Petrolio WTI non sarà più riferimento mondiale nel 2013

Il 2013 potrebbe essere l’anno del tramonto definitivo del petrolio WTI come benchmark di riferimento mondiale sui mercati petroliferi. Ormai è da tempo che il petrolio Brent ha sostituito il West Texas Intermediate come riferimento per governi e compagnie petrolifere. Tra l’altro il petrolio WTI tratta da un paio d’anni a sconto rispetto al Brent. Quest’ultimo continua a mantenere una quotazione al di sopra della soglia psicologica dei 100 dollari al barile, mentre il WTI è sotto questa soglia da molte settimane.

La grande novità è che anche il governo americano ha deciso di scegliere il petrolio Brent come benchmark. La spiegazione è giunta dall’Energy Information Administration (Eia), che nell’ultimo Annual Energy Outlook ha spiegato che ormai è il Brent a influenzare maggiormente il prezzo al dettaglio dei carburanti, non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti. La stessa scelta è stata fatta già da alcune società petrolifere, come Delta e Southwest Carriers. Ma non sono le uniche.

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Di recente la colombiana Ecopetrol e la società statale di Trinidad e Tobago, Petrotrin, hanno deciso di adottare come benchmark il petrolio Brent. L’Arabia Saudita, invece, principale produttore di greggio al mondo, dal 2009 ha deciso di adottare come riferimento l’Argus Sour Crude Index al posto del Light Crude Oil WTI. Il nuovo benchmark saudita è formato da un paniere di greggi medium sour del Golfo del Messico. Da un punto di vista finanziario, la grande stoccata al WTI arriverà nel 2013 con la modifica del peso di Brent e WTI nell’indice S&P Gsci, uno dei più importanti per le commodity.

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Il peso del petrolio WTI scenderà del 6,25% al 24,71%, mentre quello del petrolio Brent aumenterà del 3,99% al 22,34%. Ciò spingere molti fondi indicizzati a effettuare la migrazione verso il riferimento del Brent, contribuendo al declino del WTI. Nel 2012, per la prima volta, gli scambi sul Brent all’ICE sono stati in media superiori a quelli del petrolio WTI al Nymex. Inoltre, sta aumentando la negoziazione di opzioni sul Brent: quest’anno è avvenuto un balzo del 300%, anche se questo mercato è ancora un quarto di quello delle opzioni sul WTI. Infine, l’appeal del Brent deriva anche dal fatto che i futures sono ormai da tempo in backwardation, ovvero il prezzo a pronti è superiore a quello con consegna differita nel tempo, mentre il WTI è in una condizione di contango cronica.

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