Petrolio, quotazioni in calo sotto i 50 dollari

Il prezzo del Wti americano con consegna a settembre è calato poche ore fa sotto la soglia dei cinquanta dollari al barile, dopo avere lasciato sul terreno 19 centesimi attestandosi a 49,96 dollari.

Dall’inizio di luglio, il greggio USA ha messo a segno un calo di 9 dollari per ogni barile venduto. E anche il Brent è calato di 4 centesimi a 56,61 dollari, cedendo 7 dollari durante questo mese. Le quotazioni del petrolio ripiegano, dunque, in direzione dei minimi degli ultimi 5 anni.

Per individuare un prezzo inferiore ai 50 dollari per il Wti è necessario tornare allo scorso 6 aprile. Al momento, esso quota solo 6 dollari in più del minimo toccato a metà gennaio.

Sono molteplici i fattori che stanno indebolendo le quotazioni. Il fenomeno sta riguardando, a dire il vero, un pò tutte le commodities. Ieri, l’oro è sceso al livello più basso da 5 anni e mezzo a questa parte. Il Bloomberg Commodity Index, che ieri registrava un minimo dal giugno 2002, stamane cede un altro 0,1%, segno che l’indebolimento continua. Sostengono gli esperti:

Un contributo determinante ai ribassi sta arrivando dal super-dollaro. Il biglietto verde ha guadagnato mediamente oltre il 5% contro le principali valute del pianeta dall’inizio dell’anno. La previsione di un rialzo dei tassi USA entro settembre sta rafforzando ulteriormente la divisa americana e questo indebolisce i prezzi delle materie prime, che sono espressi in dollari, diventando così più cari per gli acquirenti al  di fuori degli USA. Ma il mercato del petrolio è anche attraversato da una lunga fase di eccesso di offerta. Le scorte americane restano alte, di circa 100 milioni di barili al di sopra della media quinquennale del periodo, mentre salgono ai massimi anche quelle accumulate in Arabia Saudita, anche se pesano, in questo caso, fattori più tecnici.

 

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