Flop Facebook -8,4% a Wall Street

Un disastro. La stampa specializzata cerca di spiegare il crollo a Wall Street di Facebook ma nella realtà dei fatti non vi sono scuse per quella che dall’IPO dell’anno si sta lentamente trasformando nella più grande delusione del 2012.

L’imprevedibilità della Borsa ha fatto si che l’Eurozona sia ancora unita nonostante da mesi si predice la sua fine, e che Facebook deludesse milioni di  investitori dopo che le previsioni parlavano di numeri da capogiro.

Il collocamento ha deluso fin dall’inizio; le contrattazioni al Nasdaq nel giorno dell’IPO sono iniziate con un ritardo di 30 minuti per problemi tecnici (secondo la stampa) e dopo un’avvio guidato dalla speculazione che ha fatto guadagnare a Facebook un 13% praticamente immediato, è iniziata la discesa, fermata solo dal massiccio intervento da parte delle banche che hanno sottoscritto il collocamento.

Nella giornata di oggi l’intervento di queste ultime non basta a sostenere una situazione ormai sfuggita al controllo dei compratori; -8,4% nel primo vero giorno di scambi per Facebook, con un valore per azione che ora si aggira a 35 dollari dopo un collocamento (al massimo della forchetta prevista) a quota 38 dollari.

FACEBOOK DEBUTTA IN BORSA MA CHIUDE IN RIALZO APPENA DELLO 0,61%

Increduli gli investitori retail come i grandi istituzionali; la sfiducia verso l’azienda in questa giornata è totale e ci si interroga sul reale potenziale del social network. Il futuro è quanto mai imprevedibile, visto che un fenomeno del genere è unico e senza precedenti. In ogni caso il modello di business è stato definito “assente”, ma in realtà Facebook ha le sue fondamenta sul punto cardine che guida le più grandi realtà del mondo; la pubblicità. Per questo motivo è facile pensare che dopo una fase speculativa dei primi giorni la strada sarà comunque rialzista, anche se è presto per fare previsioni di lungo termine dopo due soli giorni di scambi sul mercato dei tecnologici.

 

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