La seconda emissione del bond spagnolo ammonta a 6 miliardi

L’evento in questione era molto atteso, in territorio iberico, ma non solo (si pensi all’Unione Europea ovviamente): il governo spagnolo ha provveduto a portare a compimento la sua seconda emissione di obbligazioni del Tesoro della nazione europea (uno dei componenti del “celebre” gruppo dei Pigs, il quale prevede anche l’Irlanda, il Portogallo e la Grecia, paesi attualmente in forte difficoltà economica), riuscendo in tal modo a far incrementare il totale dei bond che sono stati collocati nel corso del mese di luglio fino a sei miliardi, con riferimento particolare a quei titoli che avranno una scadenza tra dieci anni. Ebbene, cosa c’è da dire in merito a questa operazione e ai suoi esiti? Anzitutto, la notizia ha assunto i contorni della piena positività, visto che l’emissione obbligazionaria si è chiusa molto bene, così come è stato confermato da più fonti interne.

 

In effetti, le principali speranze che erano state nutrite da Madrid e da tutta la Spagna in relazione a tale fatto erano davvero rosee e si era parlato, con l’opposizione da parte dei più scettici analisti, del collocamento di almeno cinque miliardi di strumenti finanziari: come è già stato precisato, però, questa soglia minima è stata superata in maniera brillante, visto che si è arrivati fino a un incoraggiante risultato di sei miliardi di obbligazioni e che le prenotazioni poste in essere in questo senso sono arrivate addirittura a sforare il tetto dei 13 miliardi, un traguardo in cui pochi avevano creduto.

Ora la Spagna può respirare, ma non ancora a pieni polmoni, circa le proprie condizioni finanziarie: il successo dell’emissione è nato, in particolare, dall’accurata scelta, da parte dello stesso Tesoro del paese iberico, per quel che concerne il gruppo di istituti di credito che avrebbero gestito il tutto. Nomi importanti e di peso come quello di Caja Madrid, Barclays, Santander e Deutsche Bank sono stati la marcia in più per la scelta dei bond.