Contratti futures: il funzionamento dell’Intercontinental Exchange

Gli investitori che sono interessati a puntare sui contratti futures possono fare riferimento a una piazza finanziaria specifica: si tratta dell’Intercontinental Exchange, l’operatore che è meglio conosciuto con la sigla Ice e che vanta una fondamentale leadership in merito al segmento “over the counter”. L’offerta è molto variegata e comprende contratti che si basano essenzialmente sui prodotti petroliferi, il gas naturale, l’acciaio e il ferro, le commodities agricole (tra cui possiamo citare il cacao, il caffè, il cotone, il succo d’arancia e lo zucchero), ma anche derivati, opzioni e i Russel Index futures. Un pregio di tale mercato è la sua veloce operatività, dato che la piattaforma in questione è in grado di scambiare i prodotti in meno di tre millisecondi, garantendo al contempo la massima trasparenza, una gestione accorta dei rischi e un’ampia liquidità. Un esempio potrà chiarire ancora meglio tale funzionamento, quello dell’Ice Brent Crude, il contratto che fa riferimento alla qualità Brent del greggio.


La quotazione riguarda un periodo massimo di settantadue mesi consecutivi, mentre sei ulteriori contratti mensili possono essere aggiunti per un triennio. Inoltre, vi sono ancora altri dodici futures da prendere in considerazione ogni anno al momento della scadenza del riferimento di dicembre. Il trading viene a cessare in determinati periodi, vale a dire il quindicesimo giorno prima dell’avvio della contrattazione.

Ci sono poi degli orari da rispettare: nel Regno Unito l’apertura è fissata alle 13 per poi concludersi alle 23, nel continente europeo l’arco orario va dalle 20 fino alle 18 del giorno successivo, mentre a Singapore si parte alle otto di mattina per concludere i lavori alle sei del mattino successivo. La denominazione avviene solitamente in dollari o euro e vi sono molte modalità per sottoscrivere i contratti, ovvero i futures elettronici, gli scambi di contratti per beni fisici, gli scambi in favore di contratti swap e i cosiddetti “block trades”, i quali sono disponibili per qualunque tipo di strumento.

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