Jp Morgan prevede tassi Btp al 3,5% con governo Letta

btpDopo l’asta dei Bot semestrali della scorsa settimana, che ha visto i tassi scendere sui minimi di sempre allo 0,503%, c’è maggiore fiducia anche sui bond governativi italiani a medio-lungo termine, che maggiormente risentono del rischio-tassi. Questa fase di mercato si è dimostrata particolarmente favorevole soprattutto per le emissioni di breve termine, tanto che anche le Letras spagnole trimestrali hanno evidenziato il rendimento in asta più basso dall’introduzione dell’euro. Fare previsioni per il futuro non è semplice, considerando che restano molti nodi da sciogliere sia in Italia sia in Europa.

In Italia resta ancora alta l’incertezza sullo scenario politico-economico. Letta si avvia a formare il nuovo governo, ma la recessione potrebbe essere peggiore del previsto. L’agenzia di rating Moody’s, che ha confermato il giudizio “Baa2” con outlook “negativo”, ha abbassato per il 2013 le stime di crescita del pil italiano a -1,8% da -1,1%. Secondo gli specialisti di Moody’s l’economia italiana tornerà a crescere solo nel 2014, quando riuscirà a mostrare un modesto +0,2%.

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Moody’s ha poi sottolineato che servono al più presto riforme economiche e che il sistema bancario resta debole, per cui anche vulnerabile a shock di liquidità e altri scossoni esterni. Inoltre, il credito alle piccole e medie imprese italiane è ancora “limitato e costoso”. Tuttavia, Carl Norrey, analista di Jp Morgan, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Bloomberg che se in Italia dovesse arrivare “una grande coalizione nei prossimi giorni, il tasso di interesse sui titoli di stato potrebbe calare al 3,5-3,75% nel giro delle prossime due o tre settimane”. Il riferimento è per i Btp a 10 anni, che attualmente mostrano un tasso appena superiore al 4%.

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Un’altra banca americana, la Goldman Sachs, si aspetta che lo spread Btp-Bund possa attestarsi intorno a 275 punti base (rispetto a un valore fondamentale di 230 punti) nelle prossime settimane. Il rendimento del Btp decennale scenderà sotto il 4% ma solo a stento, in assenza di fatti concreti sul cammino delle riforme dell’agenda Letta.

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