Montenegro: gli Eurobond potrebbero essere accantonati

La giovane repubblica del Montenegro ha già bisogno di somme importanti di denaro: non è infatti un caso se il governo di Podgorica ha appena avviato il processo legislativo volto ad ottenere un prestito da ben 85 milioni di dollari dalla Banca Mondiale. A cosa servirà tutto questo denaro? Il piccolo stato balcanico lo utilizzerebbe anzitutto per sostenere e puntellare il budget interno, fin troppo in difficoltà in questo preciso momento storico a causa degli effetti della crisi economica internazionale. Un metodo alternativo è già stato percorso: in effetti, lo scorso mese di settembre il paese aveva provveduto a emettere un Eurobond da duecento milioni di euro.

Il fatto che ci si rivolga all’organizzazione statunitense vuole forse sottintendere che le vendite obbligazionarie non hanno finora sortito l’effetto desiderato e che si cercano soluzioni differenti per conseguire denaro cash. Tra l’altro, bisogna sottolineare che il prestito in questione verrebbe ottenuto a un tasso di interesse decisamente inferiore rispetto a qualsiasi tipo di bond europeo. Nel dettaglio, quel titolo di dieci mesi fa era stato lanciato con una scadenza pari a dieci anni e un ritorno economico che aggirava attorno al 7,85%. La World Bank, in aggiunta, potrebbe richiedere alcuni requisiti specifici in modo da rafforzare il ruolo di supervisione finanziaria da parte della banca centrale della nazione europea: attualmente, è molto costoso per il governo prendere a prestito del denaro mediante le obbligazioni, anche perché il rating creditizio non è certo dei migliori a livello continentale, in particolare se si vuole parlare degli istituti di credito che sono presenti sul territorio.

Moody’s, ad esempio, ha affibbiato al Montenegro un giudizio pari a Ba3 per quel che concerne il debito sovrano: si tratta di una valutazione che vuole far intendere il grado speculativo dei bond, i quali possono essere equiparati addirittura a della “spazzatura” (i tristemente famosi junk bond di cui si sente parlare in prossimità dei default).

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