Irlanda: la situazione finanziaria potrebbe cancellare le aste dei titoli

irish-flagTra i cosiddetti paesi PIGS, l’Irlanda è forse quello di cui si parla di meno, ma il mondo degli investimenti deve fare attenzione a ciò che accade nella piccola repubblica; in effetti, come è stato annunciato pubblicato dalla National Treasury Management Agency (si tratta dell’agenzia che gestisce gli assets e le disponibilità finanziarie del governo di Dublino e che è conosciuto anche con l’acronimo Ntma), la “verde” nazione è pronta a eliminare del tutto l’emissione dei propri titoli di Stato che è in programma per il prossimo 15 maggio. Cosa ha spinto l’esecutivo irlandese a porre in essere un’iniziativa di questo tipo? Anzitutto, occorrerà ancora attendere queste due settimane che ci separano dall’effettiva data prevista per l’asta in questione, poi si procederà a valutare con la massima attenzione e cura quali saranno le condizioni di mercato di quel momento.

 

Ovviamente, si è già a conoscenza delle decisioni che dovranno essere adottate, visto che, nell’ipotesi in cui i tassi di riferimento del mercato rimarranno ancora a un livello così elevato, allora non si proseguirà con l’emissione dei vari titoli dello stato nord europeo. La precisazione è giunta direttamente da John Corrigan, il quale ricopre l’incarico di ceo della stessa agenzia irlandese. L’unico dato economico certo in questo momento è che il governo di Dublino è riuscito a raccogliere già oltre il 60% delle risorse finanziarie che erano previste per quest’anno; dunque, mancano ancora alcuni punti percentuali in questo senso, e il completamento (circa 20 miliardi di euro) spetterà ai gestori della tesoreria irlandese.

 

Qui si teme, e non poco, il contagio dalla Grecia, visto che i rendimento dei titoli degli altri paesi dell’area dell’euro stanno letteralmente volando verso l’alto, soprattutto per quel che concerne le nazioni con un rapporto molto elevato tra debito pubblico e prodotto interno lordo; l’ultima chiusura dei titoli irlandesi parlava di un rendimento pari al 5,16%, un pagamento inferiore soltanto a quello portoghese e greco.

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