Per la Consob i diamanti non sono sicuri

La Consob mette in guardia gli azionisti per quel che riguarda l’acquisto di diamanti, che non sono, secondo l’istituto di vigilanza della borsa milanese, un bene rifugio paragonabile all’oro. I rischi non sarebbero percepibili nell’immediato, perché, secondo i gioiellieri, l’acquisto attraverso i canali dell’investimento non garantirebbe la purezza delle pietre, e quindi la validità del prezzo che potrebbe essere sopravvalutato rispetto a quello reale. Certamente una banca si affida alle certificazioni delle gemme, ma è indubbio che la materia richeda una conoscenza non solo finanziaria, ma anche geologica. E questo sarebbe il principale “difetto” dell’investimento in diamanti.

L’acquisto migliore rimane quello fatto in gioielleria, perché anche secondo la Consob, il rischio di pagare di più sulle piattaforme online, ma anche nelle banche, è elevato. Ricordiamo che il diamante, differentemente all’oro, deve essere posseduto fisicamente, e non viene trattato giornalmente in borsa, attraverso dei certificati (senza possederlo realmente) come l’oro, il cui valore dipende dall’andamento dei mercati. Il valore del diamante è legato esclusivamente alla sua purezza e bellezza, e quindi necessita una conoscenza diretta della pietra, e non il semplice possesso di un certificato. Naturalmente i gioiellieri hanno espresso la loro soddisfazione per il comunicato della Consob, mentre gli operatori finanziari si sono detti delusi da questo avviso, che tende a mettere in cattiva luce le operazioni di investimento sui diamanti.

Tassi bond tedeschi tornano positivi

Il clima di forte appetito per il rischio sta favorendo gli investimenti in asset rischiosi, in particolare l’azionario mondiale e i bond della periferia europea. I cosiddetti “beni rifugio” stanno trovando sempre meno posto nei portafogli degli investitori internazionali, in quanto sta diminuendo l’esigenza di allocare le proprie sostanze in strumenti finanziari sicuri. Così il nuovo anno sta evidenziando una fase di forte correzione per i Bund tedeschi, che durante il 2012 avevano garantito ritorni in conto capitale molto elevati agli investitori che cercavano un porto sicuro durante la fase più turbolenta della crisi dei debiti sovrani europei.

Investire in bond svizzeri a fine 2012

A partire da settembre scorso le continue iniezioni di liquidità delle principali banche centrali, in particolare quelle di Stati Uniti e Giappone, hanno condizionato non poco l’andamento del mercato obbligazionario creando i presupposti per un vero e proprio record di emissioni di corporate bond. Nelle ultime settimane il rendimento è sensibilmente calato anche per i bond con rating basso, in particolare sulle scadenze brevi. Sul mercato si respira così un maggiore appetito per i bond più rischiosi, come dimostrato dalle recenti emissioni di Abs (considerati da sempre “titoli tossici”) e bond trentennali.

Investimenti in Oro a rischio

Se nel lungo periodo l’Oro non cambia la sua posizione di prodotto “difensivo” contro le speculazioni e la crisi, nel breve e nel medio la situazione è ben diversa e chi cerca guadagni in periodi di tempo piuttosto stretti potrebbe al momento avere problemi con l’oro in acquisto.

Il top sfiorato lo scorso settembre vicino a 1950 punti sul future continuo del Gold è stato il punto in cui è iniziato il crollo verticale che ha fatto uscire dal mercato tutti gli investitori di un certo arco temporale che lavorano a stop-loss stretti; il bottom 400 punti sotto circa ha sostenuto l’andamento dell’Oro che però da Ottobre scorso ad oggi ha stretto il range di interesse disegnando swing pericolosi e perdendo continuità nel prezzo.

Gold: future crolla dopo il double top

La corsa rialzista dell’Oro, che ha stimolato sia l’entrata sul mercato sia la nascita di nuovi strumenti finanziari per investire nel bene di rifugio, sembra arrivata momentaneamente al capolinea. Guardando il grafico, dal 2005 ad oggi l’unico periodo di incertezza nell’up-trend del Gold lo si è avuto alla fine della fase di recessione del 2008, quando l’Oro quotava intorno a 1000 che oltretutto era una resistenza psicologica fortissima. Il ritracciamento/laterale durato un anno intero si è poi confermato essere tale con il superamento del top di inizio 2008 quando poi la corsa dell’Oro è ripresa fino ad arrivare poco oltre quota 1900 poco tempo fa’.

Quali sono ora le previsioni per l’immediato futuro? Il doppio massimo disegnato a ridosso di quota 1900 ha il suo break-away point a 1750 e la conferma della sua rottura è arrivata con il close daily del 22 Settembre; il bottom disegnato poco sotto a 1650 conferma la negatività di fondo che si sta facendo strada e promette di ritracciare buona parte del movimento rialzista degli ultimi mesi.

Oro e Petrolio ancora in salita

Sale ancora il prezzo dell’Oro, sempre a confermare il periodo di grande disagio sui mercati azionari; la stabilità del mercato dei metalli preziosi sembra dare sicurezza agli investitori che cercano conforto nei beni di rifugio e negli investimenti alternativi dopo il fallimento delle società quotate.

Nella giornata di oggi il Gold torna sopra a 1840 anche se poi ritraccia velocemente il movimento di salita diretto al doppio massimo in area 1.908.

La posizione di forza è ancora indiscussa su tutti i time frame, ma se questa è una buona notizia per gli investitori che hanno acquistato l’Oro, non lo è per il resto del mercato. Cresce ancora la sfiducia verso le aziende quotate ma anche verso i titoli di Stato, sopratutto dopo le minacce di down-grade delle agenzie di rating direttamente sui debiti più importanti del globo.

Allo stesso modo torna in quota il Petrolio, anche se solo nel breve periodo; una serie di swing crescenti sembrano voler riportare il prezzo oltre quota 90, ma è ancora presto per dirlo.

Le auto d’epoca sono il nuovo bene rifugio?

Una elegante Ferrari datata 1957 è diventata l’autovettura più costosa per quel che concerne le vendite d’asta: si tratta di un modello Testa Rossa che ha visto crescere il suo prezzo fino a 16,4 milioni di dollari presso la casa Gooding & Company, ma anche di un chiaro segnale che viene lanciato al mondo degli investimenti finanziari. In effetti, l’ultima settimana è stata caratterizzata da vendite più consistenti di auto invece che di titoli azionari o obbligazioni. Siamo dunque di fronte a una nuova presa di posizione in merito ai cosiddetti “beni rifugio”? Quello che occorre sottolineare è che, nonostante la recente tempesta delle piazze finanziarie, molti investitori sono ancora disposti a porre in essere acquisti così impegnativi.

L’oro perde appeal come bene rifugio?

Forse sono stati fin troppo trionfalistici i toni utilizzati per accogliere i continui rialzi dell’oro nel 2010: il nuovo anno è infatti cominciato in maniera più dimessa, con il biondo metallo che non è riuscito ancora a eguagliare il picco del 29%, performance che gli ha consentito di surclassare gli investimenti più tradizionali, quali titoli di Stato e azioni. A cosa è dovuto questo indebolimento? È indubbio che la preziosa commodity stia perdendo fascino come bene rifugio, la conferma arriva soprattutto dalla perdita di ben sei punti percentuali per quel che concerne il valore totale, un calo che ha allontanato appunto l’oro dal suo record di dicembre, quando furono toccati 1.431,25 dollari l’oncia. Non è comunque un vero e proprio allarme, più che altro stupisce il fatto che questa regressione sia giunta in concomitanza con l’alta inflazione e il dollaro debole nei confronti dell’euro, due condizioni che lasciavano presagire ben altri scenari.