondatore Bernardo Caprotti, ha vissuto una lotta intestina al vertice che si protrae da diverso tempo. Proprio nel momento in cui sembra essersi presentato un certo equilibrio, sembra essersi fatta avanti un’opzione cinese di acquisto.

Un investimento notevole visto che lo Yida Investment group sarebbe intenzionato ad un’acquisizione totalitaria dell’azienda e sarebbe pronto ad una seria manifestazione di interesse in tal senso. Di certo dopo mesi di incertezza questa opzione rappresenterebbe l’ulteriore fattore di stress in una situazione già difficile che vede sul tavolo dell trattative il futuro del primo gruppo, per importanza, della grande distribuzione italiana.

Lo Yida Investment group è una conglomerata con interessi nell’immobiliare, nelle energie alternative, nella salute e nelle estrazioni minerarie. Secondo Repubblica l’offerta ammonterebbe a 7,5 miliardi di euro, una somma che è quasi un quarto superiore rispetto alle valutazioni comprese fra i 4 e i 6 miliardi formulate lo scorso settembre dai fondi di private equity Blackstone e Cvc prima della scomparsa di Bernardo Caprotti.  Da Esselunga si rifiutano di commentare per non dare adito a rumors inutili, ma va detto che una simile offerta difficilmente passerebbe inosservata.

Ed è impossibile non sottolineare ancora una volta come la manifestazione di interesse cinese arriva in un momento molto caldo per l’azienda. Secondo le esplicite volontà testamentarie del fondatore, essa dovrebbe essere ceduta per intero a un gruppo internazionale del settore della distribuzione e non a cordate o imprenditori italiani. Un futuro che mal si sposa al momento con quello voluto dal resto della famiglia anche alla luce della volontà di liquidazione da parte di alcuni componenti della famiglia e soci.

 

 

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