La Russia si attende il default dei bond greci e corre ai ripari

kingdomofgreecevigIl ministro russo delle Finanze, Alexei Kudrin, è stato piuttosto chiaro nell’ultimo intervento a San Pietroburgo: a suo parere, infatti, i mercati finanziari sono più che preparati ad accettare un default da parte del debito della Grecia, nonostante gli sforzi delle organizzazioni economiche internazionali per riassestare la situazione dell’area dell’euro. Lo stesso Kudrin, inoltre, si è detto molto scettico circa le capacità del governo statunitense di tagliare il suo deficit di bilancio. La Federazione russa detiene attualmente circa il 40% delle sue riserve (400 milioni di dollari) in valuta europea e non bisogna dimenticare che il rublo ha perso ben 9,5 punti percentuali da un mese a questa parte proprio a seguito della crisi ellenica; il possesso di bond del Vecchio Continente non può essere incoraggiante in un momento storico come quello attuale, nonostante il paese sia molto ottimista circa un ribilanciamento del budget entro il 2015.

 

Lo stesso Kudrin, intanto, ha già provveduto ad avvertire gli altri governi e le banche centrali per quel che concerne il consolidamento delle varie politiche economiche, in modo da combattere più efficacemente la crisi e prevenire ulteriori degradi finanziari. Il debito sovrano russo e le vaste riserve estere hanno finora contribuito a un rendimento inferiore alle attese per quel che concerne i bond esteri della nazione dell’Europa orientale, un evento inatteso, soprattutto alla luce delle emissioni del mese di aprile.

 

Lo spread medio mensile tra i titoli decennali di Grecia e Germania ha oltrepassato il limite del 6% nel corso dell’ultima settimana, ma delle ricette adeguate non sembrano ancora esserci: la Russia guarda con diffidenza ai programmi americani, ritenuti fin troppo irrealizzabili e ambiziosi. Nel corso della stessa conferenza stampa di Kudrin, comunque, Peter Hooper, economista di Deutsche Bank, ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero essere in grado di emettere buoni del Tesoro a tassi di interesse non superiori al 3%.

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